Questo saggio si propone di stabilire un ponte (detto "omologia", secondo un termine proposto da Lucien Goldmann) tra l'ambito dei fatti artistici, ritenuto volubile e soggetto ai capricci tipici anche della moda, e un ambito ben più reputato come quello della cultura materiale, che poi altro non è che la tecnologia adottata da una precisa epoca. A lungo gli operatori del mondo dell'arte sono stati riluttanti ad ammettere un simile rapporto, considerandolo degradante o improprio o vincolante, invece il presente saggio ritiene che tra questi due settori cruciali "il matrimonio s'ha da fare", ma pur sempre, per citare ancora il Manzoni, con molto giudizio, e tutelando anche i buoni diritti dell'autonomia dell'arte, in un'attenta dialettica tra ciò che le appartiene di specifico e ciò che invece la lega all'"altro".