Un Natale pieno di sorprese in sette racconti sulla festività più attesa dell'anno. Storie straordinarie, e fuori dai peggiori e più comuni sentimenti. Un regalo ai lettori da alcuni tra i più amati scrittori del momento.
Semisepolto in mezzo a una pista sciistica sopra Champoluc, in Val d'Aosta, viene rinvenuto un cadavere. Sul corpo è passato un cingolato in uso per spianare la neve, smembrandolo e rendendolo irriconoscibile. Poche tracce lì intorno per il vicequestore Rocco Schiavone da poco trasferito ad Aosta: briciole di tabacco, lembi di indumenti, resti organici di varia pezzatura e un macabro segno che non si è trattato di un incidente ma di un delitto. La vittima si chiama Leone Miccichè. È un catanese, di famiglia di imprenditori vinicoli, venuto tra le cime e i ghiacciai ad aprire una lussuosa attività turistica, insieme alla moglie Luisa Pec, un'intelligente bellezza del luogo che spicca tra le tante che stuzzicano i facili appetiti del vicequestore. Davanti al quale si aprono tre piste: la vendetta di mafia, i debiti, il delitto passionale. Quello di Schiavone è stato un trasferimento punitivo. È un poliziotto corrotto, ama la bella vita. Però ha talento. Mette un tassello dietro l'altro nell'enigma dell'inchiesta, collocandovi vite e caratteri delle persone come fossero frammenti di un puzzle. Non è un brav'uomo ma non si può non parteggiare per lui, forse per la sua vigorosa antipatia verso i luoghi comuni che ci circondano, forse perché è l'unico baluardo contro il male peggiore, la morte per mano omicida ("in natura la morte non ha colpe"), o forse per qualche altro motivo che chiude in fondo al cuore.
"La vita andava avanti lo stesso, spietata e inutile come quei giorni di agosto". C'è un morto sulla spiaggia con una siringa in vena: Montalbano, con Livia a Vigàta per il Ferragosto, sospetta una montatura, scopre il colpevole ma viene scavalcato. Un milionario russo è stato assassinato nel resort non lontano dal BarLume: il Barrista e i Vecchietti cercano la donna. Una rapina in banca finisce quasi in una strage: il vicequestore Rocco Schiavone gioca un po' sporco, come al solito. Nel cuore afoso delle ore piccole, una splendida fuggitiva irrompe nella Casa di ringhiera: tutto in una notte per il vecchio De Angelis con la sua auto feticcio e, dietro, il corredo di equivoci sarcastici da ballatoio. Un attentato nel ricco mondo dell'industria vinicola siciliana: Baiamonte, steso sulla sdraio, indaga per noia. Una pistola da collezione ha ucciso la moglie del commissario Carreras e ogni indizio accusa il marito: Petra Delicado e Fermin Garzón scommettono sul vero amore. Da Salvo Montalbano a Petra Delicado, gli investigatori degli autori presenti in questa raccolta hanno poderose personalità, tanto da riempire ampiamente lo spazio dei loro casi, non meno di quanto lo facciano gli intrecci in cui capitano. Da questa osservazione nasce l'idea di misurarne, appunto, la personalità, impegnandoli alla prova di occasioni speciali, di feste comandate e di giornate in cui di solito tutti vorrebbero liberarsi dei ruoli ufficiali.
