Nei momenti capitali della propria vita e in quelli più ardui per la società civile, la domanda di verità e sul "senso delle cose" diventa per tutti più impellente. È quanto accaduto anche all'Autore di questo libro al termine del suo servizio, quando passava il limite ordinario dell'umana esistenza. Abituato a guardare il mondo con la "visione" della religione per libera scelta e destino cogente, ha voluto misurare la validità del senso comune su cui essa è fondata con la visione del mondo proposta da alcuni dei maestri più noti e autorevoli della tradizione della filosofia. E quello che all'inizio sembrava un incontro casuale si è trasformato involontariamente in un vero "affronto", quando le loro teorie parevano deviare dall'ordine razionale e ignorare il vero attestato da altre forme simboliche, non solo della religione ma anche in tutte le manifestazioni dell'arte (figurative, musicali e letterarie), nei sistemi più elevati di idee tramandati dalla metafisica e non ultimo nelle leggi supreme delle scienze della natura, dell'uomo e della cosmologia. A queste l'Autore ha voluto rendere testimonianza, guidato dalla stessa ragione, quando le teorie proposte dai maestri sembravano approdare o alla "sola fede" o alle "sole cose" e al vuoto della ragione e alla illogicità del suo ragionare.
La musica ha sempre fatto parte del mondo di Giancarlo Lucariello, sin da quando era bambino, ma è stato solo in seguito a un grave incidente che ha preso la decisione di farla diventare il suo mestiere. Con incredibile anticipo sui tempi, dopo aver ottenuto un posto come assistente alla direzione presso un'importante etichetta discografica milanese, Lucariello rischia il tutto per tutto pur di seguire il suo progetto: fare il produttore artistico. E, nello specifico, il produttore dei Pooh, che allora attraversavano un lungo periodo di crisi e incertezze. Il risultato raggiunto da Lucariello è straordinario: i cinque album da lui prodotti - Opera prima, Alessandra, Parsifal, Un po' del nostro tempo migliore e Forse ancora poesia - non solo hanno dato nuova linfa al gruppo, ma hanno anche fatto scuola nel panorama della musica leggera, dove per la prima volta si sono sentiti gli echi della musica sinfonica e delle grandi arie dell'opera, grazie alla visione coraggiosa e fuori dagli schemi di un produttore che voleva fare musica e non solo canzoni di successo (per quanto il successo non mancherà: basti pensare a canzoni senza tempo come Pensiero, Tanta voglia di lei, la stessa suite di Parsifal...) Ora Giancarlo Lucariello ricorda, come in una sorta di memoir al tempo stesso personale e collettivo, la storia di questa avventura, ripercorrendo le scelte - musicali e non - che hanno portato alla nascita di questi storici album che hanno fatto cantare e innamorare intere generazioni; racconta il grande lavoro che c'è stato dietro, i retroscena di una creatività eccezionale e di un progetto controcorrente, le ore passate negli studi di registrazione: il risultato è un libro unico e ricco (di immagini, testi da leggere e canzoni da ascoltare) e assolutamente da non perdere non solo per chi ama i Pooh, ma anche per tutti quelli che di musica vivono.
Joe Biden è stato testimone e protagonista di una fase fondamentale della storia americana. In "Promesse da mantenere" rivela ciò che queste esperienze gli hanno insegnato su se stesso, i suoi colleghi e le istituzioni degli Stati Uniti d'America. Con l'onestà e lo spirito che gli sono consueti, Biden racconta com'è cresciuto in una famiglia multigenerazionale fervidamente cattolica a Scranton, in Pennsylvania, e a Wilmington, nel Delaware; come ha superato una tragedia personale, una grave malattia e alcune battute d'arresto nella sua carriera politica; e ancora, il suo rapporto con presidenti, leader mondiali e legislatori dei due principali partiti statunitensi, e il modo in cui ha diretto i lavori di commissioni senatoriali altamente influenti. Attraverso questi e altri ricordi, Biden ci mostra come i princìpi ispiratori da lui appresi nella prima parte della sua vita - lavorare per migliorare la vita delle persone, onorare la famiglia e la fede, dare valore alla perseveranza, alla franchezza e all'onestà - siano il fondamento su cui ha basato il suo lavoro di una vita come marito, padre e uomo pubblico. "Promesse da mantenere" è una raccolta di riflessioni intime di un politico che ha superato numerose sfide prima di diventare il leader della più grande potenza occidentale, ma che è rimasto soprattutto un uomo che ancora si rifiuta di cedere al cinismo dilagante, e firma un emozionante vademecum per il futuro degli Stati Uniti, e del mondo intero.
