Pagine Facebook di ambasciate con migliaia di like, summit internazionali in diretta su YouTube, blog scritti da diplomatici, profili Twitter di ministri degli esteri e capi di stato. Negli ultimi anni, numerosi governi stanno utilizzando gli strumenti del Web partecipativo per promuovere i propri interessi strategici all'estero. L'uso dei social media per comunicare e interagire con l'opinione pubblica sta rivoluzionando una delle professioni più tradizionali: il diplomatico, in passato pronto a trincerarsi dietro il consueto "no comment", ora si avvale sempre più attivamente di internet per instaurare un rapporto diretto con i cittadini che, grazie alle nuove tecnologie, riescono ad avere un peso maggiore nei processi decisionali e che possono diventare dunque un ottimo alleato, o un insuperabile ostacolo, anche nella gestione dei rapporti tra le nazioni. Attraverso l'approfondimento di numerosi esempi e tecniche di comunicazione, il volume illustra l'innovativo uso dei social media in diplomazia per influenzare l'opinione pubblica, promuovere l'immagine degli Stati e perseguire gli obiettivi strategici nel panorama della nuova geopolitica digitale.
Perché compriamo una cosa invece di un'altra? Che cosa influenza veramente le nostre decisioni, in mezzo alla valanga di messaggi che ci raggiungono ogni giorno? Una pubblicità che cattura l'occhio, uno slogan curioso, un jingle che non possiamo fare a meno di canticchiare? Oppure le decisioni di acquisto avvengono sotto la superficie, così in profondità nel nostro subconscio che non ne siamo coscienti se non in qualche raro caso? Martin Lindstrom presenta in questo libro i risultati di una ricerca originale, durata tre anni e costata sette milioni di dollari, un esperimento d'avanguardia che ha frugato nei cervelli di duemila volontari in tutto il mondo, di cui sono state analizzate le reazioni davanti a pubblicità, marchi, spot commerciali, prodotti. I risultati sconvolgono molto di quel che si credeva su ciò che ci seduce e ci spinge a un acquisto.
Un moto espressivo - un movimento della mano, un sorriso non controllato - può modificare drasticamente il senso di un messaggio verbale, che d'un tratto viene interpretato in maniera ben diversa: è scherzoso, sarcastico, o incerto? La pragmatica della comunicazione è una dimensione complessa: l'effetto che si ottiene non dipende semplicemente dal "significato" di quello che si dice (e comunque raramente il "significato" è univoco e ben definito), ma da come lo si dice, dal rapporto tra gli interlocutori, dal contesto e da molti altri fattori ancora. E anche se in genere sappiamo destreggiarci bene nel comunicare con i nostri simili, molte situazioni non si possono affrontare con leggerezza: nell'intimità, sul luogo di lavoro, in presenza di differenze culturali forti, in scambi con persone ostili, quando è in atto un conflitto o un negoziato. Situazioni che sono il centro d'interesse di questo libro, in cui Margherita Ragni studia gli effetti della comunicazione sul comportamento e i modi in cui i rapporti si creano e si modificano mediante i processi comunicativi.
"La filosofia è diventata troppo 'esile', attenuata, emaciata, anoressica (per usare un termine appropriatamente patologico). Il vecchio ideale della filosofia che tutto abbraccia, spessa, carnosa e onnivora, è stato sacrificato alla nuova filosofia dello snello e cattivo, che abbia la forma delle argomentazioni lineari o del cinismo postmoderno. Una volta un mio collega fece una lezione presso una delle più prestigiose università della California meridionale su questa ristrettezza in filosofia. Rifletteva sul fatto che la filosofia di recente era diventata molto simile ai proverbiali ciechi che si aggirano intorno a un elefante. Uno dei più prestigiosi fra i molti filosofi prestigiosi che seguivano la lezione ammise con orgoglio di essere 'esclusivamente interessato all'anatomia della proboscide e che non gli importava se l'elefante fosse morto'. Ecco, in questo libro, vorrei tentare di sbirciare l'elefante vivo, o almeno afferrare qualcosa di più di una proboscide o di un paio di zanne morte."
L'architettura dell'informazione, cioè la strutturazione e l'organizzazione dei dati e degli strumenti che ne consentono l'impiego, non si applica solo alle pagine web, ma a ogni oggetto appartenente alla quotidianità. Spesso non ce ne si accorge, abituati come si è a determinate soluzioni, determinate forme, ma quando l'informazione diventa più densa e complessa, legandosi magari a oggetti (o siti web) nuovi, allora la sua architettura fa la differenza tra ciò che funziona o meno. Un volume pratico che insegna a comprendere le strutture, gli strumenti, le architetture che sottendono i sistemi informativi che funzionano, che appaioni subito chiari senza dover imparare nuovi sistemi di utilizzo. Solo attraverso la comprensione di questi concetti chiave, il designer (sia esso architetto, webmaster, artigiano) può progettare e creare soluzioni funzionali, ma allo stesso tempo facili, per le quali l'utente, pur provenendo da contesti diversi, non debba reimparare a utilizzare un nuovo modello.
