Il pittore si addormenta in salotto. E i suoi sogni diventano i quadri surrealisti più famosi del mondo. Ma c'è davvero differenza tra realtà e immaginazione? Età di lettura: da 5 anni.
Una formidabile macchina da indagine: il pettegolezzo. Questa scoperta Marco Malvaldi la applica a un brodo primordiale particolarmente fertile. Un bar sulla costa tra Pisa e Livorno. Quattro anziani dalla battuta pronta, spesso indecente, e dalla morbosa curiosità che sanno tutto dei loro dintorni e delle loro tradizioni (civili, folcloriche, di cronaca). Un sagace «barrista» paziente a sufficienza per trasformare i vaneggiamenti dei vecchietti in intuizioni investigative. Una folla di tipici «attori» dalla Toscana profonda riadattati a un turismo invadente. Infine, tanti misteri criminali puramente paesani. Da questa serie di romanzi la fiction televisiva Sky I delitti del BarLume.
La carta pi√π alta
«Non è che tutti gli anni possono ammazzare qualcuno per farvi passare il tempo!». E invece quando è la stagione giusta impossibile distrarre Nonno Ampelio, il Rimediotti, il Del Tacca del Comune, Aldo il Ristoratore dalla loro mania. È un delirio senile che la morte del ricco proprietario di una tenuta, ufficialmente avvenuta per cause naturali, sia un delitto?
Il telefono senza fili
«“Ora, Ampelio, secondo lei io mi metto a parlare del caso qui, al bar, di fronte a tutto il paese?”. “Ma ci siamo solo noi quattro”. “Appunto”, confermò la commissaria». È scomparsa Vanessa Benedetti che gestisce un traballante agriturismo. E muore anche un cartomante che ne aveva preannunciato la sorte. Al BarLume i vecchietti sentenziano nonostante la canicola.
La battaglia navale
«Aldo aveva detto: “Ho trovato la lavapiatti, è una ragazza ucraina, si chiama Natasha” e tutti i vecchietti lì a immaginarsi la gemella della Stefanenko, per poi ritrovarsi davanti la versione femminile del compagno Černenko». Ai Sassi Amari, il litorale, viene trovato il cadavere di una bella ragazza, con uno strano tatuaggio. È una badante ucraina. Subito i sospetti si accentrano sul marito violento. E il caso sembra facilmente concluso, con grande delusione dei vecchietti. Per fortuna un vecchio «compagno» conosce le usanze delle ucraine.
I disegni più amati dell'albo "La foresta incantata" di Johanna Basford raccolti in una edizione esclusiva di grande formato e pregio. Da colorare, staccare e incorniciare.
I primi tre romanzi con Rocco Schiavone, il personaggio letterario di Antonio Manzini che è ormai diventato un mito. Scontroso, trasgressivo e ruvido, sarcastico nel senso più romanesco di esserlo, saccente, infedele maleducato con le donne. Però ha talento.
Una rilettura della tradizione del giallo all'italiana, capace di coniugare lo sguardo dolente del neorealismo e la risata sfrontata di una commedia di avanspettacolo.
"Anche per questi tre romanzi lo spunto di partenza non è nato da una mia invenzione, ma da un suggerimento della realtà. Addirittura, per quanto riguarda "La vampa d'agosto", io personalmente sono stato più volte ospite di quella casa costruita sopra una duna a pochi metri dal mare senza che né il mio amico, che ne era l'affittuario, né io, minimamente sospettassimo che sotto di noi c'era sotterrato un secondo appartamento gemello già quasi pronto all'uso. Poi successe che il figlio più piccolo del mio amico scomparve per qualche ora, gettando la famiglia nel panico. Riapparve all'improvviso comunicando ai suoi che, entrato dentro una buca nella duna, era andato a finire in una casa nascosta sotto la loro. "Le ali della sfinge" invece cominciò a prendere concretamente forma dentro di me a seguito dei racconti fattimi da una giovane donna russa circa i modi d'arruolamento delle ragazze per la loro "esportazione" nei paesi più ricchi e i gravosi impegni che dovevano sottoscrivere. "La pista di sabbia" è uno di quei libri che bussano insistentemente alla mia porta per essere scritti. Per primo, durante una vacanza sull'Amiata, mi arrivò un ritaglio di un giornale siciliano che parlava di me, nel retro però c'era una notizia di cronaca che riguardava un cavallo ucciso a sprangate, forse per una rivalità tra organizzatori di corse clandestine. A questo punto mi fu chiaro che dovevo scrivere un romanzo sui cavalli e le corse clandestine."
