L'idea di una trasformazione monastica del clero trovò un sostegno decisivo già nell'XI secolo, da un lato tra la nobiltà regionale, e dall'altro in tutta Europa, soprattutto tra molti rappresentanti dell'episcopato e dal papa, al quale molti monasteri di nuova fondazione furono affidati, a parte qualche appoggio come quello del vescovo Ugo di Grenoble nei confronti dei Certosini. Alla fine, però, fu Papa Urbano II a dare al giovane movimento debolmente istituzionalizzato dei Canonici regolari un fondamento davvero solido Nel 1092, egli scrisse in un documento per il monastero di Rottenbuch in Alta Baviera, che all'epoca era il centro più importante del movimento dei Canonici regolari nel Sud del regno tedesco. Ciò fissava Canonici regolari tra i i chierici secolari da una parte e i monaci dall'altra, e allo stesso tempo li assicurava in questa sorta di posizione inattaccabile e indipendente.
Si inizia nell'XI secolo con Canonici regolari senza la Regola di Agostino e si raggiunge un punto nel XIII secolo in cui la Regola di Agostino divenne il segno distintivo di un Ordine che era già intessuto in strutture completamente nuove della vita religiosa. Nel Medioevo, l'opinione era che ogni epoca producesse configurazioni eccezionali della vita religiosa, che potevano dare al tempo ciò di cui esso aveva bisogno.
Nel centenario della fine della Prima Guerra mondiale (1918-2018), il Pontificio Comitato di Scienze Storiche è tornato a riflettere sulla «Grande Guerra» che scombussolò il mondo, seminando milioni di morti tra soldati e civili inermi. Il presente volume trae origine da temi antichi e nuovi. Quale missione hanno avuto le Chiese cristiane nel mantenimento della pace lungo tutto il ventesimo secolo? Quali insegnamenti trarne per il secolo attuale? Perché parlare di pace anche di fronte a venti avversi? Portare la pace è una missione ardua che ovviamente non coinvolge soltanto le Chiese; riguarda donne e uomini di buona volontà. Ma è una missione spesso contraddetta dagli eventi, sempre ostacolata da circostanze, pulsioni e rivoluzioni; e da tutte quelle turbolenze che la vita internazionale ha conosciuto fin dal suo nascere. Pur tuttavia, la storia ha anche registrato e impresso nella memoria collettiva nomi e figure coraggiose che hanno segnato la vita di Oriente e Occidente: "semi di resistenza" al male, ed esempi di lotta per la pace. Sono pagine di storia religiosa, ecclesiastica e diplomatica, in cui i valori della pace si annidano e diventano alla fine le "forze profonde" della storia umana. Introduzione di Matteo L. Napolitano. Presentazione di Bernard Ardura.
Dopo 150 anni dalla cosiddetta «Breccia di Porta Pia», e a poco più di 90 anni dalla firma dei Patti Lateranensi, questa Raccolta pluridisciplinare di Studi illustra i diversi aspetti e le numerose conseguenze di un evento che mutò definitivamente il rapporto tra il Papa e il mondo: come mai prima, la figura del Romano Pontefice divenne, nel mondo intero, quella del Padre universale, libero da ogni interesse particolare legato ad un suo Stato, e proteso verso l'umanità tutta. Dal canto suo, la Chiesa nutriva la coscienza irrinunciabile di essere per sé un soggetto giuridico internazionale. Questa concezione che la Santa Sede aveva di sé non era basata sull'idea di potere temporale, ma sulla natura stessa della Chiesa, sulla sua autorità spirituale sovrana, confermata dal consenso internazionale. Anche dopo il 1870, infatti, numerosi Stati mantennero una propria rappresentanza diplomatica presso la Santa Sede, che continuò ad essere soggetto operante nella comunità internazionale, anche se priva di un proprio territorio. Dalla Presentazione di Bernard Ardura.
Realizzato in occasione delle celebrazioni dei 500 anni della Riforma luterana il volume propone una “rilettura” degli eventi legati accaduti 500 anni fa, per riportare alla luce il contesto ecclesiale e storico in cui Lutero visse e in cui si consumò la rottura con la Chiesa cattolica. Con questa raccolta il Pontificio Comitato di Scienze Storiche offre l’opportunità di aprire anche su delle prospettive nuove approfondendo sotto altri pungi di vista gli aspetti della Riforma luterana legati alle ragioni non teologiche della rottura e alle condizioni della politica dell’epoca specialmente nell’Impero.
Il nuovo volume della Collana "Atti e Documenti" del Pontificio Comitato di Scienze Storiche è dedicato alla figura di San Pio X. Beatificato il 3 giugno 1951 e canonizzato il 29 maggio 1954 da Pio XII, Papa Sarto - fino a poco tempo fa - è l'unico Pontefice canonizzato del XX secolo. Lo studio curato da Roberto Regoli apre nuove prospettive di ricerca e di approfondimento sulla figura di un Pontefice che fu un pastore d'anime nell'esercizio dei suoi vari ministeri - prete, vescovo e papa - condotti sempre con l'intento di realizzare l'ideale pastorale espresso dal suo motto: Instaurare omnia in Christo. San Pio X, primo Papa dell'età contemporanea proveniente dal ceto contadino, fu uno dei primi Pontefici ad aver percorso tutte le tappe del ministero pastorale, da cappellano a papa. Nacque a Riese (Treviso), il 2 giugno 1835, fu cappellano di Tombolo, il suo primo incarico dopo l'ordinazione, il 29 novembre 1958, poi parroco a Salzano nel 1867, canonico e cancelliere della curia vescovile di Treviso nel 1875, poi Vescovo di Mantova nel 1884, quindi Cardinale il 12 giugno 1893 e Patriarca di Venezia il 15 giugno seguente. Fu eletto Papa il 4 agosto 1903.