Vestire è un'arte antica, raffinata e in continuo mutamento, che riflette l'identità dell'individuo. Troppo spesso con il motto «l'abito non fa il monaco» si è tentato di giustificare ogni tipo di abbigliamento senza rispetto né del luogo, né delle persone che si hanno di fronte. Attraverso un leggero viaggio nella storia del costume, gli autori vogliono porre l'accento su quanto, soprattutto negli ultimi anni, ci si sia dimenticati che il primo biglietto da visita, prima ancora del saluto, è la nostra immagine. Spesso non si coglie differenza tra l'andare in spiaggia o ad un colloquio di lavoro, in un luogo di culto o in una sala da ballo. Ma il modo in cui ci poniamo e ci presentiamo parla di noi.
Con l'avvento di Internet, si è tornati a comunicare per iscritto, già dalla più tenera età i millenial comunicano quasi unicamente scrivendosi, per qualunque motivo. Questo fenomeno che riguarda la popolazione mondiale e di qualsiasi età, presenta però anche degli svantaggi. Con la velocità consentita dai nuovi mezzi di comunicazione, si sono perse alcune regole che conviene rispettare per farsi comprendere al meglio, per fare arrivare nel modo più efficace possibile ciò che desideriamo dire. Per scrivere, non importa se alla nonna, all'amica del cuore, al Professore con cui si sta preparando la tesi o al Presidente della Repubblica, ci sono delle regole e consuetudini che devono essere conosciute e applicate. Una corretta comunicazione, rispettosa delle regole e delle consuetudini, è indispensabile sia nei rapporti tra privati, sia nei rapporti professionali. In questo agile manuale, si potranno trovare preziose indicazioni, criteri e suggerimenti per ogni occasione.
Il volume vuole essere un compendio di quelle regole, a volte non scritte e molto spesso, ahimè, dimenticate, che sono utili per una più serena vita civile di quel settore del clero che si trova a dover presenziare eventi civili regolati da un'etichetta o da un cerimoniale. Si tratta di uno studio che vuole offrire anche agli agenti culturali, agli studiosi del cerimoniale, alle autorità che si relazionano con il clero, semmai ce ne fosse bisogno, quelle norme di bon ton e di protocollo che rendono più facile e a volte anche più piacevole i doveri della buona educazione e delle relazioni urbane. Non ci sono ambienti e settori sociali che possono considerarsi esenti dalle buone maniere.
Pochi conoscono le tradizioni che si nascondono dietro gli attuali usi a tavola. Una storia che dall'antica Roma arriva a noi, anche grazie al passato delle famiglie nobiliari dell'Italia pre-unitaria. Scritto da Gloria Salazar e curato da Sofia Fabrizi, il libro è diviso in due parti. La prima ripercorre la storia degli usi e costumi a tavola; la seconda spiega cosa è rimasto oggi delle tradizioni del passato, che - come sempre - ha molto da insegnare.
La parrocchia è chiamata ad essere una realtà viva, perché composta da tante persone, volti e risorse che se messe insieme, portano a grandi risultati. Certo, non mancano le situazioni imbarazzanti, più prettamente “umane”, dettate dal troppo attivismo, spesso misto a vanagloria e secondi fini. La parrocchia, come realtà viva, è anche in continua purificazione, con un sano senso di autocritica, secondo l’idea che tutti siamo utili ma nessuno indispensabile: ciò vale anche e soprattutto nelle cose di Dio. Questo opuscolo desidera essere un elogio ai ministeri nella Chiesa, con il desiderio che possiamo agire sempre più per la ricerca della gloria di Dio e non nostra.
L'ordine "sta' composto" ci ha fulminato in casa, a scuola e ovviamente in chiesa. Anche oggi in chiesa, molti si abbandonano agli atteggiamenti più strani, si accasciano nelle pose più comiche, si avviluppano nelle movenze più ridicole proprio mentre vivono il centro della fede cristiana: la S. Messa. Destinatari di questo "galateo" sono i praticanti, non del tutto scevri da derive in fatto di comportamento e gestualità liturgica, sperando che l'esempio costituisca per tutti la miglior predica.
Il canto è un ministero liturgico: questo opuscolo - con uno stile talvolta ironico o provocatorio - vuole essere un invito a lodare degnamente Dio attraverso il canto, nella liturgia della Chiesa. Spesso si rischia di dimenticare le cose essenziali di questo servizio: la preparazione tecnica è certamente importante ed indispensabile, ma ricordando sempre che l'attenzione principale spetta sempre e solo al Signore. Questa sorta di vademecum - che cerca di mettere insieme ricerche e considerazioni maturate dall'autore nel corso degli anni - desidera quindi esaltare l'importanza del canto liturgico aiutando, sacerdoti e musicisti, a viverlo con responsabilità, gioia e bellezza.
È interessante scoprire come molte delle nostre abitudini alimentari si ispirino al modello di vita comunitaria proposto dalla Regola di San Benedetto...
La Regola di san Benedetto fornisce indicazioni dettagliate sull’alimentazione e sul modo di comportarsi in refettorio, sulla disposizione dei monaci a tavola, sul loro servizio reciproco, sulla lettura e il silenzio, sui tempi dei pasti in comunità e sulle norme salutistiche. Questi precetti prendono il nome di galateo monastico e trovano la loro espressione artistica nella costruzione dei refettori monumentali e delle grandi cucine monastiche. Molte delle nostre abitudini alimentari si ispirano al modello di vita comunitaria proposto dalla Regola, che è ancora di grande attualità.
Uno strumento pratico ed agile ad uso dei ministri di culto, dei sacristi e di quanti si occupano della cura dei luoghi di culto e del decoro delle azioni liturgiche. Il testo, che nasce più da una pratica pastorale che da elevate disquisizioni teologiche, è a servizio della Liturgia Latina di Rito Romano.