Seconda metà del Settecento. A pochi chilometri da Bergamo, un paesino della Bassa Val Brembana, Sorisole, divenne meta ininterrotta di folle innumerevoli di devoti, di ogni età e ceto sociale. Il motivo di tale afflusso era la presenza umile e pur carismatica di un semplice prete, il parroco don Giovanni Antonio Rubbi (1693-1785), che guidò quella comunità per ben 45 anni. Nel suo servizio di apostolato discreto ed efficace, aveva guadagnato fama di santità, non solo per le sue virtù, ma anche per un dono speciale di Dio che gli permetteva di operare guarigioni miracolose. In un tempo in cui i medici erano soprattutto cosa per ricchi, don Rubbi ebbe particolare predilezione per gli ammalati poveri, dedicandosi con slancio e generosità. Fu chiamato il "Prevosto Santo".
Don Aldo Nicoli (1934-2009) era soprattutto un prete, un dono di Dio alla comunità per la comunità. La straordinaria intelligenza, il dinamismo irrefrenabile, la sapiente concretezza, l'ardita lungimiranza, unite alla sua fede cieca nella Provvidenza facevano di lui l'uomo giusto al posto giusto e al momento giusto, quando c'erano problemi amministativi o progetti da realizzare nella sua diocesi e al di fuori. Per questo suo essere sempre in prima linea, al confine con la mentalità del mondo, a volte era oggetto di malignità, ma don Aldo ha continuato a rivestire pazientemente un ruolo che realizzava nella carità, pur preferendo sempre il contatto vivo con la comunità parrocchiale. Ha offerto con amore tutto se stesso, consumandosi per gli altri.