
Questo libro si propone di raccontare la storia di Antonio Rosmini, il prete di Rovereto vissuto nella prima metà dell’Ottocento, noto soprattutto come filosofo e fondatore di una congregazione religiosa. La Chiesa cattolica ne riconosce oggi la grandezza, ma sulla sua vita e su quella dei suoi discepoli pesarono a lungo le proibizioni e le condanne ecclesiastiche che coinvolsero alcuni aspetti del suo pensiero. La sua stessa persona attirò, accanto ai più solenni attestati di stima, anche giudizi malevoli e perfino atteggiamenti ostili e minacciosi. Sulla sua morte pesa ancora oggi il sospetto di avvelenamento.
Chi era quest’uomo ammirato per la sua intelligenza straordinaria e per la sua semplicità di vita altrettanto fuori dal comune? Che cosa pensava e che cosa aveva scritto di tanto pericoloso? E come mai oggi è considerato un beato da quella stessa Chiesa che a lungo lo ha messo al bando?
Sommario
Prefazione (P. Coda). Premessa (M. Dossi). Abbreviazioni. I. La formazione e gli anni giovanili. II. L’ambiente milanese e le prime battaglie culturali. III. La perfezione cristiana. IV. Salvare l’intelligenza. V. Un cantico filosofico delle creature: l’etica rosminiana. VI. Le opere della maturità e le prime polemiche rosminiane. VII. La persona e la politica. VIII. Il rinnovamento ecclesiale e le Cinque Piaghe della Santa Chiesa. IX. La rivoluzione del 1848 e il fallimento del riformismo rosminiano. X. La ricerca teosofica e l’ultimo Rosmini. Epilogo: Dalla condanna alla beatificazione. Per saperne di più.
Note sull'autore
Michele Dossi è docente di discipline filosofiche presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Romano Guardini” di Trento. Oltre a un ampio Profilo filosofico di Antonio Rosmini (Morcelliana 1998), tradotto in tedesco da Kohlhammer (Stoccarda 2003), ha pubblicato numerosi saggi sul pensiero rosminiano. Collabora con la Biblioteca Rosminiana di Rovereto e con il Centro di studi e ricerche Antonio Rosmini dell’Università di Trento.
Descrizione
Professore universitario e partigiano, politico e giurista, monaco e padre della Costituzione, Giuseppe Dossetti (1913-1996) è stato uno dei protagonisti della scena pubblica del Novecento italiano. Questo libro ne ricostruisce con rigore la biografia, segnata in apparenza da improvvise cesure e cambi di rotta, ma in realtà percorsa da un’incessante e semplice ricerca di conformità al Vangelo dentro la complessità della storia.
L’insegnamento universitario, l’esperienza partigiana, il contributo alla stesura della Carta costituzionale, difesa con vigore anche negli ultimi anni di vita, la militanza critica nella Democrazia cristiana e il ritiro dall’attività politica per fondare una comunità monastica disegnano un percorso ricco di scelte, di incontri e di amicizie (tra tutti, La Pira, Lazzati e il cardinale Lercaro).
In fondo, Dossetti coltivava un solo desiderio: «Diffondere quella pace che è un bene universale, diffonderla non a parole, ma col silenzio e con i fatti, quelli più profondi, più duraturi e più umili, più puri da ogni clamore».
Sommario
Prefazione. Dossetti, un limone spremuto (E. Galavotti). Introduzione. Una «sintesi di pace». I. Una profonda esperienza della vita. II. Per una riforma della Chiesa. III. Nella Chiesa del concilio. IV. Uno sguardo dilatato e approfondito. V. Il ritorno in Italia: gli ultimi anni e le premesse per un futuro. Bibliografia essenziale. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Fabrizio Mandreoli, presbitero della diocesi di Bologna, è docente di Teologia fondamentale e Storia della teologia alla Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna. Ha studiato a Bologna e Milano e ha approfondito gli studi di teologia, storia e lingue semitiche a Francoforte, Boston e Gerusalemme. Dopo aver svolto attività pastorale nelle carceri e in diverse comunità parrocchiali, oggi si occupa prevalentemente di formazione giovanile e dialogo ecumenico e interreligioso. Di recente ha pubblicato Viaggio intorno al mondo. Un'esperienza di ricerca tra fedi, identità e trasformazioni umane (con G. Cella, Zikkaròn 2019) e ha curato La teologia di papa Francesco. Fonti, metodo, orizzonte e conseguenze (EDB 2019).
