A cosa serve il cinema? A divertirsi, viaggiare nel tempo, emozionarsi. Non solo. I film mostrano tante vite possibili. Il premio Oscar Giuseppe Tornatore ci porta alla scoperta di cinquanta film che ogni ragazza e ragazzo merita di vedere. Una valigia di sogni da portare con sé per diventare grandi (e, all'occorrenza, tornare piccoli) e scoprire retroscena, curiosità, trucchi di regia dei grandi capolavori del cinema. E ora, buio in sala, che la magia abbia inizio...
Due amici si incontrano e discutono. Discutono del mondo e del loro lavoro, perché non sono soltanto amici, si muovono anche nello stesso universo artistico. Uno realizza cinema, l'altro realizza musiche per il cinema. È così che nascono queste pagine densissime, animate dalle domande di Giuseppe Tornatore, che riportano i suoi lunghi colloqui con Ennio Morricone. Pagine nelle quali il cinema è un tema ed è un pretesto, qualche volta in primo piano, qualche altra sullo sfondo dei loro incontri. Ne parlano, lo affrontano, lo rigirano da ogni parte per capire cosa sia stato, cosa sia oggi e che futuro abbia, lo osservano da cineasti, lo osservano da appassionati, lo osservano anche da spettatori. Intrecciano le loro opinioni, i loro racconti, le loro sensazioni. Ogni tanto sembra che i loro ruoli si invertano. Tornatore cerca una sua musica delle immagini, Morricone una misteriosa visibilità dei suoni.
La corrispondenza racconta di una studentessa universitaria che nel tempo libero fa la controfigura per la televisione e il cinema. La sua specialità sono le scene d'azione ed è abilissima nelle situazioni pericolose che, sullo schermo, si concludono fatalmente con la morte del suo doppio. Sembrerebbe una mania dettata dalla passione per il rischio, in realtà è l'ossessione in cui la ragazza s'illude di sublimare un orribile senso di colpa. Quello di ritenersi responsabile della tragica scomparsa del suo grande amore. Una ferita mai rimarginata, un conto sospeso, un'ombra che nessuna luce saprà mai dissolvere. Sarà il suo professore di astrofisica ad aiutarla nel ritrovare l'equilibrio esistenziale perduto. Il loro sarà soprattutto un rapporto epistolare tutto veicolato dalla rete, fatto di messaggi e posta elettronica, dove i confini tra virtuale e reale si fanno evanescenti, ambigui.
Un sessantenne esperto d'arte e battitore d'aste di grande fama, è un cuore gelido, l'unico affetto è quello che prova per gli sguardi scrutanti dei volti femminili della sua segreta e inestimabile raccolta di ritratti. Una giovane donna non esce di casa da anni, nessuno ha più visto il suo volto e vive circondata d'ombre, servita da un anziano portiere. L'incontro tra i due avviene in vista della vendita del patrimonio artistico contenuto nell'antico palazzo ereditato da lei. E tra di loro comincia un gioco torbido e insieme speranzoso che si potrebbe chiamare passione o liberazione. Introducendo questo suo racconto, da cui viene il film "La migliore offerta", il regista Giuseppe Tornatore racconta che nei suoi appunti riposavano da tempo "la figura di una ragazza molto introversa, che viveva reclusa in casa per paura di camminare lungo le strade e mischiarsi in mezzo agli altri" e "un uomo impegnato in un mondo che mi ha sempre attratto, quello dell'arte e dell'antiquariato, un battitore d'aste con la mania dei guanti". Due personaggi isolati che non toccavano la solidità di una storia, fin quando non accadde che, grazie al fluido misterioso della creatività, queste due figure iniziarono a interagire e "una volta innestate l'una nell'altra, la vicenda della ragazza agorafobica e quella del battitore d'aste hanno miracolosamente originato la completezza narrativa che da anni inseguivo e non trovavo".
Un maestro del cinema contemporaneo, premio Oscar nel 1990 con "Nuovo cinema paradiso", racconta la passione e la professionalità che si nascondono dietro la macchina da presa. Da Kurosawa a Fellini, da Truffaut a Pasolini, i maestri del grande schermo prendono vita in una grande conversazione sull'arte dei sogni di celluloide, un percorso attraverso film e protagonisti che hanno acceso le emozioni di intere generazioni.