Sono gli ottant'anni a scatenare in Pasquale Zagaria, in arte Lino Banfi, la voglia di guardare indietro e ripercorrere le tappe della sua vita come se fosse uno sketch: Pasquale e Lino si raccontano, si provocano, si sfottono, e non mancano di coinvolgere nei ricordi gli alter ego di cui via via hanno assunto l'identità: il commissario Lo Gatto, Oronzo Canà, Auricchio, Nonno Libero... Una vita piena, vista dalla prospettiva dell'incredibile popolarità di oggi. Eppure non è stato sempre così: di umili origini pugliesi, Pasquale si trasferisce giovanissimo a Milano inseguendo il sogno dell'avanspettacolo, un genere molto amato nell'Italia del dopoguerra che dopo il trauma bellico anela a una comicità semplice, leggera, alla portata di tutti. Battezzato artisticamente "Lino Banfi" niente meno che da Totò, dopo anni di gavetta e di ristrettezze conquista il successo: prima con il cabaret, poi con la commedia sexy all'italiana, fino agli sceneggiati tv grazie ai quali è entrato nelle case di tutti gli italiani. Oggi Lino Banfi è un uomo appagato e riconosciuto, ma non ha perso la veracità delle origini. A ottant'anni suonati, rimane il raghezzo pugliese di sempre. Prefazione di Renzo Arbore.
Conosco la paura. Ricordo ancora il boato della bomba che avrebbe dovuto uccidere me e mia moglie. La stessa paura che viviamo tutti da quando l'Occidente è diventato bersaglio del fanatismo integralista dell'Isis. Ma cos'è questo Isis? Chi sono e perché c'è gente che uccide e si fa esplodere in nome di Allah? Provo a dare qualche risposta, questa volta senza pubblicità. Con la convinzione che solo la conoscenza può portare nuovamente alla calma.
Il rispetto che Maurizio Costanzo ha sempre avuto per il pubblico, insieme alla sua mente per natura libera da censure, all'autonomia di cui comunque ha goduto da parte degli editori, oltre al suo innato talento di comunicatore, gli hanno permesso di fare televisione, o meglio "la" televisione, per oltre quarant'anni, mettendo in scena giorno dopo giorno l'Italia dell'epoca. A distanza di anni, dopo che il tempo ha comunque permesso di rileggere avvenimenti e personaggi, Costanzo torna a parlare di televisione e lo fa ancora una volta a modo suo: non lesinando aneddoti, ricordi personali, acute riflessioni. E il racconto fluisce ammiccante e sornione, partendo proprio da "Bontà Loro" - primo esperimento di quello che verrà poi chiamato talk show su su fino al "Maurizio Costanzo Show", il cui straordinario e longevo successo ha fatto del suo autore una sorta di "memoria storica" della televisione italiana.
Da ragazza la consideravano "perfettina" perché era bella, seria, di bei modi, studiosa. Anche oggi Cristina Parodi si porta dietro l'immagine della donna impeccabile: splendida cinquantenne, elegante al punto da essere considerata un'icona di stile, amata dal pubblico televisivo, circondata dall'affetto di una bella famiglia, oggi pure "first lady" di Bergamo da quando suo marito è entrato in politica. Nata fortunata? Forse sì, ma poi sono l'entusiasmo, la grinta e l'incrollabile fiducia nella vita a permetterle di costruirsi giorno dopo giorno un percorso tutto in ascesa. Originaria di Alessandria, cresce in una famiglia benestante, colta e amorevole che la stimola a essere ambiziosa. Da adolescente è una promessa del tennis e l'agonismo è la sua prima palestra. Studentessa universitaria nella Milano da bere degli anni ottanta, tra una festa e un locale alla moda si costruisce una rete di contatti e amicizie. In questo periodo entra nel mondo del giornalismo televisivo. Ama viaggiare con lo spirito d'avventura che contraddistingue la gioventù e in seguito coltiverà questa passione grazie al suo lavoro di reporter. Ponendo sempre l'aspetto umano e gli affetti familiari al centro della sua esistenza, è anche impegnata sul fronte del sociale nelle zone più calde del mondo. In questo libro Cristina Parodi apre una finestra sulla sua sfera più privata e ripercorre le tappe fondamentali della sua vita.
Dario Vergassola racconta una stona divertente e malinconica ambientata nella provincia italiana a lui tanto cara. Le vicende hanno luogo nella periferia di La Spezia al bar Pavone, i cui frequentatori "nulla hanno da invidiare al bar di Guerre Stellari" e creano un microcosmo dove si riflettono tutti i pregi e i difetti dell'umanità. Popola il racconto una giostra di personaggi strani, buffi, a volte ridicoli ma anche molto realistici, pieni di paure, piccole e grandi manie, problemi quotidiani ed esistenziali. Come Lucio e Albe, due cassaintegrati che giocano la stessa partita a biliardo da anni senza mai arrivare a una fine, barando di continuo sul punteggio per far durare la partita in eterno; Giulianone che racconta di essere stato rapito dagli Ufo; Gigi il barista, detto anche Gigipidia perché sa non quasi tutto ma proprio tutto; l'ipocondriaco Ansia, detto anche Malattie Imbarazzanti; i tre fratelli Chiappa, orchi buoni che sfruttano i loro muscoli facendo i traslocatori sulle colline dietro le Cinque Terre. E infine Gino, impiegato statale con moglie e figli, protagonista di un avventuroso viaggio che lo porta da La Spezia fino in America, mentre gli amici dal bar seguono e commentano in diretta le sue rocambolesche avventure.