Un tema sterminato è il soggetto di queste pagine: un tema di angosciante attualità che chi scrive non avrebbe mai pensato di affrontare, non solo per la sua illimitata vastità, ma per la convinzione che mai più esso sarebbe divenuto di agghiacciante rilievo dopo la conclusione della Seconda guerra mondiale... Le pagine di questo volume non contengono alcun catalogo, pur incompletissimo, delle distruzioni occorse nelle tempeste della storia, ma solo dati, parziali e imperfetti, e riflessioni, personali e forse arbitrarie, su alcune tra le tante di quelle distruzioni e su alcuni, tra i tanti, modi con cui gli uomini, da un lato, hanno provato, già in un passato lontano ma soprattutto in un passato vicino e nel presente attraverso i recuperi prodotti dall'archeologia, a far fronte ai degradi e alle perdite del patrimonio culturale e, dall'altro, si sono posti di fronte ai ritrovamenti, occasionali o ricercati, di beni del patrimonio culturale materiale andati perduti... Queste pagine sono dedicate, in segno di deferente e commosso omaggio, alla memoria di chi ha eroicamente sacrificato la propria vita per proteggere i resti splendidi e immortali di una delle più affascinanti città del mondo antico, Palmira, città martire del patrimonio mondiale: Khalid al-Asaad, conservatore per oltre quaranta anni della città di Zenobia, conoscitore impareggiabile dei suoi tesori d'arte, ambasciatore nel mondo delle sue sfolgoranti bellezze, un giusto.
Scritte agli inizi dell'XI secolo da Sei Shõnagon, dama di corte legata alla principessa Sadako, le "Note" riflettono la raffinatezza e la cultura Heian nel momento del suo massimo splendore. La dama, infatti, annota in questa sorta di diario intimo le sue impressioni e riflessioni sulla vita di corte, i suoi riti e costumi, ma anche sulla natura e la cultura del Giappone, con straordinaria sensibilità e attenzione. Il testo si presenta in forma di spunti tematici che invitano il lettore a immergersi nel modo tutto giapponese di sentire la natura e il mondo, mettendosi all'ascolto dei mille dettagli che regolano la vita quotidiana, per coglierne la grazia e la bellezza. Questa edizione presenta una selezione degli scritti di Sei Shõnagon, associata alle meravigliose tavole del Maestro Hokusai, in una raffinata sinfonia di parole e immagini. Il cofanetto include un volume stampato su carta pregiata e cucito a vista come da tradizione giapponese, e un volumetto allegato comprendente un saggio critico di presentazione dell'opera poetica, con note esplicative e didascalie per ogni singola tavola di Hokusai.
Il titolo non tragga in inganno il lettore! Francesco Bonami non firma un manuale di arte contemporanea, non fa classifiche di merito né si erge a giudice sputasentenze. Non nasconde neppure il suo vero pensiero dietro a falsi pudori. Scrive ciò che pensa senza pretendere di avere ragione. Ma tanto è graffiante, talvolta spietato con gli altri, tanto sa essere ironico con se stesso. I suoi "incontri ravvicinati" sono brevi ritratti di personaggi che egli ha incrociato in qualità di curatore di mostre e di critico d'arte. Oltre sessanta protagonisti del panorama contemporaneo: Bonami racconta come li ha conosciuti, ricorda gli incontri/scontri, rivela le aspettative generate e non sempre soddisfatte, riconoscendo anche qualche abbaglio preso negli anni. Artisti, architetti, galleristi, collezionisti, mecenati: sono queste le bestie che popolano la giungla contemporanea che, scrive Bonami, "ricorda quella del Doganiere Rousseau, dove neppure le belve più feroci fanno paura. La giungla dell'arte più che pericolosa è fastidiosa, molti dei suoi abitanti non mordono, ma pungono come insetti. Ma, come una giungla, è anche misteriosa, affascinante, lussureggiante e lussuriosa. Nella mia vita l'ho attraversata come un esploratore, finché mi ci sono perso dentro diventandone parte."
