La parola dialogo nel confronto tra religioni e in particolare con l'Islam attende di essere liberata. Troppi condizionamenti inespressi o latenti incrostano oggi il tema del "dialogo" tra culture e religioni diverse, cos' da renderlo talmente ambiguo da doverlo sostituire o precisare ogni volta nelle modalità e nei contenuti. E' la tesi, quanto mai drammatica e attuale, del libro che offre una riflessione densa di contenuti e preziosa di indicazioni che non fa concessioni ai luoghi comuni dell'editoria religiosa e a quelli più gridati del giornalismo d'assalto. Il lettore che vorrà misurarsi con l'effettiva situazione del "dialogo interreligioso" potrà restarne sorpreso e disorientato, ma sarebbe una crisi salutare che spingerà verso una visione più realistica e matura. Si può cominciare a dialogare solo quando sono chiari i presupposti e definite le inconciliabilità delle rispettive posizioni, così che la comunicazione degli interlocutori è sollecitata a cercare con determinazione e ponderatezza uno scambio di idee leale, disposto a rivedere ciò che è stato equivocato o dimenticato e che può diventare terreno di costruzione per un confronto equo, informato e aperto al dialogo.
Ha cercato di vivere nascosto perché emergesse sempre di più e soltanto Gesù Cristo. Il fallimento delle illusioni della sua epoca e quello dei suoi progetti di missionario nel deserto del Sahara fu chiaro anche ai suoi occhi, ma il Signore lo ha trasformato in profeta per il nostro tempo. Eremita e missionario tra i tuareg musulmani dell'Algeria, senza enfatizzare il dialogo teologico e culturale con l'islam, ha accettato di perdersi senza contropartita. Ricordato da Paolo VI nella Populorum progressio, proclamato beato da Benedetto XVI, Charles de Foucauld è stato un punto di riferimento per la missione e per i martiri del nostro tempo. Come il profeta Elia, riscoprendo il suo Dio come brezza, aiutò i credenti del suo tempo a sperare, così il mormorio leggero dello Spirito sperimentato da fr. Carlo aiuterà oggi i cristiani a riscoprire il Signore Gesù. Il volume contiene anche un primo commento sistematico sulla Lettera dei 138 saggi musulmani a Benedetto XVI e alle guide delle comunità cristiane e si pone nel solco del discernimento conciliare sui credenti musulmani.
Di fronte all'esplodere delle difficoltà della convivenza interreligiosa e del confronto tra forme, talora divergenti, di visioni morali e di codificazioni giuridiche, si pone il problema di una comprensione più equilibrata e oggettiva della consistenza antropologica dell'etica e del diritto. Il volume, in continuità con la pluriennale ricerca intrapresa dalla Facoltà Teologica di Sicilia per un discernimento cristiano sull'Islam, affronta la questione in modo costruttivo e onesto, con una lettura al plurale che si orienta in un'ottica da ultimo teologica. Ci si chiede che cosa sia l'uomo come soggetto morale secondo le tre religioni "monoteistiche", nella prospettiva non solo di una reciproca maggiore conoscenza, ma anche di una intelligenza più profonda dell'uomo stesso, colto nell'emergere della sua coscienza e nel compiersi della sua libertà. Accostarsi al mistero del cuore umano e alle sue scelte morali comporta una rinnovata attenzione alla dimensione religiosa, realtà pre-razionale spesso bistrattata, che è la porta di accesso all'impensato, all'inaudito, al sacro. Per il cristiano, interrogarsi sul senso antropologico di questa esperienza non comporta la rinuncia a trovare in Cristo il criterio di una luminosa e adeguata ermeneutica teologica.