Da qualche tempo è sempre più evidente la crescita degli eventi, sia in termini economici che di professionalità richieste. Eppure, viene dedicata ancora una scarsa attenzione al processo di selezione degli eventi e alla successiva misurazione dei risultati conseguiti. Selezionare un evento e valutarne l'impatto per il territorio e per gli altri stakeholders significa stimare il beneficio economico, sociale, ambientale e di immagine che deriva dall'aver promosso od organizzato uno specifico evento. Il testo riporta oltre quindici casi di eventi di successo: La Notte Bianca di Roma, il Festivaletteratura, il Festivalfilosofia, il Festival della Scienza, il RavelloFestival, il NapoliFilmFestival, le Olimpiadi invernali 2006, l'America' Cup di vela a Valencia, gli Internazionali di tennis BNL a Roma, l'NBA European Live Tour, il Giro d'Italia, gli Europei 2008 di calcio, le Olimpiadi estive 2008 a Pechino, i Mondiali di ciclismo 2008, i Mondiali di nuoto 2009 a Roma, e altri.
L'uscita dalla grande crisi globale verso un nuovo ciclo di sviluppo richiede di riconsiderare le forme organizzative ed i modelli di business e di consumo. Le nuove possibilità offerte dall'evoluzione del web 2.0 di cui vediamo ora sola la punta dell'iceberg (se si considerano gli sviluppi in prospettiva del Web Semantico 3.0 e del Metaweb 4.0), attraverso la straordinaria diffusione a livello planetario dei social networks, dei blog e delle applicazioni wiki, rappresentano il motore per la mutazione organizzativa richiesta da imprese e organizzazioni pubbliche. L'"impresa web" di cui già sono in atto realizzazioni operative, si costruisce attraverso la diffusione, all'interno e con gli stakeholder esterni, di reti sociali, di comunità di knowledge sharing, di relazioni "person to person". Questo lavoro, che raccoglie esperienze imprenditoriali e universitarie e contributi basati su casi concreti, si propone di analizzare e mettere a disposizione delle imprese, in specie le Pmi, degli enti non profit, degli enti pubblici, dei centri di formazione e soprattutto dei giovani, i "nativi digitali", alcuni strumenti "aperti" per leggere un complesso processo di mutazione organizzativa e delle professioni con lo scopo di aiutare a costruire nuove opportunità di crescita, di innovazione e di forza competitiva.