A 900 anni dalla sua morte sant'Anselmo ha ancora molto da dire. Egli insegna un'armonia tra intelligenza e fede, garantita dalla centralità della preghiera, che accompagna la riflessione dal suo destarsi fino al riposo della sintesi in forma di meditazione. Con disciplina tipicamente benedettina il Doctor magnificus ha sentito il vero dovere morale di far tesoro degli stimoli della rivelazione. Da ciò la sistematica dei suoi "argomenti", fino al brivido che sempre si prova nell'intuizione dell'"unico argomento", fecondamente riproposto nella logica contemporanea. Dall'accoglimento della grazia, infine, risulta la rettificazione della volontà. Così, dacché libertà divina e libertà creata si intersecano nella Croce, intelligenza ed affetto avanzano redenti dentro il Mistero di Dio, che permane inesauribile ed irriducibile a concetto.