Enrico Galavotti è professore associato di Storia del cristianesimo presso l’Università di Chieti-Pescara, dove insegna anche Storia della teologia. È nato a Mirandola (Modena) nel 1971, si è laureato in Scienze politiche all’Università di Bologna e ha conseguito il diploma di perfezionamento in Scienze Religiose presso l’Alta Scuola Europea di Scienze religiose. È stato borsista presso l’Università di Modena e Reggio Emilia e professore a contratto presso l’Università di Bologna, l’Università di Modena e Reggio Emilia e l’Università di Chieti-Pescara. È membro della Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna dal 1998.
Alla fine dell’Ottocento, Léon Gustave Dehon (1843-1925) fonda un moderno istituto religioso nel nord della Francia, in un ambiente segnato dall’allora fiorente devozione al Sacro Cuore di Gesù. A questa impresa si accompagnano molte sfide e problemi.
Questo saggio si occupa del fondatore dei Sacerdoti del Sacro Cuore a partire da quattro diverse prospettive – missione, Chiesa, denaro e nazione – e ne presenta la figura all’interno della Chiesa cattolica e della Francia del suo tempo.
Poco prima della morte, avvenuta a Bruxelles nel 1925, Dehon può contare su una Congregazione di oltre 730 religiosi in diverse nazioni, ma nonostante questo successo la sua figura rimane controversa, come dimostra la sospensione del processo di beatificazione decisa da Benedetto XVI nel 2005.
Il 1° luglio 1949 la Chiesa prende posizione ufficiale nei confronti del comunismo e sancisce la scomunica per tutti i fedeli che «professano questa dottrina». Il decreto non giunge inatteso: è solo l'atto finale di un processo, iniziato alla fine della seconda guerra mondiale, che ha visto i cattolici impegnati nello scontro politico, in prima linea contro quella che viene considerata una nuova religione secolare di redenzione sociale. Questo libro analizza i passi che, a partire dal pontificato di Pio XII, portano alla scomunica comunista. Il documento stesso viene analizzato e interpretato alla luce del contesto socio-politico e viene data voce a coloro che furono direttamente toccati dalla decisione della Chiesa: una maggioranza di contadini e operai che si trovarono a dover scegliere fra un partito che tutelava i loro diritti e una Chiesa che sembrava allineata «con il prete e con i padroni». Prefazione di Luigi Bettazzi. Postfazione di Achille Occhetto.
L'esperienza africana di Annalena Tonelli, iniziata in Kenya e proseguita in Somalia, si conclude con la morte in Somaliland. Gli ultimi sette anni della sua vita, dal 1996 al 2003, sono i più duri e difficili. In un contesto fanatico e intollerante la sua vocazione alla povertà si radicalizza in una chiamata alla «grazia a caro prezzo», in un'espressione della non violenza «mescolata nella melma, nella pasta di questo terribile mondo».
Nella storiografia italiana e straniera il rapporto tra Chiesa cattolica e schiavitù sembra risentire di una certa polarizzazione ideologica, accompagnata da una selezione e decontestualizzazione delle fonti. Da un lato la Chiesa viene presentata come fiera paladina contro lo schiavismo; dall’altro viene ritenuta senza appello legittimante e connivente. Un oggettivo esame delle fonti – dall’Antico Testamento al Catechismo del 1994 – mostra una realtà che richiede una distinzione. Dall’età antica a quella moderna, passando per la sistematizzazione medievale, la Chiesa ha sempre approvato la «servitù giusta», cioè la privazione della libertà in tre soli casi: criminali, prigionieri di guerra, lavoratori subordinati. La «schiavitù ingiusta», cioè la cattura, la tratta, la compravendita, lo sfruttamento e l’abuso di civili innocenti non trova invece giustificazione in alcun pronunciamento.
Di fronte a Dio tutti gli uomini sono uguali in natura e dignità, e il prossimo va amato come se stessi. Questo ha permesso all’Europa medievale cattolica di essere la prima ad abolire questo iniquo istituto, che nei secoli ha causato sofferenze e morte a milioni di persone.
