Al centro della produzione poetica di Rota sta il matrimonio con Porzia Capece, che morì giovane e nel cui ricordo Rota compose le Rime. Esse costituiscono un canzoniere, costruito sul modello di quello petrarchesco, tutto incentrato sul tema dell'amore coniugale, considerato nei due momenti in vita e in morte della donna amata, e presentano la vicenda con tratti di intensa commozione e drammatica musicalità. L'introduzione e l'ampio commento che completano il testo, inquadrano il panorama letterario del Cinquecento meridionale in modo nuovo e stimolante.
Se ne ignorano l'autore, l'esatto periodo di composizione e persino il titolo preciso: un fitto mistero avvolge questo poemetto, accrescendone il fascino lungo i secoli. In un'opera che condensa i punti caratteristici della cultura tardo medioevale, si narra dell'amore del poeta per una donna di grande bellezza, attorno al quale si sviluppano innumerevoli digressioni: le proprietà nascoste delle pietre preziose, le descrizioni mirabolanti del palazzo in cui vive l'amata, gli affreschi delle sue stanze. Dopo che l'amante si dichiara sottomesso ai voleri di lei, viene rivelata la natura allegorica della vicenda: la donna è l'intelligenza umana, il palazzo e la corte sono il corpo e l'anima.