Con la fine del servizio militare obbligatorio il tema dell'obiezione di coscienza sembrava destinato a scomparire dal dibattito politico e culturale. Si è invece riacceso ed esteso, negli ultimi anni, su un terreno del tutto diverso, quello delle cosiddette materie eticamente sensibili. Dall'interruzione volontaria di gravidanza alla procreazione medicalmente assistita, dalle scelte relative al fine vita al riconoscimento giuridico delle unioni fra persone dello stesso sesso, le richieste di essere esentati dal compimento di atti che toccano profondamente la coscienza personale emergono dovunque si confrontano visioni fortemente contrapposte della persona umana e della sua dignità. La pretesa di non essere costretti ad agire contro la propria coscienza si scontra inevitabilmente con la necessità che le leggi siano effettivamente attuate, quali che siano le convinzioni personali di chi le deve applicare. È possibile trovare un punto di equilibrio fra queste due esigenze? La ricerca riprodotta in questo volume cerca di rispondere a questa domanda. Esaminando un'ampia casistica tratta dalla legislazione e dalla giurisprudenza italiana e di altri ordinamenti, l'autore propone una lettura dell'obiezione di coscienza che coniuga l'apertura al riconoscimento delle ragioni della coscienza con la fermezza nell'individuarne condizioni e limiti, al fine di evitarne un uso distorto.
La riforma votata dal Senato riscrive 43 articoli della Costituzione italiana. È, di fatto, una nuova Costituzione. E anche una buona Costituzione? Per stabilirlo, Astrid ha riunito i maggiori esperti italiani: costituzionalisti, politologi, scienziati delle istituzioni. Qui sono raccolti i loro giudizi. Pochi favorevoli, molti critici. Le critiche sono radicali: demoliscono il disegno complessivo della riforma, ne rilevano l'incoerenza con i principi del costituzionalismo moderno, ne denunciano i rischi per i diritti e le libertà costituzionali. Insomma: la riforma non chiude la transizione costituzionale. Non pone le basi per la costruzione di un moderno Stato federale. Apre, al contrario, una grande questione democratica, minaccia l'unità del Paese.