“Che cosa avete di più caro” in ogni momento, in ogni circostanza? Nella risposta a questa domanda è la misura della personalità.
Ciò che abbiamo di più caro è il sesto volume della serie “L’Equipe”, in cui si riproducono le lezioni e i dialoghi di don Giussani con i responsabili degli universitari di Comunione e Liberazione negli anni 1988 e 1989. Il titolo riprende un brano de Il dialogo dell’Anticristo di Solov’ëv. In questione è la sostanza stessa del cristianesimo: l’affermazione che in Cristo “abita corporalmente la divinità, che Cristo è fisicamente presente alla nostra esistenza, è proprio il contenuto impressionante, l’eccezionalità del messaggio cristiano”. Cristo è una presenza drammatica, che incide, inquieta e provoca il presente, lo trasforma. È esattamente questo – e non un vago richiamo al cristianesimo – che la mentalità dominante non riesce a tollerare. Con il riconoscimento di questa presenza si introduce qualcosa di nuovo dentro il rapporto con chiunque e con qualsiasi cosa: una indomabile costruttività e una impensabile letizia invadono la storia.
Luigi Giussani (1922-2005) compie i suoi studi presso la Facoltà Teologica di Venegono, nella quale insegna per alcuni anni. Dal 1954 lascia l’insegnamento in seminario per quello nelle scuole superiori. Dal 1964 al 1990 è docente d’Introduzione alla Teologia all’Università Cattolica di Milano. Tra i suoi saggi più recenti: Il senso religioso (1997), All’origine della pretesa cristiana (2001), Perché la Chiesa (2003), Il rischio educativo (2005), Si può vivere così? (2007), Vivere intensamente il reale (2010). Dalla metà degli anni Cinquanta dà vita al movimento di Comunione e Liberazione, oggi presente in Italia e in quasi ottanta Paesi in tutto il mondo.
Una raccolta di conversazioni.