Quando il Vesuvio inizia la sua terribile eruzione Pompei è nel pieno delle sue brulicanti attività. A un tratto, dopo un lungo periodo di continui e familiari brontolii del vulcano, Il giorno diventa notte, l'aria irrespirabile e rovente. Gli abitanti non sanno dove ripararsi mentre gli edifici iniziano una macabra danza prima del crollo. In un caos nero e terribile tutti gridano, tanti invocano gli dei, alcuni si rassegnano alla fine inevitabile. Sono questi ultimi a essere i protagonisti di questa narrazione: abbandonano la vita con un ultimo disperato messaggio, in un impercettibile spazio temporale, cronone e rivelano, nell'imminenza della fine, la loro autentica personalità. Le vittime dell'eruzione sono archetipi di comportamento dell'umanità perché anche con il passare dei secoli l'uomo resta e resterà lo stesso essere imperfetto.
Un album che racconta la vita di san Francesco - il santo più amato dai cattolici nel mondo - attraverso i capolavori della pittura, dal Duecento al Seicento. Non c'è infatti periodo della storia dell'arte che non abbia visto artista cimentarsi con la rappresentazione del "poverello" di Assisi: una tradizione mai interrotta che ha origine in tempi molto vicini alla sua vicenda terrena. Da Giotto fino a Caravaggio, passando per Cimabue, Sassetta e Gentile da Fabriano, ogni episodio della vita del Santo è illustrato da una serie di tavole a piena pagina accompagnate da una citazione tratta dalle Fonti Francescane e da un testo descrittivo dell'episodio stesso e dell'iconografia a esso collegata. Correda il volume un apparato documentario che raccoglie alcuni scritti, preghiere e il testamento di Francesco.
Nelle creazioni di Tomi Ungerer si sviluppa un mondo surreale capace di raccontare la fiaba come la vita, il pregiudizio e la straordinarietà dell'ordinario, l'inquietudine e la felicità, come nella spensierata storia di Crictor, il serpente buono. L'anziana Madame Bodot troverà all'interno di un misterioso pacco proveniente dal Brasile uno strabiliante regalo di compleanno: un cucciolo di boa. Dopo il terrore iniziale, Madame Bodot adotterà a tutti gli effetti il giovane serpente e sceglierà per lui il nome Crictor. Il legame tra i due diventerà ogni giorno più speciale e coinvolgerà a poco a poco tutta la città. Età di lettura: da 4 anni.
Mimmi e Momi è l'opera prima di Domitilla Bertusi una giovane illustratrice italiana che, attraverso la freschezza del suo tratto, trasporterà i bambini in un mondo incantato, traboccante di piante e fiori colorati, popolato da fantastici e stravaganti personaggi immaginari. La vitalità delle illustrazioni fa da cornice a una storia tenera e briosa: per festeggiare il compleanno del fratellino, Momi deciderà di organizzargli una festa a sorpresa, coinvolgendo tutti gli abitanti del loro bizzarro pianeta. Ognuno si darà da fare per far vivere a Mimmi una giornata speciale, preparando con molto impegno e qualche peripezia torte, dolcetti, regali e tanti giochi di magia. Nonostante molti pasticci e imprevisti da affrontare, Momi e i suoi amici riusciranno a realizzare una festa davvero eccezionale. Oltre alla storia di Mimmi e Momi il libro contiene diverse pagine dedicate alla creatività: tavole da colorare, completare e disegnare permetteranno al bambino di sentirsi parte attiva ed integrante del racconto. Età di lettura: da 4 anni
