Il testo sollecita una meditazione sull'essere credenti in Dio alla luce delle tragedie a cui il mondo assiste periodicamente. La domanda più importante che come credenti ci si deve porre dinanzi a vicende come quella rappresentata dal nome Auschwitz è di sapere se anche la fede può subire interruzioni. Per non scuotere le nostre certezze siamo spesso portati a dimenticare i disastri della storia, facendo finta di nulla e lasciando immutato il nostro sistema religioso. Oltre che poco corretto, questo atteggiamento può forse essere uno dei motivi per cui il male non muore mai e continua a imporre la sua lacerante presenza.
In questo libro l'autore espone il suo lavoro di ricerca sulla storia dell'Università di Reggio Emilia dal Settecento fino ai nostri giorni. L'interesse di Carlo Cipolli è rivolto soprattutto ad un periodo storico, il Settecento, oltremodo ricco di fermenti culturali ed educativi per l'Università Reggiana.