Bambine, bambini, adolescenti, fratelli, sorelle: prima di qualsiasi definizione, sono loro le figlie e i figli che travolgono di gioia le famiglie dopo un viaggio lungo e carico di solitudini e sofferenze, riposte nel bagaglio personale di ciascuno. A mamma e papà chiedono solo di maneggiare con cura quei loro bisogni e di essere amati per quello che sono. Questa è l'adozione: diventare genitori, accogliere questi bambini con tutte le loro complessità. E i cosiddetti "special needs", quei bisogni speciali definiti dalle regole internazionali e così temuti dai futuri genitori? Prosegue tra queste pagine il viaggio iniziato nel precedente Adozione. Una famiglia che nasce: l'esperienza dell'autrice e il parere di esperti si fondono in un percorso di crescita e consapevolezza che giunge alla stessa conclusione. Al di là delle classificazioni, le adozioni oggi richiedono ai genitori qualche risorsa in più.
I nonni hanno un grande ruolo di sostegno dei figli nella scelta adottiva e devono trovare la forza di comprendere che la generatività di una famiglia si può esprimere (e riscrivere) attraverso l’accoglienza. Anche loro possono così guarire la “ferita” di non essere nonni biologici grazie a un’esperienza stimolante e completamente inattesa.
Questo libro si muove sul filo “cronologico” dell’esperienza – dall’annuncio dell’adozione fino al trovarsi al parchetto col nipote, oggetto della curiosità di tanti estranei – e aiuta i nonni a gestire il proprio bagaglio emotivo e i propri dubbi, a partire con il piede giusto nella relazione con il bambino e a gestire le domande – non sempre opportune – degli altri.
Le strade del Kosovo conservano ancora oggi cartelli un po’ arrugginiti su cui campeggiano alberelli verdi. Indicavano luoghi sicuri in cui i bambini potevano giocare liberi. Fuori c’erano ancora campi minati, case bruciate e famiglie distrutte dall’odio etnico e dalla guerra. Era il luglio 1999: terminato, almeno sulla carta, il conflitto con la
Serbia, in Kosovo erano arrivati i volontari di Amici dei Bambini per portare aiuti a orfani e famiglie. Tra loro c’era anche Laura Scotti, una giovane donna che in 189 giorni cambiò per sempre la sua vita e quella di molti kosovari. Un incidente aereo nei cieli di Pristina spezzò il suo sogno di felicità. I bambini di allora la amano come una sorella, la gente la ricorda come «una di noi». L’autrice ha seguito le orme di quella donna, oggi. E ha ritrovato Laura, nel «suo» Kosovo.