Jean Grenier, il raffinato intellettuale che esercitò una profonda influenza sul giovane, nel 1968, a quasi un decennio dalla morte del premio Nobel (1960), traccia, attraverso i ricordi, il profilo dell'allievo di un tempo e dell'amico di una vita. Sottraendosi alle pretese esaustive della biografia e del saggio critico, ci consegna il racconto del reciproco apprendistato che generò e alimentò un'amicizia fatta di molte intese ma anche di sostanziali e permanenti differenze. Con sobrietà di stile e intelligente umanità Grenier porta la sua "breve testimonianza" dell'amico-scrittore e dell'epoca che li ha accomunati e accende slanci, dubbi, scelte, contraddizioni da cui affiorano la vita quotidiana, la politica la religione, i temi esistenziali.
Pubblicato per la prima volta nel 1933, "Isole" è un piccolo atlante poetico-filosofico del senso e del sentire mediterranei. Composto dall'autore come un arcipelago simbolico delle solitudini umane, è il taccuino di un viaggio esistenziale, in cui è facile pensare a pagine di Melville, di Pascal, di Michelet, di Gide, ma anche ai classici del pensiero orientale, e riconoscere, in uno stile sobrio e d'intenso coinvolgimento, i temi che saranno al centro dei "saggi solari" di Albert Camus. Lo stesso Camus, prima giovane allievo, quindi, amico di Grenier, firma la prefazione all'edizione del 1959 del libro, e dichiara il ruolo cruciale che "Isole" e il suo autore hanno svolto nella sua formazione di scrittore.
Rovine e monumenti addossati alla vita quotidiana dell'uomo, statue e quadri in un museo, epitaffi e tombe lungo strade antiche, alture silenziose che si sporgono su città-formicaio, file di donne che indugiano il venerdì in conversazioni tra le tombe come per le strade di una città antica... Così da Siviglia ad Atene, dalla Provenza all'Africa del Nord, Grenier attraversa quella "morfologia sensibile al cuore" che "costituisce lo spirito mediterraneo".