"Il giro di boa" venne scritto sotto l'impulso di due avvenimenti distanti tra loro, ma che mi colpirono e m'indignarono in modo particolare. Il primo fu il G8 di Genova e il comportamento non certo esemplare delle Forze dell'ordine in quelle terribili giornate. Il secondo avvenimento fu la scoperta che alcuni trafficanti di carne umana avevano sbarcato sulle nostre coste dei bambini per venderli. "La pazienza del ragno" invece mi è stato letteralmente suggerito dall'aver visto un ragno tessere la sua tela tra un ramo e l'altro di un castagno ultracentenario. E fu proprio mentre l'osservavo che nacque in me il progetto di un romanzo la cui idea portante fosse appunto la tessitura di una sorta di tela di ragno appositamente congegnata per farvi intrappolare la vittima designata. Mi proposi cioè di scrivere un romanzo poliziesco senza omicidi o fatti di sangue, ma con la distruzione sociale di un individuo raggiunta attraverso una macchinazione di raffinata intelligenza. "L'idea di "La luna di carta" mi venne in mente dopo un incontro fortuito con un amico che non vedevo da trent'anni il quale mi raccontò d'avere scoperto un giorno che tanto Anna, sua moglie, quanto Giulia, la giovane amante, non solo avevano fatto conoscenza ed erano diventate amiche, non solo lo tradivano sistematicamente con altri, ma l'ingannavano quotidianamente mentendo su tutto, anche sulle cose più ovvie, così, per il puro piacere di ridere poi alle sue spalle."
"Quando hai ottant'anni, l'unica cosa che puoi fare in un giorno di pieno agosto è andare al bar". E che fare al bar? Le carte, i fatti altrui, discussioni continue, e dopo: investigare. Come fanno i vecchietti del BarLume: Nonno Ampelio, l'oste Aldo, il Rimediotti pensionato di destra, il Del Tacca-del-Comune. Se c'è un delitto nei dintorni di Pineta, il loro onnisciente pettegolezzo diventa una formidabile macchina da indagine. Da dove Massimo il barrista estrae la chiave dell'enigma, come una Miss Marple in puro toscano. "La briscola in cinque": da un cassonetto dell'immondizia sporge il cadavere di una ragazzina. Sembra un fatto di sesso e droga, di balordi del giro, anche per la condotta della vittima, figlia di una delle migliori casate di Pineta. Dalle beffarde maldicenze, durante la partita a carte dei vecchietti del BarLume, spunta un intrigo più contorto e scabroso. "Il gioco delle tre carte": congresso a Pineta. Viene ucciso un anziano professore giapponese. Non c'è altra traccia da seguire se non un computer, ma aprendolo non si trova un indizio. Il commissario Fusco è smarrito. I vecchietti, al BarLume, fanno confusione. Nel gioco delle tre carte, la carta che vince si nasconde ostentandola. Come la verità in questo enigma investigativo. "Il re dei giochi": il re dei giochi è il biliardo nuovo dove si accampano in permanenza i vecchietti del BarLume. Più che giocare, sezionano Pineta. Sulla statale c'è stato un terribile incidente. È morto un ragazzo ed è in coma...