Sommario Prefazione (L. Mascanzoni). Sigle. Introduzione. I. La schiavitù tra storia e Scrittura. 1. Cenni storici sulla schiavitù. 2. Scrittura. II. Documenti. 1. Tradizione. 2. Concili antichi emedievali. 3. Pronunciamenti papali antichi e medievali. 4. Istituti religiosi di redenzione. 5. Magistero del ’400. 6. Pronunciamenti moderni e contemporanei. III. Sintesi della dottrina cattolica. Per una conclusione. Appendice. Tabella sinottica. Bibliografia.
Note sull'autore Roberto Reggi è laureato in Filosofia, Scienze della formazione, Psicologia e Psicologia scolastica e di comunità, e licenziato in Teologia dell’evangelizzazione e Scienze bibliche. Per EDB ha pubblicato I «fratelli» di Gesù (2010) e ha curato la traduzione interlineare in italiano di tutti i libri dell’Antico e del NuovoTestamento (2001-2014).
Autunno 1961. Il vescovo Iuliu Hossu è in carcere da 13 anni. È per lui un periodo di totale isolamento e solo il fratello Traian ha il permesso di fargli visita. Gli porta tre quaderni e una boccetta di inchiostro. Hossu – con il timore di essere scoperto dalla Securitate, la feroce polizia segreta della Romania comunista – scrive una lunga e appassionata lettera ai fedeli della sua diocesi e al suo successore. Si augura che quel testo possa vedere la luce quando la Chiesa uscirà dalle catacombe. Traian custodirà i preziosi quaderni fino alla caduta del regime di Nicolae Ceaușescu.
Questo straordinario documento storico, pubblicato per la prima volta in Italia, testimonia l’appassionato amore della Chiesa romena di rito bizantino per Dio e per la Chiesa.
Sommario Prefazione (F. Crihălmeanu). Notizie sull’autore. Nota all’edizione italiana (M. DallaTorre - G. Munarini - C.F. Sabău). I. Quaderno primo. Resta con noi, Signore, il giorno già volge al declino. Memorie degli anni 1947-1950. II. Quaderno secondo. La casa del dolore e della sofferenza. Memorie degli anni 1950-1955. III. Quaderno terzo. L’esilio nella nostra cara patria. Memorie degli anni 1956-1961. Appendici. Il cardinale dal pastrano di pelle di pecora (S.A. Prunduş). Cenni biografici dei principali personaggi ricordati nell’opera (G. Munarini).
Note sull'autore Iuliu Hossu (1885-1970), eparca di Cluj-Gherla in Transilvania per 52 anni, è stato incarcerato dal regime comunista nell’ottobre 1948. Ha trascorso cinque terribili anni nel carcere di sterminio di Sighet ed è morto in prigionia nel 1970, all’età di 85 anni. È stato il primo cardinale della Chiesa greco-cattolica rumena, anche se – per questioni di opportunità – Paolo VI lo nominò in pectore, rivelandone il nome solo tre anni dopo la morte. È attualmente in corso la causa di beatificazione.
Umberto Eco, Gianni Vattimo, Emilio Colombo, Silvio Garattini, Pietro Pfanner, Emmanuele Milano sono stati tra i giovani dell’Azione cattolica che nei primi anni Cinquanta hanno avuto don Arturo Paoli come assistente spirituale. Quel gruppo ha rappresentato la «meglio gioventù» del cattolicesimo italiano del Novecento, precursore delle aperture e delle riforme che la Chiesa farà proprie soltanto con il concilio Vaticano II.
Questo volume, che riguarda un periodo breve, ma cruciale della vita di Paoli, raccoglie una selezione di lettere, relazioni, articoli, verbali composti quando il sacerdote era vice assistente centrale della Gioventù di Azione Cattolica, movimento giovanile che negli anni del primo dopoguerra godeva di larghissima diffusione e forza identitaria.
