La moderna riflessione filosofica sul tragico presuppone una presa di distanza dal suo oggetto specifico: la tragedia. Si può anzi dire che la cultura moderna ha elaborato il «tragico» come idea filosofica, mentre all’epoca antica e premoderna si deve l’elaborazione della «tragedia» come forma letteraria, canonizzatasi ben presto in un genere. Sulla base di questa distinzione fondamentale, gli autori propongono una ricostruzione storico-concettuale che, muovendo dal decisivo contributo nietzschiano, rilegge sia il tragico premoderno sia la vicenda della «filosofia del tragico» vera e propria, dai suoi esordi in età idealistica fino ai più recenti sviluppi novecenteschi.
Carlo Gentili è professore ordinario di Estetica nell’Università di Bologna. Fa parte del consiglio scientifico delle Nietzsche-Studien e della Nietzsche Gesellschaft. Per il Mulino ha pubblicato «Nietzsche» (2001). Gianluca Garelli è ricercatore confermato e docente di Storia dell’estetica nell’Università di Firenze. Per il Mulino ha pubblicato «Storia dell’estetica moderna e contemporanea» (2003) e «Lineamenti di storia dell’estetica» (2008), entrambi con F. Vercellone e A. Bertinetto.
Nuova edizione aggiornata.
Considerato a buon diritto l'arte emblematica della modernità, fino alla metà del Novecento il cinema ha avuto tra le diverse forme di spettacolo di massa un chiaro ruolo egemone. La sua storia è divisa fra gli stereotipi del puro intrattenimento, che stimola l'identificazione e lo stupore passivo dello spettatore, e le forme critico-espressive, che vorrebbero indurlo ad approfondire ed elaborare consapevolmente il fluire delle immagini. Nel delineare un'estetica del cinema, il volume da un lato analizza i diversi linguaggi cinematografici sperimentati nel corso del tempo, dall'altro identifica i tratti costitutivi dell'arte cinematografica: la mimesi della realtà, la narrazione, l'immagine, il montaggio. Questa nuova edizione contiene, oltre ad importanti aggiornamenti sullo stato degli studi sul cinema, una utile filmografia.
Mario Pezzella insegna Estetica nella Scuola Normale Superiore di Pisa. Tra le sue pubblicazioni: "La concezione tragica di Hölderlin" (Il Mulino, 1993), "Narcisismo e società dello spettacolo" (Manifestolibri, 1996), "Il volto di Marilyn" (Manifestolibri, 1999), "La memoria del possibile" (Jaca Book, 2009).
Il volume fa parte di una serie suddivisa in tre sezioni, dedicate alle diverse arti, alla storia dell'estetica e ai suoi concetti chiave. L'autore di questo volume prende le mosse dagli albori della civiltà per mettere poi in luce come nel mondo greco si elabori un'idea del bello architettonico legato alla razionalità, e come con Vitruvio venga nobilitata e sistematizzata un'arte in cui si devono fondere stabilità, unità e bellezza. Dopo aver mostrato come nel Medioevo l'architettura rientri in un universo intensamente simbolico, l'autore esamina il risorgere dei canoni classici con l'Umanesimo e il Rinascimento e segue poi la riflessione filosofica sull'architettura nel Barocco e nel Settecento.
La letteratura fantastica è un modo tipico della letteratura moderna, dal Romanticismo in qua. Cesarani in primo luogo legge alcuni testi esemplari di letteratura fantastica ottocentesca, dal classico Hoffmann a Gautier, Mérimée e Poe. Dopo aver ripercorso l'itinerario critico che ha portato alla definizione di "fantastico" in cui è pietra miliare il lavoro di Todorov, ma in cui conta anche l'autoriflessione degli scrittori stessi di fantastico, Ceserani individua i principali procedimenti formali e i nuclei tematici che individuano la letteratura fantastica, e ricorda gli antecedenti storici di questa letteratura, che affonda le radici nel romanzo gotico settecentesco. L'ultimo capitolo esamina le mutazioni e alcuni esemplari del Novecento.
Operando distinzioni appropriate, ricostruendo teoreticamente, geneticamente e linguisticamente le idee di "bello" e "brutto", Bodei delinea i principali modelli della "costellazione della bellezza", così come si è venuta configurando nel corso dei secoli. Dal bello come idea di ordine, di misura e di armonia, al bello imponderabile che si esprime nella valorizzazione del gusto; dalle teorie e pratiche della bellezza finalizzata a uno scopo, alla rivendicazione della semplicità del bello, del bello come luminosità e folgorazione o del sublime. L'erosione degli ideali classici conduce infine al completo rovesciamento dei ruoli: il brutto diventa l'autentico bello e assume la parte del protagonista, anche se oggi, da vari sintomi, il suo trono sembra vacillare.