"Il libro si dedica ad alcuni passaggi chiave della lunga vicenda delle relazioni tra cristiani ed ebrei, focalizzando anche un tema spinosissimo eppure ineludibile: l'antigiudaismo, e l'antisemitismo, di marca cristiana, per ragionare quindi sui due eventi che hanno potentemente segnato la storia ebraica del ventesimo secolo e la cui onda lunga è tuttora palpabile nei suoi riflessi, la Shoah durante la seconda guerra mondiale (1939-1945) e la nascita dello Stato israeliano (1948). Consapevoli che il dialogo cristiano-ebraico sta attraversando una fase critica, è necessario conoscere quali siano state e siano le pietre d'inciampo più classiche, e anche quali siano le contestuali tracce di speranza, oltre che interrogarsi su come, con e dopo il 7 ottobre 2023, si sia aperta un'ulteriore crepa, che rimanda alla necessità di elaborare un paradigma inedito nel dialogo fra cristiani ed ebrei. Tutto da pensare, tutto da costruire, e sul quale occorrerà esercitarsi a fondo da parte di chi intenda dedicarvisi. Noi non siamo «la sostituzione» del popolo d'Israele, né il «vero Israele». Siamo un ramo spuntato da un popolo che continua a esistere. Il dialogo con questo popolo concreto ci è essenziale per dire noi stessi. Gesù di Nazareth appartiene al popolo ebraico. Non possiamo comprenderlo negando tale appartenenza. Non possiamo comprenderci negando tale appartenenza." (Dalla prefazione di Mons. Derio Olivero).
Alcune donne e alcuni uomini, vissuti dalle origini del cristianesimo all'epoca contemporanea, sono stati dichiarati dottori della Chiesa dai papi, dalla fine del sec. XIII ad oggi. Se ne contano trentasette, metà dei quali sono padri della Chiesa che hanno operato entro il sec. VIII. I loro testi continuano ad arricchire il magistero della Chiesa e a nutrire lo spirito di innumerevoli lettori. I dottori della Chiesa con i loro scritti costituiscono un patrimonio che merita di essere condiviso con chiunque voglia conoscere il pensiero cristiano e ricevere insegnamenti spirituali. La peculiarità di questo testo è di presentare tutti i dottori in un unico agile volume, insieme ai padri della Chiesa dei primi secoli.
Nella storia di Gesù abbiamo un Dio a portata di mano, che si fa uomo, proprio come noi, frammento, fatto di carne, completamente, quasi a dire che "Cristo è la ferita di Dio nel mondo". Gesù, nella sua esistenza concreta, storica, ha vissuto due orientamenti: verso il Padre, radicato nell'amore divino dal quale proveniva; verso di noi, a favore degli uomini e delle donne del suo tempo, predicando il perdono di Dio e la buona novella del Regno, e vivendo in pienezza la sua stessa umanità. Gesù, nella sua concretezza umana, è una persona dialogica, completamente rivolta verso di noi e pienamente in relazione con il Padre, origine della vita e fonte dell'amore. Si parla di un "certo Gesù" nella letteratura, nell'arte, nella musica, nel cinema, rilevando la bellezza della sua umanità e la capacità di compatire, ma poco s'afferma del suo essere Signore e Figlio di Dio. In Gesù, il Crocifisso-Risorto, si manifesta un "mondo altro" (più umano e amabile) e una partecipazione piena al mistero di Dio che è un mistero di Vita e di Amore, di Comunione inclusiva e di fedeltà (di Dio alle sue promesse) che crea futuro e apre il cuore alla speranza, al sogno di un'umanità rinnovata nella compassione e nel perdono, nella solidarietà e nella giustizia. Il presente saggio pone, essenzialmente, la questione del metodo dialogico e s'avvale, a mo' di completezza, di due indagini poste in appendice, rispettivamente, suIl dialogo interreligioso come segno dei tempie su Il Gesù della storia e il Cristo della fede.