Quel breve periodo, vissuto all’apice di un’organizzazione incardinata nel cuore dello Stato Vaticano durante il pontificato di Pio XII, può rivelare i molteplici aspetti che hanno caratterizzato la personalità e l’impegno di Paoli. Libertà e fedeltà sono due cardini del suo pensare e del suo agire: la libertà dell’uomo di cultura e di fede che orienta azioni e parole secondo la Parola del vangelo, che non esita a esercitare e stimolare una critica propositiva nel dibattito su religione e politica; la fedeltà del «figlio» che non rinnega il legame con la Chiesa cui appartiene neppure quando viene ingiustamente punito, ma anzi da lì trae ragione e forza per diventare un suo testimone più credibile e coerente.
Sommario Sigle e abbreviazioni. Presentazione (A. Del Carlo). Introduzione (S. Soave). I documenti. Premessa. I. Epistolario. II. Interventi verbalizzati. III. Relazioni e articoli. Ringraziamenti. Indice dei nomi.
Note sull'autore Arturo Paoli (Lucca 1921-2015), Giusto tra le nazioni e medaglia d’oro al valor civile per aver aiutato ebrei perseguitati dal nazifascismo, venne ordinato sacerdote nel 1940. L’ingresso nella congregazione dei Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld lo portò al noviziato nel deserto di Algeria, a Orano con gli operai del porto e in Sardegna tra i minatori di Iglesias. Inviso a una parte delle autorità vaticane, fu costretto a imbarcarsi per l’Argentina, dove finì nell’elenco dei condannati a morte dal regime militare. Riparò in Venezuela e poi in Brasile, dove divenne uno dei protagonisti della teologia della liberazione. Paoli ha scritto oltre cinquanta libri tradotti in varie lingue. Nel catalogo EDB sono presenti gli scritti giovanili con il titolo Chi ha diritto di dirsi cristiano? (a cura di Silvia Pettiti, 2015).
Nelle lettere dalla Somalia, Annalena Tonelli condivide con familiari e amici le drammatiche vicende di un popolo dilaniato dalla guerra civile. In quel Paese, per dieci anni, la missionaria italiana opera tra Beled Weyne, Mogadiscio e Marka. La sua azione di promozione umana consiste nello sfamare i più deboli, curare gli ammalati e ricostruire scuole per dare a tutti una speranza. L'11 dicembre 1991 scrive al suo vescovo di Forlì: «Lui dona questa capacità inesauribile, zampillante, eternamente rinnovata, di essere per gli altri e con gli altri».
Odoardo Focherini (Carpi 1907 - Hersbruck 1944), beatificato il 15 giugno 2013 e in precedenza insignito della medaglia di Giusto fra le nazioni dallo Stato d'Israele e della medaglia d'oro al merito civile dalla Repubblica italiana, morì in un campo di lavoro nazista. Giornalista, amministratore del giornale L'Avvenire d'Italia, impegnato nell'Azione cattolica, padre di sette figli, si prodigò per aiutare gli ebrei perseguitati. Arrestato l'11 marzo 1944, fu condotto nel carcere di San Giovanni in Monte di Bologna, sotto la diretta giurisdizione delle SS, poi al campo di concentramento di Fossoli. Attraverso il campo di smistamento di Gries-Bolzano e il campo di concentramento di Flossenbürg raggiunse quello di Hersbruck, dove morì pochi mesi dopo. Le sue lettere, scritte nelle diverse stazioni della sua via crucis, sono la testimonianza più eloquente e commovente di una fede profonda che non si rassegna di fronte alla sofferenza e alle persecuzioni.
Sorseggiare una tazza di cioccolata interrompe o no il digiuno, rigorosamente prescritto dalle leggi della Chiesa? La gustosissima, densa e sensuale sostanza proveniente dal Nuovo Mondo può considerarsi una vera bevanda? Verso la metà del 1600 e per oltre un secolo papi, insigni teologi e ambasciatori dei re dibattono aspramente la questione, impensabile prima della scoperta dell'America. I più rigoristi (tra cui domenicani e carmelitani), da un lato, giudicano inconciliabile coniugare digiuno e gola; i più permissivi (tra cui gesuiti e francescani), dall'altro, portano a difesa della propria posizione addirittura le estasi mistiche di Rosa da Lima, poiché un angelo sostiene le fatiche della santa porgendole esattamente una tazza di cioccolata.