Prima dei romanzi della "Milano nera", Giorgio Scerbanenco creò una serie di polizieschi investigativi di stampo più classico incentrata sulla figura di un detective tutt'altro che classico, sul quale il padre nobile del giallo all'italiana poggiava la sua voglia di sperimentare. Arthur Jelling, archivista della polizia di Boston, come carattere saliente presenta un'estrema timidezza e si considera un comune impiegato, anzi: "Il più oscuro degli impiegati". Ma la memoria di una miriade di casi, filtrata dal talento di psicologo, ne fanno un imbattibile risolutore di enigmi, dal tratto garbato e schivo che disarma il colpevole. In "Sei giorni di preavviso", un attore, famoso e narcisista, si barrica in casa perché riceve avvisi, sempre più minacciosi. La scoperta del mittente dei messaggi di morte è affidata all'archivista della polizia. In "La bambola cieca", il milionario Déravans, accecato da un incidente, può essere guarito solo dall'ardita chirurgia del professor Linden. Questi riceve una minaccia di morte prontamente eseguita, minaccia trasmessa per mezzo di una bambola cieca. Il timido archivista capisce che l'unica via da seguire è capire cosa Déravans non avrebbe dovuto vedere se restituito alla luce. In "Nessuno è colpevole", Jelling affronta un caso senza problemi: un uomo è ucciso durante una partita di caccia e il suo compagno è reo confesso. La soluzione acquieta tutti. Solo l'archivista dal rossore facile non è pago e architetta una astrusa dimostrazione per assurdo.
Il secondo volume delle inchieste di Montalbano. Il metodo del commissario più celebre d’Italia si affina: annusare, raccogliere, intuire, collegare, simpatizzare e antipatizzare.
La voce del violino
Una giovane che vive in periferia, un artista appartato, un assassinio. A collegarli, un prezioso violino, scopre Montalbano, la cui vita privata si complica e la cui tranquillità vacilla perché c’è una decisione da prendere.
La gita a Tindari
Un triplice omicidio è avvenuto: un dongiovanni che vive al di sopra dei suoi mezzi e due anziani. Montalbano indaga tra i vecchietti. Indimenticabile e leggendaria la galleria dei pensionati in gita al santuario.
L’odore della notte
«Sì, a seconda dell’ora la notte cangia odore». Un caso anomalo, in cui il cadavere spunta in un secondo tempo e Montalbano si intrufola non essendo titolare dell’inchiesta: la scomparsa di un finanziere truffatore che sembra uscito dalle cronache. Mentre Augello si sposa e il commissario si sente vecchio.
Oltre ai polizieschi con il commissario Montalbano protagonista, Camilleri ha pubblicato un gran numero di romanzi e opere varie, tra cui con questa casa editrice: La strage dimenticata (1984), La stagione della caccia (1992), La bolla di componenda (1993), Il birraio di Preston (1995), Un filo di fumo (1997), Il gioco della mosca (1997), La concessione del telefono (1998), Il corso delle cose (1998), Il re di Girgenti (2001), La presa di Macallè (2003), Privo di titolo (2005), Le pecore e il pastore (2007), Maruzza Musumeci (2007), Il casellante (2008), Il sonaglio (2009) e La rizzagliata (2009).
L’aderenza alla realtà vissuta, pur nell’iperbole di ogni delitto e nella minuziosa originalità di ogni personaggio; i dialoghi tra Petra e il suo vice Garzón, miscela audace di umori tra Cervantes e Almodóvar; la complicità del lettore con tutte le complicazioni private dei due eroi; una comicità mai ovvia; un persistente disincanto; l’autentico, non ricercato, umorismo della battuta capace di arricchire di senso le situazioni narrative: sono gli elementi riconosciuti del successo dei polizieschi alla Petra Delicado.
Morti di carta
La vittima è un giornalista televisivo: uno di quei mezzi ricattatori che grufolano negli scandali. Petra e Fermín brancolano verso una soluzione che gli sfugge come in un labirinto di specchi che riflettono volti noti e deformati, mentre i cadaveri si moltiplicano.
Serpenti nel Paradiso
Al Paradís vive il jet set. Il borgo è insolito per un’inchiesta di Petra e il vice Fermín, abituati a delitti in contesti più andanti. Devono trovare l’assassino del giovane avvocato «primo in tutto», padre di una famiglia felice e senza ombra; cercano in quel paradiso il nido del serpente.