Nel 79 d.C. il Vesuvio, inattivo da più di 700 anni, si svegliò improvvisamente proiettando verso l'alto una tale quantità di ceneri, lapilli e frammenti litici da oscurare il sole. Gli abitanti iniziarono a fuggire, ma la tragedia si consumò il giorno dopo, quando una nube ardente, una valanga di detriti e cenere ad altissima temperatura mescolata a gas tossici, investì violentemente Pompei. L'impatto fu letale e nessuno fra coloro che si trovavano ancora in città sopravvisse. La vita si fermò in quell'istante, tutto fu ricoperto da una coltre di cenere e detriti vulcanici che preservò la città e i suoi sfortunati abitanti in un'immobilità senza tempo per molti secoli, fin quando l'antica Pompei venne riscoperta a metà Settecento. Questa circostanza assolutamente eccezionale ha fornito agli storici e agli archeologi un'occasione unica: non esiste infatti altro luogo al mondo in cui sia possibile compiere un viaggio nel tempo e trovarsi "faccia a faccia con l'antichità", percorrendo le vie, entrando negli edifici, nei templi, nelle abitazioni private, nei mercati, ammirando le pitture, i mosaici, gli oggetti di uso quotidiano, persino gli scheletri o i calchi dei corpi. Un'iconografia ricca e spettacolare - mosaici, scultura, affreschi, oggetti preziosi, architettura - ci presenta Pompei in modo diverso e originale per ricostruire idealmente la città di un tempo, la vita quotidiana che vi si svolgeva e gli usi e costumi di questi nostri antenati.
L'architettura, con le sue novità importanti come l'Arco Trionfale, invenzione che forse più di ogni altra esercitò un'influenza duratura in Europa; la statuaria ed i ritratti somiglianti; le terme ed il foro; ma anche le divinità e le leggi, la danza, gli spettacoli, l'Eros e l'abbigliamento.
La fotografia di Roma antica, potenza culturale e militare che conquistò il mondo e fondò il proprio Impero sulle rovine delle monarchie ellenistiche, dalle sue origini fino al declino, emerge da questo libro attraverso 100 parole chiave. La spiegazione di ciascun termine è affidata a lemmi interessanti ed esaustivi, affiancati da immagini e box di approfondimento.
La collana:
100 parole per capire, una civiltà, un pittore, un movimento artistico: una collana dedicata ai grandi temi dell'arte e della cultura, dove ogni volume è uno strumento facile da usare per comprendere in modo semplice e immediato i concetti fondamentali dell'argomento trattato. Roma in 100 parole chiave - vita, capolavori, contesto artistico e sociale, temi iconografici, tecniche pittoriche - proposte in successione cronologica o tematica con testi chiari e puntuali e molte immagini a colori, per lettori curiosi e viaggiatori informati.
Una poderosa raccolta delle opere dei musei, delle chiese e dei palazzi veneziani, insieme ai capolavori presenti nei musei esteri. Dalle origini alla decadenza, l'arte della Serenissima è raccontata da Filippo Pedrocco, uno dei massimi esperti di pittura veneta. Da Paolo Veneziano (1300-1350 ca), forse il più importante pittore del suo tempo, capace di un equilibrio unico tra i temi bizantini della sua formazione e l'influenza di Giotto, a Giovanni e Jacopo Bellini, dallo sfumato di Giorgione (1477-1510) al colore di Tiziano (1480/85-1576) in contrasto con la scuola fiorentina del disegno, per finire con Tiepolo (1696-1770) e i vedutisti, Venezia, ponte commerciale tra due emisferi, domina il Mediterraneo per almeno cinquecento anni, dal Trecento al Settecento, non solo economicamente ma anche culturalmente. La Serenissima ("pace e ordine sono meglior per il commercio" era motto diffuso) fu infatti capace di far sbocciare nuovi linguaggi artistici ed esportarne il valore in tutta Europa. Un ciclo di grandezza che si conclude in un lento declino, iniziato con l'esaurirsi della spinta commerciale che aveva fatto grande la città ed accelerato dall'intrusione di Napoleone. In quattro secoli di ricchezza, Venezia vede sorgere palazzi bellissimi e chiese monumentali, vede realizzati mosaici, affreschi e un'incredibile quantità di opere pittoriche di cui rimangono tracce nella città e nel mondo intero.