Il sistema di distribuzione dell'energia elettrica è la macchina più complessa che sia mai stata realizzata: si estende geograficamente su aree enormi (gran parte dell'Europa è connessa in un unico sistema) e arriva a servire capillarmente le singole stanze delle case. È anche un sistema molto costoso, da realizzare e da mantenere, e delicato: più grande diventa e più diventa vulnerabile, e bastano un errore o un guasto di poco conto per determinare cadute catastrofe, come testimoniano il blackout che ha colpito la rete italiana nel 2003, o quello del 2001 in India (che ha lasciato senza energia 226 milioni di persone). Capire bene come funziona, ripercorrendo la storia e le scelte che l'hanno portato a essere com'è oggi, è importante, in un momento in cui da un lato l'approvvigionamento di energia si sta facendo sempre più difficile mentre, dall'altro lato, la domanda di energia elettrica cresce costantemente. Questo è un libro dedicato al sistema di distribuzione dell'elettricità che ne spiega, in termini comprensibili a tutti, struttura e funzionamento, nonché il ruolo chiave per i sistemi economici, locali e globali (e le implicazioni politiche).
Questo volume racconta il tentativo di applicare la scienza del Criminai Profiling al mondo dell'hacking. Lo scopo principale è quello di dotare di un nuovo strumento di indagine chi quotidianamente lotta contro i cybercrimini. L'underground hacker è un mondo molto discusso, ma troppo spesso anche stereotipato e di conseguenza poco capito. Consapevoli di questo gli autori provano a darne una nuova visione, raccontando storie e illustrando personalità e personaggi affascinanti, mai banali, che vivono l'hacking come un'arte, secondo etiche differenti ma ben codificate. Ecco quindi che, man mano che la riflessione si sposta verso aspetti e problematiche criminologiche e tecnologiche, molti miti si sfatano mentre il quadro d'insieme assume tratti sempre più definiti, svelando al lettore realtà nascoste o solo accennate e rispondendo a domande come: chi sono gli hacker? Come vivono quando non sono in Rete? È possibile tracciarne il profilo in base al comportamento, alle violazioni effettuate? Hacking è veramente sinonimo di criminalità?
Il libro di Baillargeon, docente di Fondamenti dell'Educazione, fornisce al lettore i mezzi necessari per conoscere le strategie messe in atto da chi diffonde informazioni sullo stato politico e sociale del nostro paese e per evitare così di cadere facilmente in inganno. Nella prima parte vengono presentati gli strumenti utili per mettere in atto un pensiero critico: logica, retorica, linguistica, probabilità e statistica. Nella seconda parte viene illustrato quando, per quali motivi e in che misura si possa prendere per vera un'affermazione fatta in campo personale, scientifico o mediatico. Il suggerimento finale è di imparare a usare queste tecniche in modo da poter affrontare la vita con pensiero critico unito a una certa dose di sana curiosità.
Etimologia delle passioni ha per oggetto il linguaggio, ma non è un'opera di linguistica, parla d'amore, ma non è un romanzo o un trattato di psicologia. Bordelois segue i percorsi delle parole, ricostruisce i fatti su cui non abbiamo dati certi, ipotizza i moventi che possano aver ispirato la comunità a uccidere una parola o a travestirla fino a non riconoscerla più.
Il computer, inserito in questi ultimi anni con massicci investimenti un po' in tutte le scuole del mondo, non è stato determinante per la trasformazione dei parametri dell'ambiente scuola, finendo per collocarsi disciplinatamente sui banchi di un'aula divenuta "laboratorio di informatica". Tuttavia, mentre la scuola fagocitava i nuovi media restando sostanzialmente uguale a se stessa, intorno la società subiva un processo di mutamento continuo e profondo, tanto da non poter più essere riconosciuta nei suoi principali aspetti. Trasformazioni così radicali e rapide, tutte dipendenti in modo più o meno diretto dalle tecnologie, indicano la necessità di un altrettanto radicale cambiamento nell'istruzione.
Questo libro intende spiegare che cosa non fare durante un osservazione al telescopio e sessantacinque esperimenti vogliono guidare alla scoperta degli aspetti più affascinanti del cielo. Perché l'astronomia è uno dei campi dove sperimentare liberamente è ancora possibile.
"L'età della scelta" getta luce su uno dei dilemmi centrali del nostro tempo. In un'epoca in cui siamo più liberi di scegliere di quanto non lo siamo mai stati in passato, siamo sempre più sopraffatti dalle nostre scelte. Edward Rosenthal, con la sua prodigiosa conoscenza di filosofia, teoria sociale e storia, ci porta a meglio comprendere come siamo arrivati a questo punto e verso dove possiamo andare partendo da qui.