Un bastimento carico di riso
È morto un barbone, ucciso con ai piedi un paio di scarpe inspiegabilmente eleganti. Chi se ne incaricherebbe, se non Petra e Garzón? Lei si sente attirata da quel mondo parallelo di diseredati, «un territorio che esisteva anche dentro di lei»; Garzón la segue: e trovano altri mondi criminali.
Alicia Giménez-Bartlett (Almansa, 1951) vive a Barcellona. È la creatrice della serie dell’ispettrice Petra Delicado: un grande successo di lettori e considerata dai critici un’originale invenzione di poliziesco latino. Questo è il secondo volume della raccolta completa dei suoi gialli. Sellerio ha pubblicato gli altri suoi romanzi: Una stanza tutta per gli altri (2003, 2009), Vita sentimentale di un camionista (2004), Segreta Penelope (2006) e Giorni d’amore e inganno (2008). Nel 2006 ha vinto il Premio Piemonte Grinzane Noir e il Premio La Baccante nato nell’ambito del Women’s Fiction Festival di Matera. Nel 2008 il Raymond Chandler Award del Courmayeur Noir in Festival.
Maj Sjöwall e Per Wahlöö, compagni nella vita oltre che romanzieri a quattro mani, con la serie di Martin Beck hanno probabilmente inventato il poliziesco procedurale; e certamente sono i caposcuola del giallo alla scandinava. Ma la squadra del commissario, da dietro le cui spalle vediamo svolgersi l’inchiesta, gonfiarsi i casi, risolversi gli intrighi, inscena anche una specie di commedia umana dei vividi anni Sessanta.
Roseanna
Roseanna, la tipica ragazza anni Sessanta, colorata, vivace, piena di attese. Il bel cadavere nudo viene trovato in una diga. A distanza di mesi, Martin Beck, malinconico e sentimentalmente frustrato detective, metodico e lento, non può dimenticare; un brandello di indizio gli permette di risalire il filo della traccia. Non senza un groppo in gola.
L’uomo che andò in fumo
Un uomo è andato in fumo, è sparito. Un giornalista. Svanito a Budapest e c’è il rischio dell’incidente diplomatico. A Martin Beck è affidata un’indagine discreta; che completa in coppia con un insperato alter ego ungherese. Nulla è quel che sembrava, solo una certa infelicità.
L’uomo al balcone
Gelidi omicidi di bambine adescate nei parchi. Pochi testimoni hanno notato, talvolta, che parlavano con un uomo capace di carpirne la fiducia. Su questo lavora, quasi rumina, con i suoi uomini, Martin Beck, il commissario che «non pensa mai». Mentre le loro difficili esistenze riflettono l’opaca inquietudine della società del benessere.
Maj Sjöwall (1935) e Per Wahlöö (1926-1975), compagni nella vita, hanno scritto la serie dei dieci romanzi di Martin Beck: tradotta in una trentina di lingue e soggetto di film e telefilm. Una collaborazione con un fine anche politico: la denuncia della società neocapitalistica svedese. Questa casa editrice, che ha già pubblicato nella collana «La memoria» Roseanna (2005), Un assassino di troppo (2005), L’uomo al balcone (2006), Il poliziotto che ride (2007), L’autopompa fantasma (2008), Omicidio al Savoy (2008) e L’uomo che andò in fumo (2009), riproporrà tutta la serie.
Nel primo titolo, "Testimone inconsapevole", Guido Guerrieri, avvocato quarantenne, ricco di qualità ma nevrotico e da poco piantato dalla moglie, assume la difesa di un giovane senegalese accusato di violenza carnale e dell'omicidio di un bambino. Un processo difficile e ricco di colpi di scena. Nel secondo romanzo, "Ad occhi chiusi", una donna trova il coraggio di denunziare il suo ex convivente per maltrattamenti. L'uomo, forte delle sue potenti parentele, la minaccia ma Guerrieri le trova un rifugio sicuro in attesa del processo. Nell'ultima opera, "Ragionevoli dubbi", un traffico di droga, un arresto, un passato di lotte politiche.