In opposizione al caffè, bevanda ritenuta in sintonia con l'etica protestante, espressione di ascesi, razionalismo e operosità della borghesia progressista, la cioccolata viene percepita dai contemporanei come prettamente cattolica e barocca, adatta all'ozio degli aristocratici dell'Ancien Régime.
Il titolo del volume bene esprime le strade seguite dalla ricerca: l'interpretazione (Nietzsche) di un dibattito di teologia morale (il papa) su un episodio di storia dell'alimentazione (la cioccolata).
Il tema è uno spunto per ragionare anche sul presente, su questioni che trovano la Chiesa un po' distratta come i business legati a cosmesi, salutistica, body fitness e gourmandise. Ed è una sollecitazione ai teologi affinché non si lascino sfuggire le molte sfide, assai prossime al vissuto dei cristiani, che i 'Nuovi Mondi' di oggi pongono.
Sommario
Introduzione. 1. Il piano della ricerca. 2. Il titolo. La cioccolata cattolica. 1. Ancora cioccolata! 2. Il papa e la cioccolata. 3. Aneddoti e metodo storico. 4. Il vescovo e la cioccolata. 5. I gesuiti, la cioccolata e altro. Il digiuno ecclesiastico. 1. Cibo e cristianesimo. 2. Cibo e religioni. 3. Cibo, religione e società. 4. Tabù o astinenza? 5. Fame e digiuno. 6. Le dispense. La disputa sulla cioccolata. 1. Casistica, auctoritas, medicina. 2. Antonio de León Pinelo. 3. I predecessori di Pinelo. 4. Hurtado. 5. I medici. 6. Brancaccio. 7. La polemica tra Felini e Gudenfridi. 8. In Francia. 9. Medici e letterati italiani. 10. Concina. 11. Epigoni. Critica sociale del gusto. 1. Cioccolata, caffè e tè, ovvero la geografia del gusto. 2. Theobroma ovvero la sociologia del gusto. 3. Dall'etichetta all'etica. 4. Al di là del bene e del male. Conclusione. 1. Adamo, Eva e la mela. 2. Tre problemi. Appendici. 1. Esempi di ricopiature. 2. Bando di scomunica del 1681. 3. Le fonti di Pinelo. 4. Mele per tutti i gusti. Bibliografia consultata. Indici.
Note sull'autore
Claudio Balzaretti (1956) è ordinario di filosofia e scienze sociali nei licei statali. Laureato in lettere classiche e candidato al dottorato in esegesi presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, ha insegnato esegesi biblica presso il Seminario della diocesi di Novara. I suoi articoli spaziano dalla filologia classica e semitica alla letteratura e all'esegesi. Ha collaborato a diverse recenti introduzioni all'Antico Testamento in lingua italiana. Ha pubblicato: Esdra-Neemia. Nuova versione, introduzione e commento (Milano 1999); "Missa". Storia di una secolare ricerca etimologica ancora aperta (Roma 2000); I libri delle cronache (Roma 2001); I libri dei Re (Roma 2002); 1-2 Maccabei (Padova 2004); 1-2 Re (Padova 2008).
Descrizione dell'opera
L'attuale contesto storico appare particolarmente favorevole a una ripresa della riflessione sul laicato - il suo ruolo, le sue responsabilità, la sua importanza ai fini del pieno svolgimento della missione della Chiesa nella storia e nel mondo - soprattutto per due motivi. La fine della Democrazia Cristiana ha posto in termini nuovi il rapporto Chiesa-società: la rappresentanza dei cattolici non è più mediata dal partito che se l'era assunta, di fatto e con l'avallo della Chiesa magisteriale, e ora è esposta al rischio della debolezza, se non addirittura dell'insignificanza.
In secondo luogo, a quasi cinquant'anni dal Vaticano II, risulta definitivamente acquisita l'autonomia del laicato cattolico: nel senso non della separatezza dal corpo ecclesiale, ma del riferimento a una consapevole e responsabile presa di coscienza del suo ruolo nella storia, lungo un percorso che è illuminato dalla Parola, dal magistero ecclesiastico e dai "segni dei tempi" che la sapienza laicale deve saper decifrare.
La ricorrenza del centenario dalla nascita di Giuseppe Lazzati (1909) è occasione per riproporre il tema della cittadinanza del cristiano, capace di illuminare il rapporto Chiesa-laicato-mondo in termini rinnovati, cosicché i credenti siano "cittadini degni del Vangelo".
