Shirin Ebadi, la prima donna musulmana a ricevere il Premio Nobel per la Pace, ha ispirato milioni di persone nel mondo con il suo impegno da avvocato per i diritti umani, difendendo soprattutto le donne e i bambini dal brutale regime iraniano. Per questo il governo ha cercato di ostacolarla in tutti i modi, ha intercettato le sue telefonate, ha messo sotto sorveglianza il suo ufficio, l'ha fatta pedinare, ha minacciato lei e i suoi cari con metodi violenti e indicibili. Oggi Shirin Ebadi ci racconta la sua storia di coraggio e di ribellione contro un potere intenzionato a portarle via lutto - il matrimonio, gli amici, i colleghi, la casa, la carriera, persino il Premio Nobel - ma che non è riuscito a intaccare il suo spirito combattivo e la sua speranza di giustizia e di un futuro migliore: "è per amore dell'Iran e del suo popolo, delle sue potenzialità e della sua grandezza; che ho intrapreso ogni singolo passo di questo viaggio. E so che un giorno gli iraniani troveranno la loro strada per la libertà e la giustizia che meritano." "Finché non saremo liberi" è il racconto incredibile di una donna che non si arrenderà mai, non importa quali rischi dovrà correre: un esempio per tutti, che insegna il coraggio di lottare per le proprie convinzioni.
L'Italia dal secondo dopoguerra ai primi anni settanta nei ricordi di un bambino e poi di un ragazzo che cresce in una famiglia di sinistra, ebrea e laica, colta e nevrotica. Una galleria di piccoli personaggi memorabili, raccontati con affettuosa ironia, sullo sfondo di un paese ricco di conflitti e speranze. Tra aneddoti e ombre delle cupe tragedie del Novecento, una microstoria capace di restituire il sapore di un'epoca. Con un'idea centrale: la vita è una rappresentazione teatrale imbevuta di trucchi, di maschere e di artifizi, d'imbrogli e di magie. Rapporti familiari, amori, sesso, valori, religione, impegno civile, studi, lavoro: ovunque si scoprono i marchingegni dell'esistenza, a volte sporchi, a volte salutari.
Ci sono vite segnate dal destino e quella di Romano Tamani, settantenne chef del celebre ristorante Ambasciata di Quistello, vicino Mantova, è una di queste. Il suo destino è la cucina, il cibo, la gastronomia - e insieme a questi, la tradizione. Attraverso le sue ricette, Tamani rievoca il mondo contadino arcaico, patriarcale e matriarcale insieme, da cui proviene; rievoca le sue terre; rievoca il suo passato, nutrito di religione, senso della famiglia, rispetto del destino. E critica alcuni vizi della modernità: il fast food, i cibi di importazione, la passione per l'estetica a scapito della qualità. La testimonianza di uno chef che ha fermato il tempo, e così ha conquistato i palati d'Italia e la Michelin. Introduzione di Vittorio Sgarbi.
Alla vigilia dei sessant'anni, quando il più dei tuoi anni ce li hai alle spalle eppure pensi di averne ancora di buoni e vitali, Giampiero Mughini comprò la prima casa della sua vita. Nel quartiere romano di Monteverde, un quartiere che prende il nome dal colore delle cave di tufo di cui era ricco e che i romani presero a sventrare a inizio secolo quando stava crescendo vertiginosamente la popolazione della capitale d'Italia. All'apparenza un quartiere di pace, e invece ogni mattina, quando va a comprare i giornali, Mughini passa innanzi alla palazzina tuttora intatta di viale Trastevere dove i nazi azzannarono all'alba del 16 ottobre 1943 una famiglia ebrea di cinque persone, i Sabatello, di cui nessuno tornò dai lager. Comincia dallo sguardo giornaliero a quella palazzina - e dunque dal racconto minuto per minuto e casa per casa di quanto accadde ai 1020 ebrei romani deportati ad Auschwitz la saga della memoria contenuta in questo libro. La memoria di uno che si danna da quanto l'eco dei suoi ricordi s'è fatta maledettamente sproporzionata rispetto allo sciagurato presente che noi italiani stiamo vivendo, un presente dove imbecilli e pagliacci di ogni risma la fanno da padroni. E tanto più che la casa di Monteverde è stata pensata per fare da tempio di quella memoria, le migliaia e migliaia di libri amati e collezionati che riempiono sette stanze e che raccontano copertina per copertina la storia della cultura italiana del Novecento...
