La nazione è una comunità tenuta insieme da vincoli di sangue, o l'appartenenza a essa è mediata da legami culturali? Già agli inizi dell'Ottocento, all'idea di nazione come luogo di esercizio dei diritti universali di cittadinanza - consolidatasi attraverso l'esperienza della Rivoluzione Francese - comincia a contrapporsi la nazione concepita come collettività riservata ai membri di un'unica stirpe. Nasce così quel populismo etnico che darà vita all'ideologia "del sangue e della terra", con le sue conseguenze estreme di odio razziale. Il libro ricostruisce lo sviluppo di queste concezioni, i loro rapporti con il succedersi delle vicende storiche e delle realtà socioeconomiche.