Sommario
Prefazione (G. Campanini). I. Le implicazioni sociali dell'eucaristia nella Sacramentum caritatis. Premessa. La collocazione dell'argomento specifico. Le implicazioni sociali del mistero eucaristico. Eucaristia e politica: nuclei dottrinali postconciliari. II. Laicato cattolico e sfera pubblica oggi in Italia. Premessa. Chiesa e impegno politico. Laicato cattolico, sfera pubblica e bene comune. Laicato cattolico e pluralismo nelle istituzioni. Laicato cattolico e pluralismo delle istituzioni. Conclusione. III. Dopo Verona: quale laicato? Premessa. La Chiesa della speranza, che è oggi in Italia. Dare nuovo valore alla vocazione laicale. La convergenza tra le aggregazioni laicali. Dopo Verona: quale laicato? Conclusione. IV. Cittadini degni del Vangelo. L'Azione Cattolica: 140 anni di santità laicale in Italia. Al servizio del fine generale apostolico della Chiesa. Testimoni di una fede amica dell'intelligenza. L'impegno per una società più umana. Conclusione. V. Ecclesialità e socialità dei fedeli laici nel pensiero di Giuseppe Lazzati. Premessa. Chi sono i fedeli laici? I fedeli laici nella vita della Chiesa. I fedeli laici nella vita della società. Conclusione.
Note sull'autore
Tommaso Turi è nato a Noci (BA) nel 1953; a partire dal dottorato in teologia presso la Pontificia Università Lateranense, ha svolto una prolungata riflessione sul laicato, particolarmente in riferimento alla figura di G. Lazzati, come è documentato dai suoi scritti: Pensare e agire da «uomini nuovi». Laicità e laicato in G. Lazzati (1990), I laici nella vita della Chiesa e del mondo (2000), Lazzati e la Gaudium et Spes (2006) e, infine Essere cattolici oggi. In Europa e in Italia (2007).
«Questo libro vuole essere un atto e una testimonianza di amore alla missione ad gentes e a tutti i missionari e missionarie che questo amore quotidianamente vivono, in tutti i continenti, per diffondere la “buona notizia” del Vangelo che è Gesù Cristo»: con tali parole, il card. C. Sepe apre la Presentazione del volume che documenta numeri, luoghi e persone delle missioni cattoliche, nonché gli orientamenti espressi dalla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli circa la missione come tratto costitutivo della Chiesa, durante gli anni in cui egli è stato prefetto del dicastero. Il testo si colloca in continuità col rapporto a firma del predecessore card. J. Tomko, – La missione verso il Terzo Millennio. Attualità, fondamenti, prospettive, EDB/Urbaniana University Press 1998 – nel documentare la presenza cattolica in ambito missionario.
Due sono le prospettive da cui accostare l’opera: quella descrittiva, con le cifre e le situazioni attuali delle missioni; quella teologico-pastorale, perché l’intero volume permette una verifica di quanto le affermazioni del documento conciliare Ad Gentes sulla missione sono entrate nel vissuto della Chiesa. Nel volume ricorrono alcuni temi fondamentali per comprendere la missione: la Chiesa tutta missionaria, la Chiesa locale, il rapporto annuncio/dialogo, l’inculturazione, la testimonianza e il martirio, le prospettive dell’enciclica Redemptoris missio, la figura di Giovanni Paolo II, la connessione tra Vangelo e promozione umana.
Sommario
Curriculum vitae del card. Crescenzio Sepe. Presentazione. Introduzione. Un rapporto sulla missione, in un cammino di Chiesa (mons. S. Pintor). Proemio. Servire la Chiesa da missionari. Vedere l’uomo con lo sguardo di Cristo. I parte. Attualità della missione: sfide e prospettive. II parte. Fino all’estremità della terra. III parte. La spiritualità anima della missione. Conclusione. Un cuore che batte per Napoli e per la missione.
