Un manuale per le adozioni di bambini con bisogni speciali". Si tratta di bambini grandi, con qualche problema di salute o handicap fisici. "
Le strade del Kosovo conservano ancora oggi cartelli un po’ arrugginiti su cui campeggiano alberelli verdi. Indicavano luoghi sicuri in cui i bambini potevano giocare liberi. Fuori c’erano ancora campi minati, case bruciate e famiglie distrutte dall’odio etnico e dalla guerra. Era il luglio 1999: terminato, almeno sulla carta, il conflitto con la
Serbia, in Kosovo erano arrivati i volontari di Amici dei Bambini per portare aiuti a orfani e famiglie. Tra loro c’era anche Laura Scotti, una giovane donna che in 189 giorni cambiò per sempre la sua vita e quella di molti kosovari. Un incidente aereo nei cieli di Pristina spezzò il suo sogno di felicità. I bambini di allora la amano come una sorella, la gente la ricorda come «una di noi». L’autrice ha seguito le orme di quella donna, oggi. E ha ritrovato Laura, nel «suo» Kosovo.
Possiamo definirlo un foto-diario che racconta il viaggio di due “aspiranti genitori” verso l’incontro e il primo mese di convivenza con il loro figlio adottivo.Una “storia-vera”, raccontata con i toni dell’emozione e accompagnata da splendide immagini che documentano la nascita di una famiglia speciale, ma anche un Paese straordinario come la Bolivia.
Un libro bello da leggere anche con i più piccoli per la suggestione del racconto e la bellezza delle foto, ma anche da “usare” come laboratorio per costruire positivamente la propria storia di adozione, grazie alla competenza alla quale le esperte di “Amici dei Bambini” ci hanno abituato. Un libro destinato quindi a tutte le famiglie adottive per capire con le parole e le immagini che cosa è l’adozione internazionale.
Un libro realmente originale e utilissimo.
Si tratta di storie, favole nate dall'esperienza Ai.Bi. e utilizzate dai genitori come modo per raccontare l'adozione ai bambini adottati. Un libro nato sul campo da leggere in famiglia, ma anche da "usare" come laboratorio per creare la propria storia di adozione o raccontare ai propri figli le vicende di quel nuovo compagno di scuola, cugini, amico che "arriva da lontano"
Questo libro rilegge il tema sempre attuale dell’adozione rovesciando la prospettiva comune e partendo dal punto di vista del bambino, il quale – e non va mai dimenticato – ha già subito il trauma dell’abbandono. Le autrici, due psicologhe che operano da anni all’interno dell’Associazione «Amici dei Bambini», affermano subito: “Essere genitori non è un diritto, (né degli eterosessuali né degli omosessuali). Essere figlio, invece, è un diritto di ogni essere umano”. Per questo il libro prende posizione anche sul tema della possibilità di adozione da parte “famiglie atipiche”: single, coppie-gay, famiglie allargate ecc. affermando che “…il minore abbandonato è una persona, che non ha scelto di essere abbandonato ed ha il diritto imprescindibile di crescere ed essere educato in un contesto che possa assicurare – per quanto possibile – una crescita equilibrata. Da qui, serenamente, senza polemiche o “crociate”, nasce il “no” a modelli “familiari” alternativi, non alla luce di una visione ideologica, ma di una valutazione legata al benessere totale del bambino.”
Il libro raccoglie interventi e testimonianze tenute durante il convegno organizzato da Amici dei bambini (www.aibi.it), svoltasi a Bellaria nell’estate 2004.
Il tema è quello dell’abbandono e dell’accoglienza, due condizioni vissute e raccontate in prima persona dai protagonisti che riflettono e si confrontano alla luce del Vangelo, tratteggiando così una vera e propria "spiritualità dell’adozione", che diventa prezioso aiuto e sostegno per chi vive la fede cristiana nella particolare situazione di vita dell’adozione.
Ai.Bi. è’ una Organizzazione Umanitaria Internazionale nata per la tutela dei diritti dei minori. Costituita nel 1986 su iniziativa di alcuni genitori adottivi, nel 1991 viene eretta Ente Morale e nel 1992 è riconosciuta dai ministeri Affari Esteri e Grazia e Giustizia Ente autorizzato per l’Adozione Internazionale. Nel 1993 è riconosciuta Organizzazione non Governativa per la Cooperazione Internazionale. I principi ispiratori nascono dal riconoscimento della centralità del bambino e del diritto di ogni minore a vivere, crescere ed essere educato all’interno di una sua famiglia e ad avere una concreta possibilità di realizzarsi e inserirsi attivamente nella sua società. Tre i suoi campi di azione: Cooperazione internazionale ed educazione allo sviluppo (sostegno a distanza); adozione internazionale; promozione dei diritti del minore (organizzazione di Convegni, seminari ecc.). Opera con i propri volontari in Africa, America Latina, e nell’Europa dell’est. E’ presente in Italia con sedi in varie città: Roma, Milano, Napoli, Bologna, Pescara, Mestre, Reggio Calabria.