«Se la storia è di qualità, allora ci fa ripensare alla definizione di cose che pensavamo di avere capito bene, poiché ci fa entrare in contatto non solo con il familiare, ma anche con quanto appare strano. Essa riconosce che "il passato è una terra straniera", oltre ad essere il nostro passato».
Il vecchio adagio secondo cui saremmo condannati a ripetere una storia che non conosciamo si applica tanto alla storia della chiesa quanto a ogni altra impresa storiografica. Tuttavia il problema è: come va affrontata la storia della chiesa? Molto di ciò che è stato ritenuto tale è in larga misura propaganda; e molti libri di qualità sono oggigiorno scritti in modo brillante ma apparentemente lontano dai bisogni attuali della chiesa. Nello sviscerare questo dilemma, Rowan Williams propone alcune riflessioni su come pensiamo il passato in generale e fa emergere come la storia della chiesa sia stata usata dai teologi non solo per provare dei punti di vista ma anche per chiarire che cosa siamo in quanto esseri umani. Il frutto della sua esplorazione è un senso dell'importanza della storia come un qualcosa che aiuta ad approfondire il nostro pensiero e che ci obbliga a ricorrere alle più svariate e originali analogie per definire chi siamo e in quale mondo viviamo.
Un piccolo libro di grande portata per chiunque intraprenda lo studio della storia della chiesa, sia per motivi ministeriali o professionali, sia per il semplice desiderio di approfondire le radici storiche della propria fede e della propria tradizione.
L'autore
RUDOLF BRÄNDLE, già Professore di Nuovo Testamento e di Storia della Chiesa antica presso l'Università di Basilea, si occupa di Giovanni Crisostomo da più di trent'anni. Tra le sue opere: Matth. 25, 31-46 im Werk des Johannes Chrysostomos (Tubinga, 1979), la voce "Johannes Chrysostomus I" nel Reallexikon für Antike und Christentum, e gli Studien zur Alten Kirche (Stoccarda, 1999).
Il libro
Come monaco, poi sacerdote e predicatore di primo rango di Antiochia, Giovanni Crisostomo venne nominato, nel 397, vescovo di Costantinopoli, entrando in conflitto con Teofilo, il patriarca di Alessandria, e con l'imperatrice Eudossia. Destituito dal cosiddetto «sinodo della Quercia» nel settembre del 403, fu costretto ad andare in esilio. Il 14 settembre 407, 1600 anni fa, morì al confine tra Armenia e Georgia mentre stava marciando, spinto dai soldati, verso la città dell'esilio.
Il volume ripercorre i passi della vita di Giovanni in modo avvincente. Pubblicato per la prima volta in lingua tedesca nel 1999, esso è stato tradotto nel frattempo in francese, inglese, russo e ora anche in italiano. Una biografia, frutto di grande empatia, che rappresenta al contempo un libro di storia politica, sociale, religiosa e intellettuale.
L'autore
ERNST BAMMEL, teologo tedesco, specialista in Teologia neotestamentaria e Talmudistica. Ha insegnato in Germania (a Erlangen, Gottingen, Munster) e a Cambridge in Inghilterra. E' autore di varie pubblicazioni.
Il libro
Nell'antichità si ritrovano norme che regolano la "successione" in tutti gli ambiti della vita. Le loro forme sono particolarmente caratteristiche nelle culture in cui la preoccupazione di avere un successore era della massima importanza. Questo studio del teologo tedesco Ernst Bammel, L'erede di Gesù, presenta i diversi modelli di "successione" esistenti nell'ambiente in cui visse Gesù e il loro influsso sul cristianesimo. Tra i seguaci di Gesù, se da una parte l'apostolo Giacomo è da considerarsi il successore naturale, il successore "nato", dall'altra parte si è costituita, intorno alla figura di Pietro, un'altra regola per la successione, favorita dalle concezioni del diritto romano. Altre modalità per intendere la successione di Gesù si sono collegate a Giovanni, Andrea e Maria di Magdala. Una pluralità di persone e una disparità di concezione che indicano come all'inizio del processo non c'era alcuna precisa designazione di "una" persona. Nell'ultimo capitolo Bammel analizza la natura dell'insegnamento e del "testamento" di Gesù e rileva come questo si differenziava dai modelli precedenti: il destinatario dell'eredità di Gesù è "colui che lo segue" in quanto appartenente alla comunità.
Studio rigorosamente scientifico, L'erede di Gesù guida alla scoperta di una dimensione importante negli scritti del Nuovo Testamento.
L'autore
Robert Markus è Professore Emerito presso l'Università di Nottingham ed è membro della British Academy. È stato membro dell'Institute for Advanced Studies di Princeton e Distinguished Visiting Professor di Studi Cristiani Antichi presso la Catholic University of America. Tra le sue pubblicazioni è da segnalare il noto studio Saeculum: History and Society in the Theology of St Augustine (seconda edizione, Cambridge 1988).
Il libro
Questo studio si occupa di un problema storico centrale: la natura dei mutamenti che hanno trasformato gli orizzonti intellettuali e spirituali del mondo cristiano dal IV secolo fino alla fine del VI secolo. Perché, ad esempio, le convinzioni, gli atteggiamenti e le tradizioni di Gregorio Magno si differenziano così notevolmente da quelle di Agostino? La fine della cristianità antica esamina come i Cristiani, che in precedenza avevano costituito una minoranza minacciata ed assediata, giunsero a definire la propria identità in un mutato contesto di rispettabilità religiosa, dove la loro fede era diventata una fonte di privilegi, prestigio e potere. Il professor Markus torna a valutare il culto dei martiri e la creazione di schemi di tempo sacro e di spazio sacro, ed analizza il richiamo esercitato dall'ascetismo ed il suo impatto sulla Chiesa in generale. Questi mutamenti costituiscono parte di una transizione fondamentale, che può forse venire descritta nel modo migliore come il mutamento dalle forme di cristianità antica a quelle della cristianità medievale, mutamento che procede da una cultura laica più antica e più varia e si muove in direzione di una cultura religiosa che poggia su di una solida base biblica.
Il libro
"E' un dovere restituire al popolo cristiano il tesoro dei Padri della Chiesa, che gli appartiene e che a volte è stato monopolizzato dagli eruditi". Questa esigenza di un monaco belga, grande editore di testi patristici, trova la sua risposta in questo volume, che offre qui la possibilità a ogni cristiano, desideroso di approfondire la propria fede e la propria preghiera, di farsi discepolo dei nostri Padri nella Fede. Sotto le apparenze di un manuale è una persona viva che ci parla, ci comunica i suoi entusiasmi, potremmo dire il suo amore, per Origene e Agostino, ci fa condividere le sue indignazioni di fronte alle ingiustizie di Girolamo, mette un'erudizione solida ma mai ardua al servizio dell'incontro con i testi stessi dei Padri. Suddivisioni e sottotitoli facilitano la lettura, eppure non si è mai chiusi in una prospettiva sistematica. Il lettore riceve una vera "iniziazione": quando richiude il libro ha vissuto la comu nicazione di una esperienza spirituale, la sua fede è stata rinnovata a contatto con i Padri, egli stesso può "inoltrarsi nel loro essere segreto" secondo l'espressione di Newmann cara a suor Gabriel; essa è divenuta discepola di due maestri: Newmann e Hans Urs von Balthasar; ecco la prospettiva teologica del suo studio. Utile come base per un corso, per lo studio personale, per la lettura spirituale, quest'opera risponderà al desiderio dei laici, dei religiosi e dei sacerdoti, di attingere alle sorgenti della tradizione cristiana.