Note sull'autore
Crescenzio Sepe, nato nel 1943, ordinato sacerdote nel 1967, dopo le specializzazioni in teologia e in diritto presso la Pontificia Università Lateranense e in filosofia all’Università «La Sapienza», nel 1972 entra nel servizio diplomatico della Santa Sede, che svolge dapprima in Brasile, poi in Segreteria di Stato. Nel 1992 è nominato arcivescovo e segretario della Congregazione per il clero, nel 1997 segretario generale del Comitato del Grande Giubileo del 2000. Nel 2001 è creato cardinale e prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. Nel 2006 Benedetto XVI gli affida la cura pastorale dell’arcidiocesi di Napoli.
A un primo sguardo, i cammini del pensiero politico e dell’ecclesiologia rosminiane parrebbero in larga misura divergenti e tuttavia vi è tra loro un sottile legame: il concetto di persona umana. Anzi, in certo senso «l’intera vasta costruzione di pensiero che l’enciclopedico Rosmini svolge nel corso della sua vita altro non è che una insistente e prolungata meditazione sulla persona. Politica ed ecclesiologia sono dunque due capitoli di questo ora segreto ora manifesto itinerario» (dalla Conclusione).
Filosofo e teologo a tutto campo, Rosmini lo è anche nella politica e nell’ecclesiologia e le sue pagine meritano ancora oggi di essere lette e investigate: non solo come documento di un’epoca di transizione, ma pure come chiave di lettura di molte problematiche nuove ed antiche.
I saggi proposti, a cavallo fra politica ed ecclesiologia, coronano una ormai venticinquennale attività di studio dell’autore sulle pagine rosminiane. Essi, tutti risalenti all’ultimo decennio e di non facile reperibilità, trovano nel volume una collocazione che li rende disponibili all’ampio pubblico.
Sommario
Premessa. Nota editoriale. Introduzione. Il «liberalismo» rosminiano nella prospettiva del nuovo millennio. I. Il contesto storico. 1. Chiesa e politica. Problematiche rosminiane e questioni attuali. 2. Chiesa e cristianità: Ventura, Rosmini, Gioberti. 3. Un incunabolo del «neoguelfismo»: il Panegirico di Pio VII. 4. Fra Rosmini e Gioberti: religione, nazione, democrazia. 5. Dalle Cinque piaghe alla Missione a Roma. Il progetto riformatore di Rosmini. II. I nodi teoretici. 6. Rosmini e il principio di sussidiarietà. 7. Fra globalizzazione e cosmopolitismo. Rosmini e la «Società universale del genere umano». 8. Rosmini e le istituzioni rappresentative. 9. Al di là della politica - Persona e amore: rileggendo la Filosofia del diritto. Conclusione. Annessi: 1. Il pensiero politico di Rosmini. Una ricerca di M. d’Addio. 2. La Politica Prima di Rosmini. Una riproposizione e una «riscoperta». Indici.
Note sull'autore
Giorgio Campanini, già professore di storia delle dottrine politiche nell’Università di Parma, ha dedicato a Rosmini numerosi studi, da A. Rosmini e il problema dello Stato (Morcelliana, Brescia 1983) a Politica e società in A. Rosmini (AVE, Roma 1997). Numerosi anche i suoi studi sul pensiero politico del Novecento e, in generale, sul rapporto fra pensiero cristiano e modernità. È considerato fra i più qualificati studiosi del pensiero politico cattolico dell’Ottocento e del Novecento. Per le EDB ha pubblicato: Il sacramento antico. Matrimonio e famiglia come “luogo teologico” (1996, 22000), Il laico nella Chiesa e nel mondo (1999; II ediz. aggiornata e ampliata, 2004), Le parole dell’etica (2002) e Dossetti politico (2004).
«Un ideale bilancio del corso complessivo del pensiero politico del ’900 non può prescindere dall’analisi del contributo a esso offerto da Giuseppe Dossetti (1913-1996), personalità che ha fortemente influenzato non solo l’azione politica ma anche l’elaborazione ideologica e culturale dei cattolici, e non soltanto di essi, soprattutto negli anni del secondo dopoguerra» (dalla Introduzione).
Il volume intende gettare nuova luce su una delle più vivaci e ricche stagioni del cattolicesimo democratico italiano del Novecento attraverso l’analisi della figura di Dossetti, soprattutto di quello della “politica militante”, nella convinzione che proprio dal “primo” Dossetti sia necessario partire per comprendere anche “l’ultimo”, l’appassionato difensore dei valori della Costituzione repubblicana. Si tratta di un ritorno al passato che si riallaccia al presente e non può non indurre a riflettere nuovamente sul senso e il significato della democrazia in un tempo di crisi.
