Con una preoccupazione principalmente pastorale, i cinque contributi di questo libro riflettono sul documento Iuvenescit Ecclesia, che la Congregazione per la dottrina della fede ha offerto all’intero episcopato cattolico. Al centro dell’analisi c’è la relazione tra i doni gerarchici e carismatici per la vita e la missione della Chiesa nel mondo di oggi.
C'è chi fa notare che di ecclesiologia se ne è fatta fin troppa e che è l'ora di rivolgere altrove le proprie attenzioni. In effetti, si ha l'impressione che la difficoltà a capire oggi cos'è la Chiesa provenga dal fatto che non si ha più una corretta immagine dei grandi temi della fede. Eppure c'è sempre luogo e tempo per parlare della Chiesa, perché il suo trattato ha le caratteristiche del crocevia è perché è lei, in fondo, a fare da collegamento con il mondo. L'ecclesiologia non può perciò rinunciare ai suoi compiti, che sono di farla conoscere meglio, di rispondere alle domande del presente e di fondare una prassi ecclesiale corrispondente. Questo volume non è un manuale, ma non manca di una certa visione organica che permette di utilizzarlo per fini scolastici. Dopo una introduzione storica, e alcune coordinate essenziali per capire cos'è la Chiesa, insieme alle principali categorie ecclesiologiche, si considerano il soggetto e le qualità derivanti dagli attributi del Credo. Seguono temi come la riforma, la Chiesa locale o particolare, l'ecclesialità delle sorgenti, i ministeri e i carismi, la corresponsabilità, il rapporto col mondo e la dimensione escatologica. L'aspetto che li accomuna, è un'ermeneutica che privilegia i significati, mentre il filo rosso è quello di una Chiesa "vivente e operante" in tutti i suoi membri.
Il Vaticano II ha voluto essere un concilio ecclesiologico: ha approfondito la natura e l’identità della Chiesa con l’intento di promuovere un’autocomprensione che gli storici del futuro non potranno fare a meno di segnalare come una tappa rilevante nella millenaria storia della Chiesa.
Il volume cerca quindi di ripercorrere il cammino dei principali temi conciliari, considerandoli dal punto di vista del soggetto-Chiesa – esso trova il proprio fulcro nella costituzione Lumen gentium – e delle sue relazioni. Quanto a queste ultime, il concilio ha inteso esprimere una volontà comunicativa universale: ciò l’ha condotto a porre le basi di un progetto ecumenico, di un più positivo rapporto con le varie religioni e di un migliore dialogo col mondo.
Considerando la ricezione del Vaticano II ancora aperta, l’opera si inserisce nell’elenco dei testi che intendono favorirla.
Sommario
Introduzione. 1. Un concilio riguarda tutti. 2. La Chiesa tra memoria e novità. 3. Passaggio di un’epoca. 4. Un concilio ecclesiologico. 5. La «nuova» autocomprensione di Chiesa. 6. L’articolazione del soggetto. 7. Il recupero del laicato. 8. Chiesa che ascolta. 9. La Chiesa in preghiera. 10. Il primato dell’eucaristia. 11. La ricerca dell’unità. 12. Chiamati per essere inviati. 13. La Chiesa solidale. 14. La Chiesa vive nella storia. 15. In difesa della persona umana. Conclusione. Nota bibliografica. Indici.
Note sull'autore
Giovanni Tangorra è docente alla Pontificia Università Lateranense. Oltre a diversi articoli in riviste specializzate e contributi in opere collettive, ha pubblicato: Credere dopo Auschwitz?, San Lorenzo, Reggio Emilia 1996; Cristo comunicatore (con F. Lambiasi), Paoline, Roma 1997; Dall’assemblea liturgica alla Chiesa, EDB, Bologna 1999; Ecumenismo e dialogo tra le religioni (coautore), San Paolo, Cinisello Balsamo 2001; Il Male, Emi, Bologna 2006. Ha inoltre curato i volumi: Terzo millennio: ipotesi sulla parrocchia, San Lorenzo, Reggio Emilia 1999; Sacramenti e azione (con M. Vergottini), Glossa, Milano 2007. Collabora con le riviste Orientamenti pastorali, Settimana, Famiglia cristiana.
Una breve e chiara esposizione della sfida posta dal male alla ragione e alla fede, mettendo in dialogo la filosofia e le grandi tradizioni religiose.
Il testo sollecita una meditazione sull'essere credenti in Dio alla luce delle tragedie a cui il mondo assiste periodicamente. La domanda più importante che come credenti ci si deve porre dinanzi a vicende come quella rappresentata dal nome Auschwitz è di sapere se anche la fede può subire interruzioni. Per non scuotere le nostre certezze siamo spesso portati a dimenticare i disastri della storia, facendo finta di nulla e lasciando immutato il nostro sistema religioso. Oltre che poco corretto, questo atteggiamento può forse essere uno dei motivi per cui il male non muore mai e continua a imporre la sua lacerante presenza.
Dicendo chiesa ci si può riferire alla sua dimensione gerarchica e istituzionale, privilegiare la dimensione "mistero", o intenderla in senso storico politico. L'autore parla di chiesa partendo dal concetto di assemblea liturgica e usandolo come categoria germinante e complessiva della definizione della chiesa. Muovendo dal raduno fisico costruisce un'immagine di chiesa nella quale i fedeli non vengono solo a trovarsi "nella" chiesa, ma sono "la" chiesa. Il concetto dell'assemblea, cioè, porta a valorizzare idee fondamentali come il senso comunitario, la partecipazione responsabile, la comunicazione. Favorisce ispirazioni di carattere pneumatologico e antropologico, attenzioni al vissuto dei fedeli, superamento della distanza che talora si crea tra i fedeli e l'esperienza religiosa; esso permette di valorizzare il raduno in atto come momento generatore di vita cristiana, fondato teologicamente sul fatto che le principali tappe della storia salvifica hanno avuto luogo nel contesto di una comunità convocata. L'assemblea radunata si configura con la stessa sostanza della chiesa. Per questo la riflessione sul tema non è marginale nell'universo teologico, né deriva da motivi pratici: è indagine sulla stessa identità ecclesiale. Nato da un interesse ecclesiologico, il volume, proprio per la centralità dell'assemblea liturgica nella vita cristiana, è ricco di riferimenti pastorali e spirituali, alla storia e all'attualità.