Giovanni (c. 100 d.C.), figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo fu, secondo il quarto Vangelo a lui attribuito, il discepolo prediletto di Cristo. Secondo Eusebio, a Patmo, dove fu relegato, scrisse l'Apocalisse. La data di composizione dell'opera risale all'incirca al 97 d.C. Nell'Apocalisse, unico libro profetico del Nuovo Testamento, Giovanni elabora con molta originalità le tematiche del profetismo antico-testamentario: nasce così un testo che seduce i lettori per la ricchezza e la varietà delle invenzioni fantastiche e affascina gli esegeti per la complessità dei simboli e l'oscurità del linguaggio.
"A causa della debolezza della natura umana si attribuisce, in genere, soverchia importanza a ciò che siamo nell'opinione altrui": profondo osservatore delle contraddizioni dell'animo umano, Arthur Schopenhauer analizza in queste pagine i tanti modi in cui i giudizi della società condizionano i nostri comportamenti. Con l'acutezza che lo contraddistingue, Schopenhauer sottolinea l'assurdità di molti dei pareri che spesso ci portano a modificare la nostra condotta e mostra come imparare a vivere guardando prima di tutto al nostro benessere, per condurre un'esistenza appagante e ritrovare così la serenità interiore.
Un testo di filosofia, etica, divinazione, psicologia. Il divenire della vita, le sue trasformazioni e il mutare continuo della Natura. La presente traduzione dall'originale cinese rintraccia le connessioni con il taoismo, il confucianesimo e la scuola yin-yang. Accanto alla versione delle "spiegazioni", "immagini" e "linee", il traduttore ha aggiunto un commento filosofico-psicologico per ogni esagramma. L'I-ching richiede una lettura minuziosa, oltre alla costante applicazione dei suoi princìpi: il soggetto è chiamato direttamente in causa da un testo interattivo, che si rivolge alla sua individualità.