Ci sono bar che sono piccole oasi dove ogni tanto irrompe una sapienza pratica che regala a tutti un'occasione migliore per uscire fuori e andare a fare il proprio dovere, con una parola in più sulla vita. Ci sono parole, come l'ebraico dabar, che sono mondi, che ammoniscono su quanto può essere severa la vita e le parole con cui la abitiamo. Questo libro vorrebbe stare all'incrocio tra il bar e il dabar, tra il sorriso dello humour e la serietà delle cose, offrendo quattro chiacchiere su Dio e sulla fede, vigilando speranzosi sulla possibilità di una grazia. Le sezioni in cui è diviso il libro rimandano a quelle tradizionali della teologia, intesa come disciplina scientifica. Dato tuttavia che le cose serie necessitano di un aspetto giocoso, l'ultima sezione è l'«apologetica», ossia quella parte della teologia polemica, speriamo sempre rispettosa, ma vivace, come le discussioni nei bar di una volta, la domenica, dopo la messa. Può sembrare paradossale, ma una buona teologia dovrebbe mantenere una sana inquietudine di fronte alle parole che la tradizione le ha affidato. Dovrebbe avere la stessa accortezza dell'artificiere con la polvere da sparo, o dell'insegnante con l'anima dell'adolescente.
L'itinerario qui presentato affronta l'affascinante tema della relazione della teologia con altre discipline, in particolare l'arte, partendo dal complesso e dibattuto tema della bellezza. L'ipotesi di fondo che ha guidato questa ricerca è il riconoscimento dell'importanza dellavia pulchritudinis nella riflessione teologica. Il presente percorso valorizza, infatti, la via della bellezza all'interno di una riflessione interdisciplinare che si dipana su diversi livelli di approfondimento: antropologico, cristologico ed ecclesiologico-sacramentale. Cercare Dio è il compito di ogni credente; è il cammino che ognuno di noi fa nella propria vita, facendosi pellegrino dell'Altissimo. Dove trovarlo? Dove si è nascosto? Edith Stein affermava che il percorso esistenziale è costellato di prove; è una vera notte senza stelle, là dove il credente è guidato solo dal desiderio di incontrare Dio. È come l'assetato nel deserto: sa che vi è l'oasi, ma non è ancora arrivato, per cui sente ancora più sete fin quando non arriva alla sospirata meta. La bellezza è paragonabile a quella sete di Dio, che si manifesta continuamente. Dalla scienza all'arte, dalla teologia alla tecnica, l'uomo cerca Dio.
La Chiesa nasce e cresce come realtà multiculturale e nei primi secoli le differenze erano parte integrante dell'esperienza vissuta, ma a partire dal V secolo numerose scissioni segnano la sua storia. Nel XX secolo si sviluppa, anche tra difficoltà e resistenze, il movimento ecumenico, cioè un cammino di ricerca di unità condiviso da molti cristiani e da molte Chiese, che riscoprono la diversità come una ricchezza da condividere. I capitoli di questo testo illustrano una breve storia ecumenica della Chiesa, incontrando le varie divisioni e giungendo al cammino di unità.
Cosa ce ne facciamo del Gesù storico? In quali modi un profeta ebreo vissuto duemila anni fa può ancora provocarci? Possiamo dialogare con lui di sesso, razzismo, Coronavirus e pluralismo religioso? Possiamo aprirgli le porte delle chiese e delle aule scolastiche, liberandole dagli stereotipi che le popolano? La messe di studi prodotti negli ultimi decenni è abbondante. Ma sono ancora pochi gli operai pronti a raccoglierne i frutti e a distribuirli. L'uomo Gesù scandalizza sempre, tanto a destra quanto a sinistra. Questo numero di «Nipoti di Maritain» trascina fuori dai "ghetti" accademici la figura storica di Gesù per riattivarne il messaggio. Interviste a Rafael Aguirre Monasterio, Dale C. Allison Jr., Gabriele Boccaccini, Paolo Gamberini, Jean Paul Lieggi, Maria Armida Nicolaci, Romano Penna, Mauro Pesce, Antonio Pitta, Gérard Rossé, Joan E. Taylor. Con un inedito di Gerd Theissen.
Perché sempre più persone non riescono a credere in Dio quando lo vorrebbero?
Negli anni Novanta e nei primi anni del Duemila, come direttore della rivista «Missione Oggi», ho avuto il grande dono di poter accompagnare il cammino della chiesa d’Algeria nel suo periodo forse più difficile e forse anche più significativo, ricco di sapienza evangelica e di fedeltà alla sua vocazione. I numerosi contatti con mons. Henri Teissier, arcivescovo di Algeri, e gli articoli che mi inviava e traducevo per la rivista mi hanno offerto la possibilità di conoscere da vicino le ricchezze di un’esperienza ecclesiale unica, che ritengo possa essere fonte di ispirazione per noi, oggi ancora più di vent’anni fa, quando la presenza di musulmani nel nostro paese ancora non si avvertiva.