Politicamente controverso, anarchico e conservatore al tempo stesso, accusato di essere fascista dagli uni e comunista dagli altri, sempre controcorrente, sempre fuori dagli schemi: Indro Montanelli è stato, ed è ancora oggi, una figura decisiva e divisiva. Penna eccellente, giornalista di razza e anche storico amatissimo dal pubblico, è stato per anni inviato speciale del «Corriere della Sera» prima di lanciarsi nell'avventura de «Il Giornale» e poi de «La Voce»: dalle pagine dei quotidiani e con i suoi fulminei editoriali ha sempre espresso il suo punto di vista - puntuale, acuto, spesso provocatorio e irriverente - guadagnandosi antipatie e simpatie da ogni parte, ma imponendosi, volenti o nolenti, come una delle voci più autorevoli del Novecento italiano. Una voce caustica, critica, impossibile da ignorare. A vent'anni dalla sua morte, Alberto e Giancarlo Mazzuca tracciano il ritratto appassionato e sincero di un uomo che è stato sì un simbolo, talvolta suo malgrado, di un secolo della storia dell'Italia, ma anche e prima di tutto, per i due autori, un maestro, un direttore esemplare e una figura di riferimento. Dalle prime esperienze in Africa ai servizi come inviato di guerra in Spagna e Ungheria, dallo scoop su Hitler al difficile rap- porto con Berlusconi, dall'attentato di cui fu vittima nel '77 alle recentissime polemiche sulla sua figura (e la sua statua): Indro Montanelli non smette di essere attuale.
Le ferie alla dacia per coltivare patate e le vacanze dei mafiosi nell'unico albergo di lusso del Mar Nero. L'infanzia di Gorbaciov, scolaro modello e attore mancato in un villaggio di contadini, e la ricetta dell'ex braccio destro di Stalin, convinto che basterebbe dare «pane e salame» a tutti per riportare l'ordine. La febbre della roulette nei casinò di Mosca e la fame a Leningrado come al tempo dell'assedio nazista. La nuora di Trotzkij sopravvissuta al Gulag che ha paura di doverci tornare e i restauri di Lenin imbalsamato nel mausoleo sulla Piazza Rossa. Un conflitto pirandelliano sulle montagne del Caucaso e un massacro con i carri armati sulle rive del Baltico. Il coro del Nabucco per difendere Riga e il vento dell'Islam fra le moschee di Samarcanda. Una notte con la Milizia per le strade della capitale e la cronaca del drammatico «golpe rosso». Un colloquio nei corridoi con il capo del Kgb e l'ultima intervista al Cremlino con Gorbaciov che si è appena dimesso.
Un viaggio nella cultura e nel pensiero di Vittorio Sgarbi: fra opere, citazioni, frasi, suggestioni e pensieri, scritti e selezionati dal famoso critico d'arte.
Certo, in tv «Striscia lo striscione» resta il suo marchio di fabbrica, ma da anni - oltre alla rubrica cult del lunedì sera - Cristiano Militello cura anche la sua gemella naturale: «Striscia il cartellone». Una travolgente gallery di scritte folgoranti, cartelli assurdi, avvisi strampalati, insegne buffe, cognomi improbabili. Non solo. Tutti i giorni, dalle 7 alle 9, l'artista dà la sveglia agli italiani ai microfoni di radio R101 con «La banda di R101». Così, quotidianamente - poco dopo le 8 - fa vivere i «Cartelli d'Italia» anche in radio. Tutto ciò è possibile grazie all'entusiastico apporto delle migliaia di «reporter per caso» che continuano a spedirgli le loro incredibili perle. Essendo dunque un libro fatto «in cooperativa» - e sperando di fare cosa gradita ai suoi «soci» - Militello devolverà i proventi della vendita alla Fondazione Together To Go (TOG) che cura gratuitamente cento bambini con patologie neurologiche complesse.
