Lontani antecedenti giudaico-ellenici consegnano al Medioevo latino una nozione ai limiti della gestibilità: rimanendo al centro di importanti controversie teologiche, la nozione di potentia Dei (potenza divina) deve alla sistemazione agostiniana quella fortunata riuscita che permetterà di fondare tutta la geografia concettuale del medioevo monastico. È da questa ben salda radice che i compilatori della Summa Halensis redigono l'intero trattato IV, raccogliendo in una versione sistematizzante e compiuta le innumerevoli conquiste della più recente tradizione teologica. Un immenso sforzo speculativo che, pur restando testimonianza sicura dell'inarrestabile carica del potere divino, non riuscirà ad esaurirne l'imponenza teorica.
Il "De opificio Dei" scritto da Lattanzio nel 303 d.C é un trattato di fisiologia umana ma in esso prevale lo scopo apologetico e religioso, in quanto il fine a cui tende l'autore é la dimostrazione della provvidenza divina contro le concezioni materialiste ed evoluzioniste dell'epicureismo.
Dialogo di Agostino trentenne con amici e parenti sul significato della felicità e sulla possibilità, per l'uomo, di conseguirla.