Michelangelo Pistoletto, uno dei punti di riferimento dell'arte contemporanea, si racconta per la prima volta in questo libro. Sollecitato dallo sguardo e dalla voce di Alain Elkann, rievoca la sua storia più intima: l'infanzia, la vita in famiglia, gli affetti, mostrando come i luoghi del suo vivere (Torino e Biella, Sansicario e Corniglia) siano indissolubilmente intrecciati a quelli del suo lavoro d'artista, cominciato a quattordici anni con il restauro di quadri antichi nella bottega paterna. È la storia di un successo crescente, scandito dall'incontro con galleristi, critici, collezionisti e curatori di grande fama, ma soprattutto dal confronto e dalla continua interrogazione dei maestri riconosciuti: Francis Bacon, Jean Fautrier, Lucio Fontana, Alberto Burri, Robert Rauschenberg, Alberto Giacometti, Balthus. Dagli anni cinquanta ai giorni nostri, da New York a Parigi, e a Vienna, dove centrale è l'insegnamento all'Accademia di Belle Arti, si delinea un lungo e affascinante itinerario. Dai primi autoritratti fra l'astratto e il materico ai Quadri specchianti, vero nucleo fondante della poetica di Pistoletto, dagli Oggetti in meno, precorritori dell'arte povera, alle azioni del gruppo Lo Zoo, prime manifestazioni della Creative Collaboration, fino al Terzo Paradiso e alla Cittadellarte, che fonda un sistema aperto delle conoscenze per realizzare l'idea di un'umanità responsabile, ecco un unico fil rouge che pone l'arte come fonte di "energia mentale e visiva".
Un appassionato racconto in prima persona, simile ad un viaggio, nella vita di Lucio Dalla e nelle pieghe di un incontro, quello di Lucio con l'autore, dal 1997 alla fine: attraverso i ricordi di Alemanno, un percorso dalle strade di Bologna a quelle di New York, da Dublino a Barcellona, da Mosca a Lisbona, ma anche in Sicilia, a Napoli, in Puglia e in tanti altri posti... Un viaggio fatto di parole, aneddoti, persone, odori, sensazioni e arte: quella vista in un museo e quella ideata, pensata, realizzata, insieme a quella che era ancora lì da venire... Oltre alle parole, anche alcune fotografie, scattate dallo stesso Alemanno, mentre era in giro, con Lucio, per il mondo, quando fissava in un'immagine quello che gli occhi di Lucio, insieme ai suoi, si erano fermati a guardare...
Un maestro del cinema contemporaneo, premio Oscar nel 1990 con "Nuovo cinema paradiso", racconta la passione e la professionalità che si nascondono dietro la macchina da presa. Da Kurosawa a Fellini, da Truffaut a Pasolini, i maestri del grande schermo prendono vita in una grande conversazione sull'arte dei sogni di celluloide, un percorso attraverso film e protagonisti che hanno acceso le emozioni di intere generazioni.
Giovan Battista Piranesi: incisore, scenografo, antiquario, ma prima di tutto, come venne definito dai suoi molti oppositori e rivali, "architetto scellerato". "La croce e la sfinge" racconta la vita di questo artista d'eccezione e dei suoi figli, la sua storia ribelle e avventurosa, che inizia a Venezia, per proseguire nella Roma delle rovine; la storia di un uomo le cui idee rivoluzionarie suscitano scandalo, così come il legame con la potente famiglia di Papa Rezzonico, che pensa di usarlo per i propri scopi politici. Ma questi sono solo alcuni dei tanti azzardi che caratterizzano l'esistenza di un irregolare dell'arte e del pensiero, che nel progetto di restauro della chiesa di San Giovanni in Laterano e nella costruzione della chiesa di Santa Maria del Priorato sull'Aventino si avvicina sempre più ai simboli dei crociati e alla mitologia dei templari, un amore tossico che aliena sempre più a Piranesi le simpatie dei vertici ecclesiastici. Pierluigi Panza profonde in questa grande avventura il rigore del saggista e dell'erudito, ma, prima ancora, la capacità del narratore di immergersi nella materia infuocata di un'esistenza fuori dalle regole e di elevarla a simbolo di un'intera epoca: il Settecento dei misteri, degli oscuri simboli esoterici e dei poteri occulti che scuotevano le certezze del secolo dei Lumi e minacciavano la Chiesa. II libro è arricchito da documenti inediti e riproduzioni delle incisioni di Giovanni Piranesi.
