Roberto Schiavolin dedica un profilo colto, informato e meditato allo studioso fiorentino Marco Vannini, analizzandone il vasto lavoro. Vannini, infatti, ha potuto recare sul nostro tempo, sull’incerta e tragica religiosità che lo segna, un giudizio forte e segnato dalla perenne inattualità che qualifica la mistica, destinata a quella stessa singolarità propria della filosofia. Attraverso la lente filosofica propria di Vannini, Schiavolin ripercorre la storia della Chiesa, del cristianesimo e della fede nei secoli, fino ad arrivare all’oggi, un’epoca di post-secolarizzazione, caratterizzata da una nuova ricerca di ulteriorità. La misitica, per Vannini, può rappresentare la risposta a questa urgenza, a questo nuovo bisogno di spiritualità.
Itala Mela, insegnante di lettere, fece della scuola la sua missione, in parallelo all'attività nella Fuci (primi anni venti del secolo scorso) fino a quando la malattia infranse il progetto di una manacazione in Belgio per partecipare poi a una fondazione benedettina in Italia che si ispirasse al rinnovamento liturgico che si stava diffondendo. A poco a poco si impose, per l'inabilità all'insegnamento, la rinuncia alla cattedra statale. In casa - coi genitori prima, poi il padre e la zia non credenti, visse i voti dell'oblazione benedettina secolare consacrata, forte della Regola di san Benedetto che le dava il perimetro esterno di un cammino imperniato su una vocazione unica, nitida fin dal 1930. Dopo lo sfollamento sull'Appennino durante il secondo conflitto mondiale, Itala riuscì a dedicarsi all'animazione del mondo culturale e cattolico tra il 1946 e il 1953. Alla sua morte è stato consensuale il riconoscimento della sua "immensa capacità di donazione umana" e dell'esercirio effettivo di amare verso tutti "con profonda tenerezza".