«Per me raccontare la storia di Francesco significa metterla in relazione con la mia vita e, in questo processo, sperare che entri in relazione anche con la vita di altre persone. Dallo studio continuo delle Fonti Francescane, delle infinite biografie, ai frequenti incontri con persone che cercano di vivere Francesco nella propria esistenza, sono arrivato al rituale del teatro. Sicché posso dire che lo spettacolo è in continua costruzione all'interno di questi due poli: il ritiro e la missione. Entrambi sono fondamentali e imprescindibili per raccontare questa storia».
L'attore e drammaturgo Riccardo Tordoni «entra» nel santo di Assisi e ce lo restituisce nuovo e spiazzante. «E vende Francesco. Vende. Ha ventidue anni, è iniziato il periodo della conversione. Ma la vita va avanti come sempre e quindi vende. È in negozio, e vende stoffe, e vende, vende, vende, vende, vende. Vende. Perché è bravissimo. Vende, vende, vende. Arriva un mendicante, che chiede i soldi. "Vattene!! Non vedi che sto lavorando?!". E vende, vende, vende, vende. "Dammi quella sacca. Metti le monete. Tutte ho detto. Mettile tutte. Tutte. Dammi qua. Dov'è andato? Dov'è finito?". Lo rincorre e gli dà questa sacca di monete, piena di monete. Che cosa gli è successo in quel momento? A Francesco in quel nanosecondo, dacché ha trattato male un mendicante a che ha deciso di rincorrerlo per dargli una sacca piena di monete. Che cosa gli è successo?».
«Una teoria tanto in apparenza azzardata quanto, in realtà, suffragata da puntuali riferimenti iconografici e storico-critici dimostrerebbe che il pittore Tiziano, forse invitatovi dal Falconetto, frequentò la città di Trento in epoca pre-conciliare. Pare confermarlo in particolare la Madonna del Coniglio, attualmente custodita al Louvre; la Vergine accarezza (ma forse cattura) un coniglio dal mantello bianco, già allora stanziale nella zona; si può inoltre notare la stretta somiglianza dell'ambiente sullo sfondo con l'attuale zona del Briamasco e si può agevolmente riconoscere, in lontananza, il Palon del monte Bondone». Così comincia un libro che partendo da una storia vera, il problema dei conigli che stringevano d'assedio il cimitero della città di Trento - problema assurto a questione politica che ha assediato per anni la giunta comunale - divaga, depista, scava, sorride e irride. Senza offesa per i conigli.
Trentacinque anni dopo il 24 marzo 1980, quando un sicario della destra e dei latifondisti uccise con due colpi di fucile il vescovo di San Salvador Oscar Arnulfo Romero mentre celebrava la messa, la Chiesa cattolica ha ufficialmente riconosciuto che il suo martirio fu «in odio alla fede», perché annunciava con coraggio, ogni domenica, il Vangelo dei poveri e degli oppressi, ricordando i nomi delle vittime di sequestri e omicidi, e puntando il dito contro i potenti e i militari. Papa Francesco, oggi, lo propone ad esempio per tutto il mondo.
Teologi, filosofi, giornalisti italiani e latinoamericani tracciano un ricordo a più voci di quello che, per il popolo latinoamericano, fin dalla sua morte è stato proclamato «san Romero d’America».
Questo volume testimonia la più che trentennale fedeltà che l’Associazione Oscar Romero e la rivista «Il Margine» hanno dedicato alla figura del vescovo di San Salvador.
Contributi di:
Luigi Adami, Giacomo Canobbio, Alberto Conci, Fabrizio Forti, Rosino Gibellini, Paolo Giuntella, Girolamo Job, Abramo Levi, Giuliana Martirani, Ettore Masina, Michele Nicoletti, Vincenzo Passerini, Rodrigo Rivas, Armido Rizzi, Grazia Villa, Alberto Vitali, Silvano Zucal
Con il discorso di Oscar Romero tenuto a Lovanio il 2 febbraio 1980 in occasione del conferimento della laurea honoris causa.
Un «manifesto dell’accoglienza degli stranieri» in cinque capitoli: Vincenzo Passerini, già leader della Rete e assessore provinciale dell’Istruzione del Trentino, ha dedicato il suo impegno politico agli ultimi, e dopo la politica – tra volontariato in Africa e la presidenza del Punto d’Incontro fondato da don Dante Clauser per dare pasti e dignità ai senzatetto – ha proseguito la lotta culturale e sociale per un’eguaglianza vera tra «noi» e «loro», in fuga dalla guerra e dalla miseria, e in cerca di rifugio nel nostro Paese. Da Nord a Sud, la tentazione dell’egoismo e la prospettiva della fraternità.
I cinque capitoli: Spezzare le catene; Praticate l’ospitalità (potreste accogliere degli angeli); Costruire la convivenza; «Violenti e immorali»: albanesi di oggi? No, trentini di ieri; Ci salveranno i figli di un Dio minore.
Un «manifesto dei migranti»
di bruciante attualità
Cinque intellettuali cattolici democratici firmano un documentato e critico dossier su Comunione e liberazione. Di fronte alla moltiplicazione di scandali politici e giudiziari che hanno per protagonisti uomini organici a Cl o comunque formatisi alla scuola del movimento, esiste un "problema Comunione e liberazione" sia nella società sia nella Chiesa italiana. È insomma doveroso chiedersi se e in che misura quelle vicende problematiche nascano da deviazioni personali e occasionali, oppure se le radici di quei casi affondino in qualche modo nell'ispirazione e nell'impianto di Cl. Se l'è chiesto il cardinale Martini già al Sinodo mondiale sui fedeli laici del 1987. Ma quel monito non ha avuto seguito. Gli autori argomentano con serenità un franco giudizio critico, senza farsi prendere dagli slogan o da un atteggiamento pregiudizialmente polemico. "Non si tratta di un lavoro scientifico, quanto piuttosto di riflessioni libere e sciolte di un gruppo di credenti. Vorremmo concorrere ad aprire una discussione schietta e fraterna dentro la Chiesa che è in Italia, nella convinzione che il problema-Cl è decisamente centrale ai fini di una feconda riflessione circa il senso, il valore, i limiti e le contraddizioni del percorso (non così univoco e lineare) seguito dalla Chiesa italiana nel dopo Concilio".