Il 2 febbraio 1943, con la resa della Sesta armata del maresciallo Friedrich Paulus termina la battaglia di Stalingrado, uno dei momenti più significativi della Seconda Guerra Mondiale. Viktor Nekrasov, come molti civili, combatté in prima persona nelle trincee e pochi anni dopo pubblicò questo romanzo, ancora oggi comunemente considerato una delle migliori opere della letteratura sovietica di guerra. Narrato in prima persona dal luogotenente Kerèncev (che in tempo di pace era un giovane ingegnere), il racconto ripercorre quei momenti drammatici, dall'annuncio dell'arrivo dei tedeschi ai combattimenti durissimi all'ultimo sangue che metteranno alla prova la natura umana dei vari personaggi, fino agli esiti finali in cui la resistenza eroica di un intero popolo obbligherà alla resa il nemico cambiando così le sorti di tutta l'Europa. Nekrasov è stato cittadino e soldato, e come tale si è immedesimato nella condizione degli infiniti e quasi anonimi eroi, con galloni e senza, che si sono trovati a fare la Storia sotto le mura di Stalingrado. Rifiutando ogni retorica e con una narrazione sincera e priva di enfasi celebrativa, gli umili protagonisti di questo romanzo pongono quesiti etici validi ancora oggi: ci si può fidare di un compagno sconosciuto? Qual è il vero eroismo: quello di chi si cela dietro le frasi altisonanti ma nel momento del bisogno tradisce la sua mancanza di umanità o quello di chi non sa usare le belle parole ma è capace di sacrificare la propria vita per il bene comune?
Un'antica tradizione vuole che ogni sette anni, a Likovrissi, un piccolo villaggio greco-ortodosso affacciato sul Mare di Creta, la Pasqua venga festeggiata mettendo in scena il dramma della Passione di Cristo. Per l'occasione i contadini abbandonano le consuete occupazioni per vestire i panni dei personaggi del Vangelo ma, nel momento in cui vengono scelti gli attori, accade qualcosa di strano. I futuri protagonisti della Via Crucis, infatti, sembrano come posseduti dallo spirito evangelico e, stravolgendo i loro comportamenti, si trasformano nei personaggi che dovrebbero interpretare. Accade così che, quando a Likovrissi giungono dei profughi greci fuggiti da un paese bruciato dai turchi, i contadini a cui è stata affidata la parte di Cristo e degli apostoli finiscono per opporsi all'egoista padre Grigori, accogliendo i fuggitivi nelle loro terre. Allo stesso modo Manoliò, il giovane a cui è stato affidato il ruolo di Gesù, lascia la sua fidanzata nel tentativo di redimere Katarina, la vedova peccatrice scelta per dare un volto alla Maddalena. Lo stesso Manoliò non esiterà ad autoaccusarsi di un delitto che non ha commesso pur di risparmiare ai suoi compaesani le ritorsioni minacciate dall'Agà turco che governa Likovrissi.
Settantatré anni prima di Cristo, quando nessun dio e nessun uomo sembravano in grado di minacciare i destini della Città Eterna, uno schiavo decise di spezzare le catene in cui era avvolto e, accompagnato da un pugno di seguaci disposti a tutto, portò il suo attacco al cuore di Roma. Comincia così la storia di Spartaco, il gladiatore. Un'epopea di libertà che attraversò la penisola italica riuscendo a sconfiggere a più riprese le apparentemente invincibili legioni romane. Un'avventura straordinaria capace di vibrare nel tempo e di riportare in vita una figura leggendaria.
Pubblicato in occasione del centocinquantesimo anniversario dell'Unità nazionale, "Ti racconto l'Italia" nasce per dare voce a quelle generazioni di patrioti che, tra sacrifici di ogni genere, dedicarono ogni loro energia, e spesso anche la vita, al sogno di un'Italia unita e libera dalla dominazione straniera. Vero e proprio atto d'amore nei confronti della lunga stagione risorgimentale, "Ti racconto l'Italia", grazie alla competente curatela di Riccardo Reim, è un libro antiretorico, sincero e a volte duro. Una raccolta di scritti e reportage d'epoca in cui, pagina dopo pagina, il tormentato percorso che ha consentito all'Italia di essere una nazione diventa un'avventura grandiosa da rivivere in "presa diretta" grazie alle testimonianze dei suoi protagonisti. In questo modo - e attraverso i contributi di uomini di lettere e d'azione come Giuseppe Mazzini, Silvio Pellico, Carlo Cattaneo, Giuseppe Montanelli, Emilio Dandolo, Edmondo De Amicis, Carlo Pisacane, Giuseppe Cesare Abba, Ippolito Nievo, Felice Cavallotti, Felice Venosta, Cesare Pascarella, Alexandre Dumas, Giuseppe Garibaldi e molti altri - i luoghi-simbolo del Risorgimento, le sanguinose battaglie, gli eroi delle insurrezioni, i luoghi deputati alla repressione antipatriottica e il martirio di chi regalò l'esistenza al sogno di un'Italia unita escono dalle pagine dei tomi di storia in cui sono stati relegati per farsi memoria di una stagione su cui c'è ancora molto da dire e da imparare.
Joseph Rudyard Kipling aveva poco più di vent'anni e un'immensa sete di avventura quando, alla fine dell'Ottocento, decise di addentrarsi nell'India più magica e remota. Il suo viaggio, compiuto utilizzando ogni mezzo disponibile - dai treni affollati di vagabondi fino alla groppa di un'elefantessa nervosa - restituisce al lettore immagini dal fascino intramontabile: il maestoso Taj Mahal di Agra, la città rosa di Jaipur, la mitica roccaforte di Amber. Sullo sfondo, le parole senza tempo dei personaggi misteriosi e straordinari incontrati lungo la via, nel cuore dei regni governati dagli ultimi discendenti dei sanguinari guerrieri Rajput e custoditi da una saggezza che soltanto la penna di un Premio Nobel per la Letteratura avrebbe potuto raccontare.