Il testo cerca di accompagnare il lettore all'interno dei diversi percorsi narrativi seguiti da ogni autore, suggerendo, nelle tre parti in cui si articola altrettanti modi per scoprire ed evidenziare le prospettive e i variegati accenti posti sulla tematica trattata. Una prima parte sviluppa alcune riflessioni sul rapporto tra formazione e approccio narrativo. La seconda parte propone chiavi di rilettura in prospettiva narrativa di tradizionali ambiti formativi. La terza parte evidenzia, attraverso il racconto e la ripresa di particolari situazioni di lavoro formativo sul campo, aspetti e coordinate di un approccio narrativo alla formazione-intervento.
Famiglia, scuola, formazione, ricerca si presentano spesso come mondi separati ed estranei. Il libro tenta invece un'operazione unificante, mettendo al centro del processo educativo il percorso di autocoscienza che si genera nella memoria e nell'intersoggettività, nell'integrazione di linguaggi e codici diversi, nella rielaborazione riflessa sui ruoli, le funzioni, le relazioni educative. Ne emerge uno stile formativo fondato sulla comunicazione, l'ascolto, lo sforzo di tradurre in esperienza didattica attiva le suggestioni della ricerca autobiografica e introspettiva in educazione.
Perché è così difficile uscire dalla sindrome delle parole e realizzare davvero le organizzazioni centrate sul cliente interno ed esterno, piatte, flessibili, innovative, creative, capaci di apprendere? Perché tanti progetti di qualità non raggiungono in pieno gli obiettivi sperati? Il tema dell'empowerment rappresenta una proposta originale, un certo senso di frontiera, per coagulare i concetti e i temi sottesi a queste domande e rilanciare la centralità dell'uomo e le condizioni in cui le sue competenze e le sue potenzialità siano utilizzate al meglio, trasformandosi in reali "potenze" e "facoltà".