"È difficile dalla letteratura italiana moderna e contemporanea ritagliare, sia pure in antologia di non rilevante volume, una letteratura delle istituzioni. Che cosa è il Parlamento, che cosa una prefettura, un ufficio di polizia, un consorzio agrario, un ente di assistenza, una capitaneria di porto, uno stato maggiore, e così via, si ha l'impressione che soltanto la letteratura italiana ne abbia mancato la rappresentazione. Tanto vero che indelebili ci restano le eccezioni a questa regola: il Parlamento dell'Imperio di De Roberto, la questura di Roma di Carlo Emilio Gadda, l'Eca di Palermo di Matteo Collura... Questo libro di Luisa Adorno racconta che cosa è una prefettura, che cosa è un prefetto. E lo racconta con una vivacità, un'ironia, un brio da far pensare a certe pagine di Brancati." Leonardo Sciascia (1983)
Nel cuore del Messico, Montezuma, sovrano azteco orgoglioso e potente, onorato come un dio e profondamente temuto, a capo di un impero di 15 milioni di persone, aspetta, con curiosità e trepidazione, l'arrivo preannunciato di un misterioso straniero sbarcato da poco sulle coste del Continente. È Hernán Cortés, l'avventuriero spagnolo audace e ambizioso che passerà alla storia come il Gran Conquistador. Partito da Cuba con una piccola armata di furfanti e mercenari in cerca di oro e potere, superando vulcani ancora attivi e immense montagne, aridi altipiani e intricate foreste, imbattendosi in tribù indigene da soggiogare e convertire in nome del re di Spagna, Cortés raggiunge la Valle del Messico sul finire del 1519, varcando infine le maestose porte della capitale fino ad allora inviolata, la città dei sogni, Tenochtitlán. Il condottiero spagnolo e l'imperatore azteco si fronteggiano, protagonisti di un epocale incontro fra culture, affascinati e sconvolti dalla loro stessa diversità. Che quello straniero barbuto, dallo sguardo arrogante e dalla parola suadente, rappresenti il profetico ritorno del dio Quetzalcoatl? Dall'alto del piramidale Templo Mayor, luogo di preghiere e sacrifici umani, Montezuma interroga àuguri e sacerdoti per scoprire il destino del suo impero. Due anni dopo, di quella civiltà ricca ed evoluta non sarà rimasto più niente.
Formidabile condottiero, conquistatore spietato, saggio legislatore, crociato, cavaliere cortese, protettore della Chiesa, patrono della Francia, generoso mecenate, santo. Nessun altro personaggio della storia occidentale ha subito maggiori trasformazioni nell'immaginario popolare di Carlomagno, energico monarca di un popolo di rozzi guerrieri, celebrato attraverso i secoli come il più grande sovrano dell'Occidente cristiano, e a cui molti protagonisti della storia moderna e contemporanea si sono ispirati. Grazie al suo acume politico, alla sua intelligenza militare e alla sua profonda fede religiosa questo barbaro d'aspetto imponente, carattere determinato e tempra instancabile riuscì in un'impresa all'apparenza impossibile: conducendo una guerra costante su più fronti, volta a debellare nemici esterni e faide intestine, ampliò il dominio dei franchi fino a esercitare un potere assoluto su un impero etnicamente e linguisticamente eterogeneo, come non se ne vedeva dai tempi di Costantino, che egli fu in grado di tenere insieme per tutta la durata del suo lunghissimo regno. Un impero i cui confini comprenderebbero gran parte degli attuali territori di Francia, Germania, Belgio, Olanda, tussemburgo. Svizzera, Austria, Polonia, Slovenia, Repubblica Ceca, Ungheria e Italia. Una formazione politica, religiosa e culturale senza precedenti, a cui oggi diamo il nome di Europa.
Le arti visive e la pubblicità, il design e l'architettura, la grafica, il fumetto e il cinema realizzano immagini che sanno coniugare efficacemente percezione e cognizione. Questo libro vuole spiegare come si fa a comunicare con le immagini, in che modo gli elementi percettivi, iconografici, simbolici e stilistici s'incastrano in una grammatica degli effetti, nella capacità di trasmettere informazioni e fare scattare emozioni mediante la loro funzione espressiva.
A più di trent’anni dalla legge 194, l’interruzione volontaria di gravidanza continua a essere un tema scottante che tocca molteplici aspetti: dalla questione morale e giuridica a quella di impronta più marcatamente ideologica. Il volume di Giambattista Scirè offre un quadro complessivo del cammino che ha portato alla regolamentazione dell’aborto in Italia, capace di prendere in considerazione i punti di vista di tutti i protagonisti della vicenda, dalle avanguardie intellettuali al mondo cattolico intransigente, dai movimenti femminili e radicali alle forze della politica e dell’informazione. Attraverso i documenti dell’epoca, l’autore ci offre una ricostruzione storiografica delle vicende che hanno segnato il dibattito culturale sull’aborto e il suo travagliato iter parlamentare, svelandone le sfumature e le molteplici contraddizioni.
Un documento eccezionale sulla storia dell’ex Unione Sovietica e sul suo sistema concentrazionario. Un’opera, frutto di diciassette anni di ricerche, che raccoglie 550 fotografie, la maggior parte delle quali mai viste, e cartine, dati, analisi basate su documenti di prima mano.