Tutto ha inizio con Tommaso Florio a metà Seicento in Calabria, a Melicuccà, e poi a Bagnara, dove il figlio Domenico e quindi il nipote Vincenzo esercitano il mestiere di fabbro. L'ascesa comincia con Paolo e Ignazio, figli di Vincenzo, sbarcati a Palermo a fine Settecento per dedicarsi al redditizio commercio delle droghe. Con Vincenzo, figlio di Paolo, la ditta si trasforma in una holding: dal commercio all'attività finanziaria, dalla pesca del tonno alla produzione vinicola e zolfifera. La svolta è legata allo sviluppo della navigazione a vapore: Vincenzo e il figlio Ignazio colgono l'onda della modernizzazione e creano una flotta, che consente a Ignazio di collocarsi ai vertici dell'high-society internazionale. I primi segni della crisi giungono dopo la sua morte nel 1891, ma il nuovo Ignazio non sembra rendersene pienamente conto e continua a vivere nel suo mondo dorato assieme alla moglie, la bellissima donna Franca celebrata da poeti e artisti. Il risultato è la lenta dissoluzione dell'impero economico ereditato con il fratello Vincenzo, l'inventore della famosa Targa Florio, nonostante i tentativi di salvataggio operati dai vari governi italiani, da Giolitti a Mussolini. E anche i Florio, non senza loro grave responsabilità, come recita un aforisma americano a proposito di famiglie di immigrati "che iniziarono in maniche di camicia, nel corso di tre generazioni si ritrovarono in maniche di camicia", come già gli antenati calabresi.
Il libro raccoglie la summa della prosa non narrativa di Sandro Veronesi. Racconti in forma di reportage, storie di cronaca apparentemente inverosimili, incursioni in territori dove la realtà sfiora l'assurdo. Dalle Madonne piangenti in campagna elettorale alla frenesia del "gratta e vinci", dal Giubileo alla festa dell'orgoglio gay, da un esame di maturità in cui si discute con cognizione di causa sul suino pesante, fino alla tragedia delle Twin Towers: una guida alla scoperta dell'assurdo nel mondo.
Fin dall'inizio del suo pontificato, papa Giovanni Paolo II ha saputo trovare una via di comunicazione diretta, aperta e semplice con i fedeli e, più in generale, con gli uomini moderni. Dal suo invito a non temere, con cui si è presentato al mondo all'inizio del mandato, fino alle meditazioni più recenti, questo volume raccoglie i pensieri, le riflessioni, le esortazioni che hanno fatto di Giovanni Paolo II uno dei papi forse più amati nella storia della Chiesa.
Fino al 1938, gli Apache costituivano uno spauracchio, una leggenda grandiosa e terribile che trasfigurava un popolo di guerrieri in un'orda di spietati selvaggi. Questo libro, che raccoglie le testimonianze degli ultimi protagonisti, mette ordine nella cronologia e offre un'interpretazione nuova della guerra che, per tre secoli, ha contrapposto una piccola e sparpagliata tribù di Indiani allo strapotere dell'Uomo Bianco.
T.E. Lawrence, il leggendario Lawrence d'Arabia, in due anni - dal 1916 al 1918 - riuscì ad organizzare un esercito arabo sotto il comando dell'emiro Feisal e a portarlo vittorioso fino a Damasco; ma per il governo inglese la guerra serviva solo a distruggere l'impero ottomano e a consolidare la propria posizione nel Medio Oriente. Alla fine della guerra T.E. Lawrence raccontò gli avvenimenti di quegli anni in un libro che non è un resoconto di guerra. "I sette pilastri" è un racconto epico poetico e avventuroso, un libro di saggezza, un ritratto dell'Arabia, della sua gente e dei suoi misteri ed è il diario intimo di un uomo, forse l'ultimo eroe romantico, che con il nome Lawrence d'Arabia è entrato nella leggenda.