Assumendo la persona come fine ultimo di qualsivoglia processo politico, economico e culturale, cogliendo la centralità ontologica, epistemologica e morale della persona, ricorrendo direttamente ai testi del Magistero sociale della Chiesa, gli autori intendono evidenziare il perché siano proprio i valori che gli uomini adottano e testimoniano nella propria vita a decretare il successo o il fallimento delle imprese. Per usare un'espressione cara al prof. Marco Vitale, nella prospettiva cristiana dell'imprenditorialità, l'uomo giunge al crocevia dello sviluppo portando con sé certamente capitali finanziari e know-how ma, ancor prima, ciò che gli è stato donato (anch'essi capitali): virtù, abilità, fantasia, sensibilità, intelligenza. La raccolta curata da Abela e da Capizzi ha il merito di mostrare come la virtù imprenditoriale rappresenta sempre più la leva essenziale per il successo in campo economico. Essa, tuttavia, affinché possa innescare il circolo virtuoso dello sviluppo economico, generando fiducia e inclusione sociale, richiede uomini d'affari sempre più consapevoli e responsabili, capaci di interrogarsi continuamente sul senso del proprio vivere, nonché, sulle conseguenze dirette e indirette del proprio agire. In questa prospettiva, i nostri autori, ricorrendo a brani significativi del Magistero sociale della Chiesa, ci mostrano come, nella prospettiva cristiana, lo sviluppo non sia riducibile alla mera crescita economica e il mercato al freddo gioco della domanda.
Nell'ottobre 2009, quando Abby Johnson si licenziò da direttrice di una clinica texana in cui si eseguivano aborti, negli Stati Uniti il suo caso ebbe una grossa risonanza. I giornali e le televisioni accorsero da tutto il paese per conoscere la sua storia. In questo libro la Johnson racconta la sua drammatica conversione da sostenitrice dell'aborto ad attivista cristiana per la vita. Non si tratta però di un libro ideologico. L'autrice narra i fatti che ha vissuto in prima persona, le sue emozioni, il suo dialogo con Dio, gli scrupoli morali che l'hanno portata a rifiutare per sempre l'aborto come soluzione ai problemi delle donne. Abby Johnson non esita a parlare dei segreti più terribili della sua vita, ma non usa mai, verso nessuno, parole d'odio o di condanna. La sua vicenda dimostra che l'amore, la gentilezza e la compassione possono fare la differenza nel dibattito sull'aborto.
La fede della Chiesa non si basa su concetti astratti, ma sulla “Buona Notizia” di un Dio che ha fatto il suo ingresso nel mondo assumendo la natura umana. Per questo motivo, il “mondo cattolico” è fatto di luoghi fondamentali per la fede della Chiesa così come per quella di ogni singolo fedele, luoghi – come il Santo Sepolcro – che sono stati testimoni di eventi straordinari o che, come la parrocchia nella quale si è cresciuti, hanno contribuito alla formazione dell’identità cristiana di ognuno. Le Lettere a un giovane cattolico di George Weigel sono appunto un racconto epistolare dell’atmosfera e del significato di alcuni luoghi simbolo per la fede cristiana: da Baltimora, città natale dell’Autore e prima diocesi statunitense, alla Basilica di San Pietro, dal monte Sinai al pub preferito da Chesterton, da Gerusalemme alla Cracovia di Karol Wojtyla.
Da qui Weigel parte per illustrare la ricchezza e la profondità della fede cristiana a quanti, giovani anagraficamente o solo nell’animo, sono affascinati dal Mistero e sperano di potergli dare un volto lungo il loro cammino.