Utilizzando gli interventi che mons. Teissier mi inviava, preparati per Incontri pastorali della sua chiesa o per relazioni a Convegni in paesi dell’Europa, il libro presenta l’esperienza concreta e avvincente di dialogo tra cristiani e musulmani vissuta da tutta una chiesa, che sente «la missione di essere chiesa di un popolo musulmano», come ama definirsi. Un’esperienza percorribile anche da noi, soprattutto per la prassi e la spiritualità dell’incontro, maturate in tanti anni di discernimento e di fedeltà. È la via dei rapporti interpersonali e delle collaborazioni quotidiane per risolvere i piccoli e grandi comuni problemi che la vita presenta. Il dialogo avviene tra le persone, non con i sistemi…
La via che la teologia cristiana fedele a se stessa percorre per comprendere ciò che è proprio del cristianesimo non può prescindere dall’ebraicità di Gesù e dalla sua fede ebraica, altrimenti tradirebbe se stessa. Prendere sul serio un tale compito comporta ora un radicale ripensamento dei presupposti che stanno a monte di tante consuete letture cristiane di Gesù. Ma mentre i contributi alla riscoperta di un Gesù ebreo privilegiano generalmente la prospettiva storica ed esegetica, Raniero Fontana insiste, per operare un tale critico ripensamento, sulla prospettiva filosofica e teologica; prospettiva da articolare tenendo sempre conto dell’orizzonte giudaico-rabbinico che egli ben conosce e all’interno del quale si muove ormai da molti anni.
Attraverso il commento a Gaudium et spes 22 da diversi punti di vista, l'autore evidenzia come il testo vada considerato nella sua interezza, per offrire nuovi spunti alla teologia morale dopo quelli già constatati nell'elaborazione teologica dei principali documenti del Magistero riguardanti la morale fino a Dignitas personae 7, che ne è la "trasposizione" nell'ambito della bioetica. In questo percorso GS 22 suggerisce una analogia filii (analogia del figlio) in quanto Cristo, il Figlio, e i cristiani, figli di Dio, svelano all'uomo stesso i suoi tratti filiali. Questi tre modi diversi di essere figli dello stesso Dio Padre costituiscono, grazie all'azione dello Spirito, una analogia filii discendente: non dall'humanum al divinum, ma dal divinum all'humanum, passando per il christianum. Infine un surplus è compreso nei testi biblici che strutturano GS 22 (Gv 1, Rm 8, Col 1), collegando così la sapienza filiale con alcuni concetti significativi in bioetica (figlio, corpo, vita, immagine). L'esperienza dello scienziato Shinya Yamanaka, premio Nobel 2012 per la Medicina, mostra come la dinamica teologico-sapienziale della analogia filii discendente abbia una portata razionale eticamente convincente per il rispetto della dignità di ogni uomo.
Queste pagine propongono un breve itinerario dell'anima ortodossa lungo i secoli: dall'antica leggenda della visita dell'apostolo Andrea ai nostri giorni, attraverso il martirio del Novecento. Non si tratta di un'altra icona della Santa Russia, ma dello sforzo di comprendere un Paese in cui il regno della santità e del "cielo sulla terra" si è sempre accompagnato al tormento del proprio destino storico. Il motivo che percorre l'intero libro è la ricerca della fratellanza, un'esperienza che non abbraccia solamente l'ecumenismo di vecchia maniera, ma anche e soprattutto il tentativo di condividere in Cristo la vita di un altro: il nostro prossimo nella fede.
La riconciliazione della Chiesa con l'età moderna è stata la riconciliazione con l'uomo, non solo con gli uomini e le donne di "questo tempo", ma di tutti i tempi. Questo dicono i testi del Concilio. E la cosa da scoprire è proprio questa: che un Concilio che sembrava dovesse provvedere alla Chiesa e alla sua riforma, ha trovato la sua strada verso il futuro aprendo un nuovo grande discorso sull'uomo. Il primo atto di onestà verso il Concilio è dunque ora proprio quello di riprendere in mano i documenti. Ed è gran merito di questo libro riproporli e aver chiamato a raccolta diverse competenze per restituirne il significato e il valore (dalla Introduzione di Raniero La Valle). Il volume raccoglie interventi di Raniero La Valle, Giuseppe Militello, Roberto Repole, Paolo Gheda, Paolo Tomatis, Marco Tosatti, Maria Teresa Pontara Pederiva, Giacomo Galeazzi, Andrea Tornielli, Fabrizio Mastrofini, Luis Badilla Morales, Marco Ronconi, Gabriele Corini, Serena Sartini, Gianni Gennari, Gian Mario Gillio, Giorgio Bernardelli, Giovanni Ferrò.