Questo libro si occupa degli oggetti creati e dell'ambiente. I lettori ideali di questo libro sono quelle ambiziose anime giovani (di tutte le età) che vogliono intervenire costruttivamente nel processo della trasformazione tecnosociale. Il che significa che questo libro si rivolge a chi progetta e a chi pensa, a ingegneri e scienziati, imprenditori e operatori della finanza e a chiunque altro abbia a cuore capire perché un tempo le cose erano come erano, perché oggi le cose sono come sono e come sembra stiano diventando. Il mondo dell'artificiale organizzato si sta trasformando secondo modalità mal comprese e poco esplorate. Questo per due ragioni. Primo, compaiono nuove forme progettuali e produttive che non hanno alcun precedente storico e sono destinate a creare novità sostanziali. Secondo, i modi di produzione usati attualmente non sono più sostenibili. Hanno scale enormi, la loro storia è lunga, e hanno conosciuto lunghe fasi di ricerca e sviluppo, ma non possono andare avanti nella forma attuale. Lo status quo usa forme di energia e di materia arcaiche, limitate e tossiche: danneggiano il clima, avvelenano la popolazione e fomentano guerre per le risorse. Non hanno futuro. Quindi abbiamo davanti una bella sfida: sapremo guidare in modo creativo i fortissimi vettori della prima ragione e, al contempo, gestire strategicamente le terribili conseguenze della seconda? Se ci riusciremo, allora potremo godere di un qualche futuro. Ecco qual è l'oggetto di questo libro.
Uno strumento tecnologico come il computer può farci cambiare modo di pensare, modo di comportarci? Può motivarci a smettere di fumare, a stipulare un'assicurazione, ad associarci a un'iniziativa benefica? La risposta di B. J. Fogg è: si, può. Da circa un decennio lo psicologo comportamentale Fogg studia, alla Stanford University, i modi in cui la tecnologia può essere utilizzata per influenzare idee, atteggiamenti, comportamenti e ha battezzato captologia (dal verbo latino che significa "catturare, attirare") questo campo di indagine. Di captologia ci si può occupare sia per capire e imparare a difendersi, sia per padroneggiare le tecniche migliori per diffondere un'idea, conquistare altri a un'iniziativa o promuovere un progetto.
Quando leggiamo i nostri occhi si muovono rapidamente seguendo i segni sulla carta, li interpretiamo rapidamente come frasi dotate di un significato; intanto possiamo grattarci un orecchio e riflettere su quel che leggiamo, mentre filtriamo movimenti, suoni, rumori, odori e altri elementi che potrebbero distrarci. E tutto sembra avvenire automaticamente, quasi per magia. Ma dietro le quinte c'è il nostro cervello che lavora instancabilmente, un ambiente di elaborazione delle informazioni estremamente complesso. Questo libro propone cento "esperimenti" che permettono di sondare il funzionamento del cervello e, così, di capire meglio noi stessi e il nostro comportamento quotidiano.
Pensati per divertire, i supereroi dei fumetti come Superman, Batman, Flash, l'Uomo ragno o l'incredibile Hulk sfoggiano capacità e poteri diversi o superiori a quelli degli esseri normali. Si sa, la "sospensione dell'incredulità" ce li fa godere comunque, ma è lecito chiedersi quanto di realistico ci sia nell'uso che fanno i fumetti di idee che provengono dalla scienza o dalla tecnologia. Questo, dunque, è al tempo stesso un libro sui fumetti, la loro storia, i loro creatori e un libro di divulgazione scientifica: Gresh e Weinberg intrecciano i due filoni, e il risultato è un testo che aiuta a mettere in pratica principi e teorie della scienza e insieme a riflettere sul valore e l'estetica del fumetto d'azione.
Economista di formazione, Juliet B. Schor è docente di Sociologia al Boston College. In questo libro Schor analizza come un impegno di marketing enorme per dimensioni, campo d'azione ed efficacia, abbia creato una generazione di "bambini commercializzati". Ne esce uno studio quasi terrorizzante di quello che stanno diventando i nostri figli, sotto gli attacchi di un marketing spietato e privo di scrupoli. Ma è anche un invito a genitori e insegnanti a reagire, con indicazioni positive.
Si è parlato molto dell'economia e della politica mondiali del petrolio, ma il mercato internazionale del petrolio non è sostanzialmente cambiato dopo la crisi del 1973. Per altre materie prime gli eventi degli ultimi decenni sono stati molto meno lineari: rappresentano così uno specchio migliore per capire le tendenze e le modalità della globalizzazione. Ci sono regioni che dipendono completamente da una particolare coltura (come la Costa d'Avorio dal cacao, per esempio): controllare quella coltura significa controllare la popolazione, la regione, addirittura la nazione. Jean-Pierre Boris è giornalista e caporedattore di Radio France Internationale, per cui conduce, da oltre 7 anni, una rubrica quotidiana sulle problematiche della globalizzazione.
Questo libro riguarda i limiti che si ergono come pareti granitiche attorno alle nostre imprese scientifiche e tecnologiche. Sono i problemi, nella matematica e nella fisica, che non ammettono una soluzione: non si può produrre il moto perpetuo, non si può viaggiare a velocità superiore a quella della luce, così come non si può costruire con riga e compasso un quadrato che abbia area esattamente uguale a quella di un cerchio dato e, in tutte le teorie matematiche abbastanza potenti, esistono teoremi (cioè affermazioni vere) non dimostrabili. Questi "limiti" della scienza non sono peraltro "smacchi" per la nostra ragione, ma piuttosto sono come "i no che aiutano a crescere", ostacoli che ci dicono molto di come è fatto il mondo.