In questo volume dedicato ai kilim, Taher Sabahi parte da un suggestivo ricordo personale che risale all'infanzia a Teheran, quando i venerdì di festa in gita con la famiglia, "sdraiati o seduti sui nostri due kilim, stesi sull'erba all'ombra dei gelsi, godevamo dell'aria meravigliosa che si respira alle pendici dei monti Alborz". Le più antiche testimonianze della tessitura kilim provengono dall'Anatolia, da dove la produzione si diffonde in tutto il Vicino e Medio Oriente, dall'Egitto all'Iran, in Asia Centrale, fino all'India e alla Cina. Diversamente dai tappeti annodati, i kilim sono tessuti piani e il loro minore spessore li destina a diverse funzioni: non solo complementi d'arredo come tappeti, ma anche divisori di dimore tribali, interni di tende, coperture, sacche da trasporto, tovaglie da mensa, gualdrappe e bande per fissare il carico sulle selle dei cavalli. Forse proprio questa destinazione più utilitaria ha fatto sì che fino a pochi anni fa i kilim non fossero particolarmente ricercati da collezionisti ed estimatori. Oggi, tuttavia, essi sono oggetto di studio, collezionismo e di un diffuso apprezzamento sia per le qualità artistiche, sia per il valore storico ed etnografico. L'autore raccoglie, organizzandole per aree di produzione, le testimonianze più significative di un'arte molto pregiata, risalendo dagli esemplari più antichi alla produzione attuale.
Definire con precisione la "natura morta" non è difficile: tutti la riconosciamo quando ne vediamo una. Eppure nella storia dell'arte il tema ha appassionato gli studiosi animando un dibattito tutt'ora in corso sulle sue origini nonché sulla data esatta della sua nascita come genere della pittura, generalmente collocata intorno al 1600. L'intento di David Ekserdjian è di dimostrare con questo libro come fin dal Trecento, in Italia, e per tutto il Quattro e Cinquecento in Europa gli artisti sono stati attratti dal desiderio di raffigurare in modo autonomo all'interno di composizioni più vaste elementi naturali e oggetti inanimati con esiti talvolta altissimi, tali da essere assimilati a vere e proprie nature morte ante litteram. Attraverso una scelta accurata di cento opere, il libro offre al lettore un percorso per immagini di straordinaria bellezza ordinato tematicamente: fiori, frutti e ortaggi, oggetti, accessori della persona, vanitas. Di ogni opera, riprodotta per intero e contestualizzata attraverso una breve nota storico-artistica, si mostra anche un particolare ingrandito e puntualmente commentato di natura morta: un vaso di fiori, una tavola imbandita, uno scaffale colmo di libri, una cesta di biancheria, un'armatura di rappresentanza. Così, attraverso i capolavori di Gentile da Fabriano, Leonardo, Raffaello, Van Eyck, Holbein, Brueghel e molti altri, questo libro evidenzia dei dettagli che spesso passano del tutto inosservati se visti nel contesto iconografico dell'opera intera.