Torna, per la dodicesima volta il Dizionario dei film: enciclopedico nel rigore e nella quantità di dati, l'opera di Mereghetti è arricchita di oltre 4.000 nuove schede. Il dizionario dei film 2018 è uno strumento per chi segue il cinema e ne ama le curiosità e le sottili storie nascoste nelle vite dei suoi protagonisti, scoprendo percorsi di lettura e di visione straordinari. Oltre 7000 pagine; 35.000 schede; 60 percorsi tematici; indice di titoli originali per 25.000 voci; indice degli attori per 48.000 voci; indice dei registi per 10.00 voci.
Il metodo italiano per crescere bambini felici ed essere genitori sereni
Paola e Alessandra, una di Milano l’altra di Roma, hanno in totale cinque figli tra i 4 e i 15 anni e tre mariti, due dei quali ex, con cui (a fasi alterne) sono in ottimi rapporti. Giornaliste da una vita, madri da lustri, hanno scritto centinaia di inchieste sui problemi e le sfide che mamme, papà e famiglie affrontano ogni giorno. Sanno citare anche bendate gli studi su allattamento, educazione digitale, disturbi alimentari, problemi di sonno, capricci, buone maniere e tic; in più, nel tempo hanno capito che non c’è teoria che non venga aggiustata, arricchita e, a volte, smentita dalla pratica.
Tra il self-help e la docu-fiction autobiografica, Mammamia! è un manuale insolito: 88 racconti caldi e croccanti come i tasti del pianoforte, attinti senza remore dal ricordo, dal privato e dalla vita quotidiana delle autrici, che narrano in prima persona gioie e dolori di essere mamma e papà. Dalle notti in bianco alle battaglie sui minestroni, dalle chat di classe al (cyber)bullismo, dall’educazione digitale agli scomodi favoritismi tra fratelli, dal pudore improvviso di una figlia teenager fino ai timidi approcci con alcol & varie che l’adolescenza, puntualissima, porta con sé. Dai loro studi e dalla loro lunga (e rocambolesca) esperienza, Paola e Alessandra hanno tratto preziosi insegnamenti che condensano anni di sbagli, urla, tentativi, fallimenti e – finalmente – successi. Nascono così le 88 intense storie che trovate qui dentro: tutte personali, rapide da leggere, facili da ricordare. Flash di vita condensati, accorati, veri. Per imparare, riconoscersi, emozionarsi, commuoversi. E ridere fino alle lacrime.
Tutti noi abbiamo un'idea sbagliata dei rifiuti in Italia. Se pensiamo ai cassonetti incendiati, alle strade sommerse di sacchi, se pensiamo alla tragedia della Terra dei fuochi e delle discariche fuori legge sparse in tutto il Paese dovremmo disperarci. Ma in realtà noi italiani siamo migliori di quello che ci raccontiamo. Lo dimostra il movimento Rifiuti Zero, di cui Rossano Ercolini è il principale artefice in Italia. Grazie a uno sforzo «dal basso» di molte associazioni, nel nostro Paese sono già 276 i comuni virtuosi che hanno abbracciato questo stile di vita: vivere senza mandare tonnellate di rifiuti in inceneritori o in discarica, azzerando l'inquinamento che da essi deriva e non immettendo microplastiche nei mari. È possibile? La risposta è sì, e questo libro ci indica un modello in dieci passi: dalla corretta raccolta differenziata porta a porta, al compostaggio che trasforma in concime il nostro umido, dal riciclo dei materiali al dare una seconda vita a molti oggetti ed elettrodomestici, da una bolletta che premi con incentivi i cittadini virtuosi a una accorta politica degli imballaggi che li riduca all'origine oli renda compostabili. Questa rivoluzione silenziosa è già in atto. Va verso un nuovo mondo pulito, e dipende da una nuova collaborazione responsabile e lungimirante fra cittadini, istituzioni e produttori. Perché mai come nel caso dei rifiuti, si può dire che il futuro del mondo è nelle nostre mani.