Quale rapporto c'è fra la vita personale e la moralità? Che cosa significa agire per "buone ragioni" e quale valore hanno le "mie buone ragioni" in una società multiculturale? Fra l'identità personale e la riflessione morale vi è una tensione costante, che è compito dell'azione concreta di volta in volta risolvere. Ogni azione è un giudizio. Per questo, le ragioni che motivano le azioni devono essere oggetto di una riflessione critica che consenta un ragionevole confronto con gli altri. In un dialogo serrato con autori come Bernard Williams, Charles Taylor, Thomas Scanlon ed Emmanuel Mounier viene qui tratteggiata un'interpretazione di ispirazione kantiana delle ragioni morali e della loro valenza pubblica. Nella moralità mettiamo in gioco la nostra natura di persone libere per costruire un'identità individuale. Attraverso il confronto critico con il senso morale comune si esprime l'autonomia di individui impegnati nella formazione di sé e nella ricerca di una vita comune giusta. Il criterio morale fondamentale di questa costruzione è il rispetto per tutte le persone, inclusi noi stessi. Rispettare l'autonomia e l'integrità significa anche, per esempio, non deformare il corpo e i desideri delle persone, come minaccia di fare la nuova eugenetica. Le vite personali si propongono come uniche e irripetibili, ma il loro apprezzamento e il loro valore talvolta esemplare sono possibili solo se le "buone ragioni" che le hanno orientate sono effettivamente ragionevoli.
Questo libro offre la prima guida ragionata ai testi della filosofia. Le opere fondamentali di ciascun pensatore vengono presentate con una scheda bibliografica iniziale (che ne indica il titolo originale e la traduzione italiana, la data di stesura, il luogo e l'anno della prima edizione), una descrizione del contenuto, le informazioni utili per comprendere il contesto nel quale ogni opera fu concepita e la sua eventuale fortuna. Infine viene suggerita la migliore edizione italiana disponibile. Uno strumento innovativo e indispensabile per tutti coloro che si interessano di filosofia. Un dizionario che fornisce la chiave per un approccio al pensiero filosofico partendo dalla tanto auspicata analisi dei testi.
BIOETICA CATTOLICA E BIOETICA LAICA
Con un Poscritto 2009
Questo libro fornisce una panoramica imparziale, e al tempo stesso chiara e documentata, di un argomento di grande attualità, che sta condizionando profondamente il dibattito culturale e politico del nostro paese. Questa nuova edizione ampliata dell’opera − ormai ritenuta una sorta di classico sul tema − contiene sia un “Poscritto 2009”, in cui si traccia un bilancio critico complessivo della situazione odierna, avanzando, tra le altre cose, la suggestiva ipotesi di un “cambiamento di paradigma” da parte della Chiesa, sia un’estesa “Appendice” sui diversi modi di rapportarsi al problema bioetico dell’aborto.
INDICE
1. Un «sapere a vantaggio dell’uomo»: etica, bioetica e filosofia
Natura, compiti e origini della bioetica,
La vocazione “filosofica” della bioetica
2. I due paradigmi dominanti della bioetica odierna: problemi storiografici e critici
Modelli antitetici di bioetica
Casi “cruciali” e paradigmi
3. La bioetica cattolica della “sacralità della vita”
Esistenza di una bioetica cattolica ufficiale con valenze filosofiche
L’articolazione teorica del paradigma della sacralità della vita
Chiarificazioni e puntualizzazioni
Legge «naturale» e legge «eterna»
Il «deontologismo» della teoria della sacralità della vita
Legge morale e legge civile
Quale personalismo? I presupposti metafisici della bioetica cattolica,
4. La bioetica laica della “qualità della vita”
La “laicità” in bioetica. Questioni terminologiche e critiche
Il principio della “qualità della vita” e le sue interpretazioni teoriche fondamentali
5. L’articolazione del “paradigma” laico: prospettive, autori e modelli
La “koiné” laica e i suoi punti qualificanti
L’“umanità” della morale
Il rifiuto del concetto di “natura”
Il principio di “autonomia”
La “disponibilità” della vita
La conoscenza come strumento di progresso
La non accettazione del soffrire
Il diverso valore “qualitativo” delle vite
Il concetto funzionalista di “persona”
L’opzione “pluralistica”
L’opzione “liberale”. Morale e diritto
L’opzione “antiassolutistica”. Teleologia e deontologia “prima facie”
Perché la bioetica laica non è soltanto un’etica di “secondo grado”