Per quale motivo vi sono tanti artisti sordi nella storia dell'arte? Quanto influisce sulla creazione artistica la particolare, più acuta sensibilità nel percepire la realtà di chi nasce sordo o perde l'udito? La minuziosa ricerca che Anna Folchi e Roberto Rossetti hanno condotto per questo libro contribuisce a rispondere a queste domande e colma una lacuna importante nella letteratura sulla "cultura sorda". Per la prima volta, infatti, è raccolta in un libro la documentazione biografica e iconografica relativa agli artisti sordi italiani e stranieri, dalla quale emerge che la modalità visiva dei sordi rappresenta uno strumento privilegiato di espressione e comunicazione con esiti talvolta altissimi e sorprendenti. È ben noto che Goya diventò sordo all'età di quarantasei anni in seguito a una malattia, un'esperienza che influì profondamente sul suo carattere e sulla sua pittura, in cui appariranno sempre più frequentemente accenti drammatici, materializzazioni di incubi e tensioni. Ma pochi sanno che furono afflitti da questo dramma personale anche Pinturicchio, o il raffinato ritrattista del manierismo inglese Joshua Reynolds. Vero pregio della ricerca condotta dagli autori, però, non è solo di avere riunito le opere di artisti sordi, talvolta del tutto inedite, ma anche di raccontare storie umane spesso contrassegnate dalla solitudine e l'emarginazione.
Timothy Verdon affronta in questo volume l'iconografia cristologica, che ha attraversato la storia della pittura sacra in Occidente fin dalle origini dell'arte cristiana. Infatti, come mostra il percorso di immagini voluto dall'autore, Cristo vi compare prima di Maria, poiché già gli artisti tardoantichi mascherano i simboli cristiani come il "Buon pastore" tra i personaggi che animano sarcofagi, placchette votive e mosaici fin dal IV secolo dopo Cristo. Attraverso cinque capitoli tematici, l'autore segue con attenzione il ruolo di Cristo nell'arte come rappresentante del Verbo visibile, come figlio di Maria, come predicatore e guaritore, come protagonista della Passione, infine come simbolo supremo della Gloria divina. Il volume raccoglie 200 illustrazioni a colori che ricostruiscono le vicende e il ruolo della figura chiave dell'iconografia cristiana.
Il volume raccoglie una serie di scritti dell'autore sulle arti decorative nella capitale dello Stato Pontificio, studiate nei due secoli cruciali dell'arte moderna, il Seicento e il Settecento, che videro proprio in questa città la nascita del barocco e la formazione del linguaggio neoclassico. Vent'anni di studi sui capolavori dell'ornato romano sono collegati fra loro, aggiornati alla luce dei recenti ritrovamenti, tracciando un quadro completo delle conoscenze sulla materia. Una sequenza di schede monografiche su singoli arredi e oggetti si alternano a saggi su temi più ampi, mentre il capitolo sul Settecento comprende una ricostruzione della vita e delle opere di Luigi Valadier.
Un'analisi della presenza della Madonna nell'arte figurativa e nella storia spirituale europea, che ne evidenzia i significati teologici e gli influssi sulla società. A partire dall'analisi del significato teologico della figura di Maria, il saggio ne ripercorre la storia e la sua rappresentazione nell'arte, osservando infine l'iconografia mariana a Firenze, città fortemente legata al culto della Vergine, evidenziando elementi comuni e divergenze nell'arte europea. Il volume riproduce in un ricco apparato iconografico duemila anni di rappresentazioni della Madonna tratte da chiese e musei di tutto il mondo.
Conosciuto internazionalmente come pittore, scultore e architetto, Michelangelo fu però anche poeta. Non pubblicò mai le sue rime, ma ne selezionò e ordinò 89 per un'ipotetica raccolta. Electa ha chiesto a uno dei massimi studiosi internazionali di Michelangelo di riunire in un volume il "canzoniere" che l'artista avrebbe voluto pubblicare. Madrigali e sonetti sono quindi accostati a immagini delle opere scultoree che offrono un'insolita visione di Michelangelo poeta e scultore.
Un libro illustrato dedicato a chi voglia entrare nel mondo della litografia, ripercorrendone la sua storia, conoscendone le tecniche. Il volume contiene immagini dalle opere di artisti come Goya, Géricault, Daumier e Toulouse-Lautrec, Renoir e Picasso. Nei saggi monografici studiosi internazionali guidano alla scoperta del fascino della litografia e insegnano a riconoscere i capolavori e gli artisti che li hanno eseguiti.