«Buon appetito ai pesci!»: ecco l'augurio di qualcuno che si sente autorizzato a sfogare liberamente il suo rancore quando annega un migrante. E intanto vengono chiusi i porti alle navi che prestano soccorso, mettendo in discussione i principi rispettati dagli uomini di mare di ogni tempo. Mentre era in corso la prima di queste nuove emergenze, il caso della nave Aquarius e dei naufraghi respinti dall'Italia, Edoardo Albinati ha scioccato l'opinione pubblica affermando: «Ho desiderato che su quella nave morisse qualcuno, morisse un bambino», così sarebbe cessato il gioco cinico di scommettere sulla vita altrui per pura propaganda elettorale. Ora Albinati, guardando oltre gli schieramenti politici, cerca di scavare più a fondo nelle ragioni di quel suo pensiero infame, così come in tutte le altre forme di cinismo che oggi circolano nel nostro Paese e nel mondo: per portare cioè alla luce la parte oscura che è in noi e ci fa diventare spietati. Così il suo pamphlet, duro ma a tratti anche divertente, diventa l'occasione per parlare di altri temi che ci stanno a cuore: l'uso e l'abuso della verità, l'impotenza dei cosiddetti intellettuali, le campagne di odio sui social, l'intoccabile bellezza morale e fisica delle persone, la vita di chi va per mare, il desiderio di giustizia, l'avventura, il coraggio.
"Ho provato a domandare a un folto numero di giovani scrittori italiani di mettere a fuoco un'esperienza, un'avventura umana, una visione, un dettaglio significativo di un mondo in cui valga la pena muoversi, lavorare, in una parola, esistere. Non ho chiesto né dichiarazioni né prese di posizione, ho chiesto semplicemente una ricognizione sulle generose contraddizioni della vita in comune, un accadimento vissuto in prima persona, per dar corpo a un breve fulminante racconto. Hanno risposto in molti, e tutti sono riusciti ad attingere al loro sentimento del tempo e delle cose, esprimendo, nella forma più propria, una proiezione della vita al di là della generica strategia dell'indignazione e di un possibile filtro ideologico. Certamente sono racconti anche politici, ma nel senso che è politica l'immaginazione quando forza il presente e scardina i luoghi comuni. Piuttosto che un'antologia questo è il tentativo di una coralità." (Alberto Rollo)
Torna, per l’undicesima volta e dopo tre anni dall’ultima uscita, il più noto e amato Dizionario dei film: enciclopedico nel rigore e nella quantità di dati, efficace, divertente e rapido nella lettura, l’opera di Mereghetti è arricchita di oltre 3.000 nuove schede.
Il dizionario dei film 2017, si candida come l’unico vero strumento per chi segue il cinema e ne ama le curiosità e le sottili storie nascoste nelle vite dei suoi protagonisti, scoprendo percorsi di lettura e di visione straordinari.
Uno strumento unico, completo e imprescindibile.
oltre 6000 pagine
30.000 schede
56 percorsi tematici
indice di titoli originali per 20.000 voci
indice degli attori per 48.000 voci
indice dei registi per 9500 voci
«Come nel Medioevo le tradizioni e le superstizioni esistenziali avevano prodotto una quasi impenetrabile e fitta rete di vincoli e remore, così oggi le nuove superstizioni - prodotto artificiale della civiltà, della modernità e della sua etica legale - si calano sulle attività produttive nella forma di una ragnatela ugualmente fitta di nuove infinite regole e inutili e sovrapposte servitù, di artificiose e forzose convenzioni ideologiche, politiche, e giuridiche... Si può evitare questa deriva, ma solo a partire dal Rinascimento, proprio perché questo è stato lotta per la libertà contro la tirannide, ma anche antitesi e rivoluzione come costruzione dell'avvenire.» Queste parole riassumono il senso di un originale manifesto culturale e politico scritto a quattro mani: da una nuova idea di Europa al ruolo dell'Italia non più subalterno, dal problema dei migranti allo Ius soli, dal recupero e la valorizzazione dei beni artistici, soprattutto dopo il terremoto del 2016, all'orgogliosa rivendicazione dell'Italia come «potenza culturale» i cui Beni valgono più di qualunque industria straniera. Sono questi i temi che in queste pagine con estrema forza indicano una via d'uscita dalla crisi economica e di valori del nostro Paese e del mondo occidentale in generale. Ma questa rinascita non può che partire dalla bellezza, bellezza come volano di sviluppo, bellezza come bene pubblico e forma politica più alta. Il nostro è un patrimonio di valori di civiltà che si può tradurre in valore patrimoniale, e gli esempi non mancano. Solo valorizzandolo l'Italia può tornare a dispiegare, con Dante, «le ali al folle volo».