Autori e modelli della bioetica laica internazionale
“Arbitrarismo” e “relativismo”: critiche e repliche
6. Una dicotomia arbitraria o una realtà di fatto?
Riconsiderazione del problema
Legittimità dell’ottica dicotomica
7. Bioetiche di matrice religiosa vicine alle posizioni laiche
Religioni e bioetica
Posizioni alternative
Repliche cattoliche
Fecondità euristica della distinzione fra laicità in senso “debole” e laicità in senso “forte”
8. Interpretazioni laiche del principio della sacralità della vita
Un principio pi√π antico del cristianesimo
Donagan e Rachels
Dworkin,
9. Indisponibilità e disponibilità della vita come chiavi di lettura della bioetica contemporanea
Una dicotomia pi√π comprensiva
Suicidio ed eutanasia come “cartine di tornasole” di opposte scelte paradigmatiche
10. Ancora su bioetica cattolica e laica. Tentativi di mediazione e persistenti differenze di paradigma
Tra incontri e scontri
Tentativi di mediazione
Il richiamo alla metafisica come “zoccolo duro” della bioetica cattolica
Due paradigmi contrapposti, costretti, loro malgrado, a coesistere e dialogare
Poscritto 2009
Un libro “attuale”
La teoria dei “paradigmi” bioetici
Obiezioni e repliche
In che senso parliamo di libro “profetico”
Inesistenza di una “terza via” tra indisponibilità e disponibilità della vita
L’“ipotesi” di un “cambiamento di paradigma” da parte della Chiesa
Dalle ipotesi sul futuro alla “realtà effettuale delle cose”: bioetica e mediazione politica
Appendice. Il problema dell’aborto nella bioetica cattolica e laica
Il problema
L’argomento scientifico
L’embrione come persona: la posizione cattolica
L’embrione come non-persona: la posizione laica
Due diverse antropologie di riferimento
L’argomento della potenzialità
L’argomento dell’autodeterminazione femminile
L’accusa cattolica di “cultura della morte”
L’argomento laico dello “spreco” naturale degli embrioni
L’argomento del “principio di precauzione”
La controversia sull’aborto come cartina di tornasole dell’opposizione paradigmatica fra due tipi di bioetica
La menzogna si confronta, per definizione, con il concetto di verità e con quello di libertà, con i campi del sapere e con quelli del potere. Tuttavia, il problema della bugia non è riducibile alle questioni della moralità, a un valore regolativo della politica o alle complesse casistiche del diritto. Il paradosso della menzogna consiste nella sua implicita domanda di verità e, insieme, nella sua capacità di far tornare, ogni volta, all'imbarazzante dualità dell'inizio, a quel dialogo originario che precede ogni monologo. Ma la filosofia della bugia e la storia della sincerità, che qui appaiono intimamente intrecciate, non ci raccontano solo di quella menzogna che riguarda il mondo delle cose, ma anche e soprattutto di quella bugia che ha per oggetto noi stessi, nelle forme della doppiezza, del mascheramento e dell'autoinganno. Allora, che senso ha essere sinceri? Che cosa significa essere veraci? Che differenza c'è fra il bugiardo e l'impostore, fra il falsario e il plagiario?
Pubblicato per la prima volta in lingua francese nel 1946, il libro si inserisce nel solco della tradizione aurea dell'esistenzialismo e dei suoi massimi rappresentanti: la questione dell'essere, invisibile filo rosso che accomuna pensatori fra loro così distanti, viene affrontata dalla pensatrice ginevrina attraverso una sorta di ontologia negativa, tesa a mostrare come l'essere, quest'entità impalpabile e inaccessibile al pensiero, si sveli soltanto nelle opere della mano umana, nella forma che essa imprime all'esistere. Pensare l'essere significa dunque, anzitutto, pensare la forma: dalla natura al sogno, dall'arte all'immaginazione, Jeanne Hersch traccia in questo appassionante saggio le basi di quello che sarà il percorso filosofico di un'intera vita.
II testo presenta un'analisi su scala planetaria dei movimenti migratori effettuata in comparazione con i movimenti di persone verificatisi a cavallo tra Otto e Novecento. Ne emergono analogie e differenze significative: la moltiplicazione dei paesi d'origine e di destinazione; le dinamiche psicologiche personali e collettive che presiedono alla scelta di migrare; il nuovo ruolo esercitato dalla criminalità organizzata nel traffico di esseri umani; il crescente protagonismo delle donne; il peso dei rifugiati di guerra. Possono gli immigrati bilanciare la stasi demografica dei paesi ricchi dando un contributo decisivo al mercato del lavoro e ai conti pensionistici del welfare state? Qual è l'effetto dell'emigrazione sullo sviluppo economico dei paesi d'origine dei migranti? Quale modello di immigrazione scegliere nella società attuale?