Il progetto della società civile richiede in primo luogo l'esercizio di alcune virtù civiche che potremmo sintetizzare con l'espressione autogoverno: l'insieme delle virtù che segnano la distanza tra il suddito, ripiegato su se stesso e in balia del potere coercitivo, e il sovrano, responsabile per le azioni che compie e per questa ragione libero di contribuire alla realizzazione della propria personalità. L'esercizio di tali virtù richiede il sacrificio costante e la vigilanza perenne, dal momento che il progetto della società civile non è l'esito intenzionale di qualche astuto scienziato sociale; non si tratta di un'opera d'ingegneria sociale, raggiunta in modo definitivo, una volta per tutte, bensì è la lenta evoluzione di attitudini che hanno assunto la forma storica che noi conosciamo dopo un'incessante - e mai definitivamente compiuta - opera di approssimazione a ciò che uomini imperfetti, ma desiderosi di migliorare la propria condizione, hanno creduto e credono che sia la verità.
La Chiesa cattolica è stata spesso vista come un'istituzione obsoleta, legata a riti e convinzioni ormai superate e che si ostina a imporre la propria visione del mondo e della vita, costringendo le persone ad abdicare alla loro libertà di coscienza e di azione per aderire a un codice morale che appare a molti antiquato se non addirittura crudele. Eppure questa visione della Chiesa contrasta ampiamente con la vita di molti cattolici, come papa Wojtyla o Madre Teresa di Calcutta, che sono divenuti icone mondiali dell'amore e della solidarietà. Questo libro di George Weigel aiuta il lettore a superare tale apparente contraddizione guidandolo attraverso i temi chiave più controversi del cattolicesimo - dall'etica sessuale al modo di celebrare la messa, dalla fede in Cristo quale unico salvatore al rapporto con le altre religioni dimostrando come molti di questi aspetti, se compresi all'interno della visione cattolica del mondo si rivelano in realtà segni dell'amore di Dio e della Chiesa per l'uomo e per la sua inalienabile dignità.
Nel 1972 Karol Wojtyla, allora cardinale di Cracovia, dopo essere stato attivo protagonista del Concilio Vaticano II, decide di illustrare con questo libro ai fedeli della sua diocesi i frutti dell'insegnamento conciliare. Per il futuro papa, il Concilio è la fonte del rinnovamento della Chiesa e il punto da cui partire per attuare il programma di nuova evangelizzazione in un mondo che si è allontanato da Dio. Questo significa presentare la tradizione della Chiesa in forme più vicine alla sensibilità dei contemporanei, ricordando sempre, con la Costituzione pastorale "Gaudium et Spes", che Cristo, "proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore, svela anche pienamente l'uomo a se stesso e gli rende nota la sua altissima vocazione".
In questo libro, dedicato all'economia informale del Perù e alle ragioni per cui la povertà può essere un terreno fertile per i terroristi, Hernando de Soto descrive le forze che tengono le persone alle dipendenze di economie clandestine: le barriere burocratiche alla proprietà formale e la mancanza di strutture legali che riconoscano e promuovano la proprietà di beni. Sono proprio queste forze, secondo de Soto, che impediscono alle case, ai terreni e alle macchine di operare come in Occidente, vale a dire come beni produttori di capitale. Sotto il governo di Fujimori, l'Istituto per la Libertà e la Democrazia di de Soto ha elaborato decine di leggi per promuovere i diritti di proprietà e portare le persone fuori dall'economìa informale e farle entrare in quella formale. Ne è scaturito non soltanto un boom economico per il Perù, ma anche la sconfitta di Sendero Luminoso, movimento terroristico e forza di mercato nero che all'epoca minacciava di assumere il controllo del governo peruviano. In una nuova prefazione, de Soto attualizza il suo saggio, mettendo in relazione il Sendero Luminoso degli anni '80 con i talebani di oggi.
È un ancora il giovane cardinale di Cracovia che in questo libro, da pastore della diocesi polacca, si rivolge ai suoi fedeli guidandoli ed esortandoli alla fiducia nell'amore misericordioso di Dio e alla perseveranza. Le parole di Wojtyla assumono il tono e la forza di un piano programmatico, un progetto per la chiesa del terzo millennio che verrà poi avviato quando, qualche mese dopo, lo Spirito Santo spingerà Wojtyla a sedere sul seggio di Pietro.