Considerato già un classico della filosofia del Novecento, "Teoria dei sentimenti" esamina la complessa questione dei sentimenti umani da prospettive diverse: fenomenologica, analitica e storica. Indagando pulsioni e affetti, la filosofa ungherese va in cerca della natura del "sentimento" in sé, al di là della sua mutevolezza, attraverso un intenso scandaglio delle differenti categorie emotive. Riflettendo sulle varie modalità del coinvolgimento umano, Heller mette in luce i tratti peculiari dell'economia emozionale delle relazioni moderne e offre, alla luce della teoria dei sentimenti qui proposta, un nuovo sguardo sulla natura dell'espressione, delle divisioni sociali, della sofferenza e della responsabilità che risulta ancora oggi estremamente attuale.
In un'epoca in cui il loro numero è in aumento e quindi anche il loro potenziale politico, i «vecchi» sono lasciati soli da una società che considera la vecchiaia l'età del lutto, un coacervo di ogni tipo di violenze. Quelle sul corpo, preda di malattie; quelle perpetrate da un mondo ossessionato dalla giovinezza, pronto alla sopraffazione di chi è debole; quelle dell'anima, afflitta da lutti, rimpianti e ricordi opprimenti. Abbandoniamo questa immagine di disfatta della vecchiaia, creiamo un movimento «ardente» che riconosca alla terza età, l'età agonica (dal greco agon, combattimento e gioco), di possedere la ricchezza di un patrimonio formato dal tempo vissuto. Alla vecchiaia deve essere restituito il diritto a ricoprire un ruolo di primo piano nella società umana e che sia sinonimo di grande esperienza, di sensibilità e saggezza. Invecchiare non vuol dire vegliare, e l'autore ce lo dimostra offrendoci una galleria di personaggi ai quali la «grande età» ha regalato nuovo vigore e straordinaria creatività, come Freud inventore della psicanalisi, Duchamp inventore dell'arte moderna, il Re Lear di Shakespeare, il Faust di Goethe, Picasso e tanti altri. E anche la Bibbia riconosce alla vecchiaia una posizione di privilegio, prestigiosa e prodigiosamente creativa. Che la «grande età sia un'età combattiva e ludica, nella prospettiva di una nuova epoca sotto il segno anche di un eros eterno!»
«Oggi, un nucleo armato della nostra organizzazione ha fatto irruzione in un covo nemico...»: non inganni il tono scherzoso con cui l'uomo della Dia comunica al quartier generale di Roma che una squadra di investigatori, dopo mesi di lavoro, è riuscita a piazzare una microspia nel «Sancta Sanctorum» che ospita i superkiller di Cosa Nostra. Parodia dei comunicati con cui le Br, negli anni Settanta, scandivano la loro sanguinosa aggressione contro lo Stato, l'annuncio dell'uomo della Dia giunge dalla nuova, difficilissima guerra che insanguina l'Italia: è quella che oppone gli uomini dello Stato alla temibile potenza di fuoco, alla determinata strategia d'assalto dispiegata da Cosa Nostra negli attentati contro Falcone e Borsellino. Laltentatuni è la storia - narrata da Bianconi e Savatteri con il rigore del migliore giornalismo e il ritmo di un grande thriller - di come un pugno di investigatori della Dia, operando sotto copertura e con modalità che non hanno nulla da invidiare alle spy-stories di Le Carré, riescono a entrare nella struttura più interna della mafia. Ne pedinano gli uomini, ne individuano i luoghi di ritrovo, mappano affari e proprietà immobiliari, legami gerarchici e protezioni autorevolissime. Arrivano - scrivendo la pagina più incredibile dell'intera operazione - a rubarne i discorsi in diretta, ad ascoltare ora dopo ora i progetti del nucleo armato. Sullo scenario di una Palermo che Bianconi e Savatteri fissano in modo indimenticabile - città ferita e vitale al tempo stesso - gli investigatori, senza l'aiuto di pentiti e grazie a un immenso e paziente lavoro di indagine, ripercorrono l'insanguinata filiera di Cosa Nostra. E giungono, finalmente, agli assassini della strage di Capaci.
La sua esperienza umana e scientifica, unita a quella delle persone incontrate e amate, i successi e gli insuccessi professionali costituiscono tutto il filone narrativo del libro, che si presenta come un bilancio dell'operato dell'autrice.