"Le persone agiscono solo perché mosse dal desiderio di ottenere un guadagno monetario? Lavorano solo perché sono pagate per farlo? Forse non è proprio così: le persone intraprendono molte azioni semplicemente perché provano piacere nel farlo. E inoltre esistono circostanze in cui una significativa ricompensa di tipo monetario può estromettere quelle che chiamerò 'motivazioni intrinseche all'azione'. Offrire uno stipendio più alto può dunque indurre un minore impegno e una riduzione della performance." Bruno S. Frey è professore di Economia all'Università di Zurigo.
Aristotele, "il maestro di color che sanno", secondo la celebre formula dantesca, per molti secoli è stato considerato il Filosofo, e quasi il simbolo stesso della ragione umana. Ancor oggi, le prospettive aperte dallo stagirita mantengono un'intatta vitalità: se la sua logica e la sua epistemologia sono state riscoperte nella loro grandiosa architettura, le sue analisi ontologiche sono tornate al centro del dibattito filosofico. Varie correnti dell'etica contemporanea hanno posto in luce la straordinaria attualità del pensiero pratico di Aristotele, mentre un'attenzione sempre più viva si proietta anche sulle sue indagini di filosofia naturale. In tale quadro, la presente introduzione alla filosofia aristotelica "può essere collocata sullo stesso piano degli studi più importanti su Aristotele degli ultimi decenni" (H. Flashar) e rappresenta uno strumento prezioso per quanti cercano un accesso filologicamente rigoroso e filosoficamente affidabile ai testi dello stagirita. Emerge dal libro la complessa immagine di un filosofo criticamente aperto a tutte le vie del pensiero e attento, in parallelo, a coniugare l'ispirazione strutturale con un approccio fortemente problematico ai temi di volta in volta affrontati.
Sospesa fra spinte innovatici e rigurgiti fondamentalisti, l'India incarna oggi una potenza dalla ricchezza e dalle contraddizioni inaudite: forte di una tradizione millenaria tuttora viva, questo paese sembra riuscire ad affrontare le sfide imposte dall'avvento del nuovo millennio. Uno studioso inglese affronta gli aspetti più significativi della religione induista alla luce del dualismo modernità-tradizione: dal fenomeno dell'orientalismo e dei guru in Occidente alla questione femminile, dall'ascesa del nazionalismo indù all'odierno conflitto con i musulmani, il libro ricostruisce i tratti salienti di questa sterminata cultura.
Se il medioevo fosse veramente quella fatidica "età di mezzo" imposta da quasi un secolo di storiografia classica e filo-rinascimentale, difficilmente la sua estensione nel tempo potrebbe avere le dimensioni gigantesche di circa mille anni. Il medioevo, presentato da questi quattro storici spagnoli, nella sua veste più inusuale e intrigante, in un approfondimento al tempo stesso dettagliato e veloce, si dimostra come il banco di prova con cui si devono confrontare tutte le cristallizzazioni ideologiche successive e le forme di convivenza future. Il volume propone un'idea di Europa vasta e coerente, ove siano presenti tutte le zone geografiche e le popolazioni che hanno contribuito al suo sviluppo o alla sua decadenza: un'Europa che comprende tutta l'area del Mediterraneo e l'Est. Il tutto all'interno di un vivo e appassionante viaggio nel tempo, che tocca anche le regioni dell'Africa e dell'Asia.
Wrotizla, Vretslav, Presslaw, Bresslau e anche Vratislavia. E infine Breslau, nome germanico in vigore fino alla caduta del Terzo Reich, e Wroclaw, nome polacco assunto dopo il 1945. La storia di Breslavia è scandita dai cambiamenti del suo nome, più di cinquanta, che evocano invasioni nomadiche, insediamenti misti e conquiste militari. Il caleidoscopio etnico è stato la norma in una terra che divenne il grande asilo della comunità ebraica europea, lo scenario di stati nazionali piccoli o deboli e di potenti imperi dinastici. Un ritratto del labirinto etnico, religioso e politico dell'Europa centrale, attraverso la storia di una città che contiene la silloge concentrata di tutte le esperienze che hanno fatto dell'Europa centrale quello che è.