Sommario. Introduzione. 1. L’eredità di Dossetti: movimento cattolico, Chiesa, modernità. 2. Alle origini dell’impegno politico: gli anni reggiani. 3. De Gasperi e Dossetti: due stili di laicità. 4. Dossetti e la questione sindacale. Appendice: testi e documenti. 1. G. Dossetti: Chiesa, Concilio, Concordato. 2. G. Dossetti: sintesi del discorso di Venezia (1949). 3. Dossetti e Mazzolari: cinque lettere inedite.
Note sull’autore
Giorgio Campanini, già professore di storia delle dottrine politiche all’Università di Parma, ha successivamente svolto una serie di corsi presso la Pontificia università lateranense e la Facoltà teologica di Lugano, approfondendo in particolare le tematiche etiche. Per le EDB ha pubblicato, in anni recenti, Il laico nella Chiesa e nel mondo (1999), Il sacramento antico. Matrimonio e famiglia come «luogo teologico» (1996, 22000) e Le parole dell’etica. Il senso della vita quotidiana (2002). Fra i suoi lavori più recenti, La convivialità familiare, Mondadori, Milano 1999; Il pensiero politico di L. Sturzo, S. Sciascia, Caltagirone-Roma 2001; La fatica del cammello. Il cristiano fra ricchezza e povertà, Paoline, Milano 2002. È socio, dalla fondazione, dell’Associazione teologica italiana per lo studio della morale (ATISM) e collabora a varie riviste, tra cui la Rivista di teologia morale del Centro editoriale dehoniano.
Per un quarto di secolo, Bede Griffiths è vissuto in India. Nel volume offre il risultato di anni di meditazione, descrivendo quelli che egli chiama i «miti» religiosi – indù, ebraici, cristiani – ossia quei testi sacri antichi che attraverso il linguaggio dei simboli comunicano una sapienza intuitiva circa i valori di ogni umana realtà. Ed essi portano alla comune consapevolezza che Dio è presente nell’uomo e nella natura: «Quando un uomo incontra Dio, la realtà, la verità, l’amore, anche se è formalmente un ateo o un agnostico, egli incontra la grazia di Dio in Cristo».
Note sull’autore
Bede Griffiths è stato monaco benedettino. Nato in Inghilterra, ha studiato al Christ’s Hospital e a Oxford. Dopo vent’anni di vita monastica in Gran Bretagna si è recato in India per «cercare l’altra metà della sua anima». La sua testimonianza profetica ha fatto dell’ashram cristiano di Shantivanam, nel Tamil Nadu, da lui diretto, un centro mondiale di unità spirituale. È morto nel 1993.
Il libro fa intensa memoria dell'impegno di Giuseppe Dossetti dal 1955 al 1958 per proporre un'alternativa a Giuseppe Dozza nel governo del comune di Bologna. Dossetti affidò allora ad Ardigò la preparazione del programma amministrativo della sua lista, con numerosi apporti di studiosi amici. Il programma venne presentato agli elettori col titolo "Libro bianco" su Bologna. Ampia parte di quelle 170 pagine viene ora riprodotta e ancora merita attenzione per la ricchezza tematica, soprattutto attorno all'idea più innovativa: la riforma dei quartieri. Ai nuovi capitoli proposti dall'autore si aggiungono tre riflessioni affidate a testimoni qualificati. In occasione della sua candidatura a sindaco di Bologna nel 1956, Giuseppe Dossetti propose alla responsabilità personale del laico credente in politica, fuori da ogni arbitraria semplificazione integristica, la novità dei "fondamenti" per rianimare il volto spirituale della città. Il testo sui "fondamenti", Dossetti "me lo consegnò di persona in una stanza del santuario di San Luca, nel colle omonimo di Bologna, in un incontro in cui egli approvò con integrazioni le mie proposte per la riforma dei consigli di quartiere" (A. Ardigò). Il volume è indirizzato a quanti sono alla ricerca di un'identità spirituale pubblica e di un metodo, per far politica civica di innovazione, da sinceri democratici.