Perché ci innamoriamo? Come si spiegano le nostre diverse reazioni di fronte all'arte, alla filosofia e alla religione? Perché i ricordi svaniscono? E dove nascono gli stereotipi etnici oppure la credenza nei fantasmi? Le innumerevoli domande sull'origine, la natura e il funzionamento della nostra mente finiscono spesso per perdersi nella vaghezza del mistero. Questo, invece, è un libro di risposte. Sfidando pregiudizi consolidati e demolendo teoremi un tempo indiscutibili, Steven Pinker ci guida alla scoperta dei più recenti progressi delle scienze cognitive e ricostruisce il programma straordinariamente complesso che rende possibili gli eventi della vita mentale che siamo abituati a dare per scontati: le meccaniche del pianto e del riso, dell'empatia e della percezione visiva. Facendo ricorso all'ingegneria inversa, che si interroga sugli scopi e l'organizzazione dei vari elementi che compongono una macchina, Pinker individua le funzioni alle quali la selezione naturale ha destinato la mente, un sistema di organi di calcolo che ha permesso ai nostri antenati cacciatori-raccoglitori di lottare, sopravvivere, prevalere. L'approccio di Pinker, uno dei più autorevoli studiosi di scienze cognitive, è rigoroso e multidisciplinare, spazia dalle neuroscienze alla biologia evolutiva compiendo efficaci e frequenti incursioni nelle discipline più disparate, come l'economia la psicologia sociale e la letteratura. Il risultato è una sintesi avvincente e monumentale - troppo ricca, esatta e pionieristica nei collegamenti e nelle conclusioni per essere ridotta a semplice divulgazione scientifica -, scritta con l'intelligenza, il ritmo e l'umorismo del grande narratore.
Nel 1517, cinquecento anni fa, Lutero affisse al portale della chiesa del castello di Wittenberg le 95 tesi sulle indulgenze che diedero l'avvio alla Riforma protestante. Appena tre anni dopo, pubblicò le altre due opere contenute in questo volume: De liberiate Christiana e De captivitate Babylonica Ecclesiae praeludium. Solo tre anni, ma il mondo era cambiato: Roma aveva pronunciato la sua condanna definitiva e Lutero esprimeva in modo virulento il proprio dissenso, rivendicando l'esclusiva necessità della fede e la sua libertà di cristiano di fronte a un papato esecrabile. La denuncia contro la Chiesa, la caccia al denaro, la corruzione della dottrina, il mercato delle indulgenze si affiancano a un concentrato di questioni teologiche tanto vaste da suscitare ancora oggi interrogativi profondi.
“Ho cercato di fare i conti con il mio linguaggio. Non mi sono messo a scimmiottare eufemismi o parole mediate da gerghi particolari, ma ho cercato di trovare un modo di parlare che fosse comprensibile e che però non andasse a discapito del rigore analitico.
Non sono stato il primo a fare uno sforzo del genere: ho imparato moltissimo leggendo il libri di storia dell’arte di Ernst Gombrich che sono scritti con un linguaggio molto piano eppure allo stesso tempo molto seri e approfonditi. Il linguaggio è la cosa fondamentale, l’ho sperimentato proprio con il Dizionario che continua a vendere nonostante sia un mattone gigantesco!”
Paolo Mereghetti
I contenuti
oltre 6000 pagine
oltre 30.000 schede
oltre 60 percorsi tematici
indice di titoli originali per 20.000 voci
indice degli attori per 48.000 voci
indice dei registi per 9500 voci
Lo stile
Nelle recensioni del Mereghetti il racconto della trama si fonde spesso con l’opinione dell’autore, al punto da rendere in molti casi difficile separare nettamente le due parti. Lo stile della scrittura – brillante, ironico, autorevole e diretto – pone sempre in primo piano la personalità dell’autore.
Le valutazioni dei film
Il Mereghetti esprime con il voto in stellette «un sintetico giudizio», senza articolare su quali criteri o dati si basi la formulazione della valutazione, che appare quindi come il suo giudizio personale.
Quest'opera di Alfred Edward Taylor resta oggi un documento importante per completezza testuale e rigore filologico nell'ambito degli studi platonici. Lontano dai tentativi dei moderni d'imprigionare il pensiero del filosofo ateniese in un sistema, Taylor rinuncia a discuterne astrattamente le idee, procedendo a un'analisi "seriatim" dei dialoghi, con l'obiettivo di cogliere al vivo lo svolgersi del disegno teorico di Platone, che "non significa un corpo compatto di "risultati" da imparare, ma una vita spesa nella ricerca della verità e del bene".