Giunge a compimento con Sireine la riedizione di tutte le opere di Eugenio Vitarelli. «Placida, Acqualadrone e Sireine formano un trittico omogeneo» dichiarava l'autore «certo i momenti stilistici sono diversi, perché i libri sono stati scritti in momenti diversi, ma l'idea per me è sempre stata la stessa». Dai bassifondi di Messina all'Africa delle ex colonie nel primo scorcio degli anni Cinquanta, fino allo spazio visionario di un'isola resa deserto, affiorano in questi racconti, con il consueto stile sobrio e schietto, i temi che hanno attraversato la vita e le pagine dello scrittore: l'umiliazione come ingiustizia suprema, l'amore come forma di conoscenza e di riscatto tra le macerie della storia. Sireine e altri racconti chiude il trittico, ma si apre al lettore come nuovo inizio, invito a risalire dalle ultime pagine alle prime, controcorrente. Come fu sempre, con grande umanità e pudore, Eugenio Vitarelli.
Rovine e monumenti addossati alla vita quotidiana dell'uomo, statue e quadri in un museo, epitaffi e tombe lungo strade antiche, alture silenziose che si sporgono su città-formicaio, file di donne che indugiano il venerdì in conversazioni tra le tombe come per le strade di una città antica... Così da Siviglia ad Atene, dalla Provenza all'Africa del Nord, Grenier attraversa quella "morfologia sensibile al cuore" che "costituisce lo spirito mediterraneo".