
Il diavolo e le opere del diavolo sembrano ritornati tra i grandi inamovibili temi della nostra cultura, trovano posto crescente nei media, ricorrono con frequenza nel magistero pontificio. Preceduti da un'introduzione di Salvatore Pricoco, che riflette su questa nuova ondata di 'satanismo', e seguiti da una silloge iconografica di Franca Ela Consolino, i 10 saggi raccolti nel presente volume (di cui sono autori, nell'ordine, Roberto Osculati, Eugenio Corsini, Claudio Moreschini, Adele Monaci Castagno, Giovanni Filoramo, Giulio Guidorizzi, Ramón Teja, Teresa Sardella, Sofia Boesch Gajano, Enrico V. Maltese) cercano le antiche radici dei 'miti' diabolici, dai Vangeli a Psello, dotto bizantino dell'XI secolo). Essi disegnano il formarsi e il crescere, prima dell'età imperiale e nel cristianesimo nascente, poi nei secoli della tarda antichità e dell'alto medioevo, in Oriente come in Occidente, di dottrine e credenze demonologiche che influenzarono in modo sempre più importante la vita pubblica, la comunità ecclesiastica, il vissuto quotidiano. E aprirono la strada alle vicende spaventose dell'Inquisizione e dei suoi processi.
«Renzi, Gentiloni, Conte 1, Conte 2: quattro governi - mai espressione di una volontà popolare - che hanno attraversato come meteore (o quasi) uno spazio temporale di più di sei anni e che ho tentato di raccontare in 190 articoli pubblicati su Avvenire, Corriere della Sera, Huffington Post, Il Foglio, Il Giornale, Il Rifomista, Il Tempo, Il Sole 24 Ore, La Stampa, Milano Finanza, Quotidiano Nazionale. Un insieme di eventi, personaggi e situazioni che hanno segnato uno dei periodi più controversi della politica italiana, caratterizzato dal senso di colpa della classe dirigente politica, incapace di qualsiasi resistenza all'onda d'urto del populismo. Con il parallelo avvento di una nuova élite, che ha portato il Paese alla deriva, rinnegando i sani principi che avevano ispirato i nostri padri costituenti.»
È fuor di dubbio che alcune filosofie storicistiche hanno determinato drammatiche conseguenze, non ancora del tutto esaurite, che hanno segnato l'intero secolo XX. Non è certo un caso che, proprio in Germania, a opera di alcuni teologi cattolici, ci si sia tornati a interrogare sulla "questione concernente la relazione tra storia della salvezza e metafisica". La riflessione si è resa ancora più urgente dopo che alcuni filosofi - tra questi, ad esempio, Popper con The Poverty of Historicism - hanno tracciato in modo inequivocabile la miseria, anche teorica, dello storicismo. Questa analisi appare oggi un po' riduttiva perché lo storicismo dialettico, che Popper critica giustamente, non esaurisce il problema della storia, anzi lo esaspera. Resta però il fatto, come evidenzia legittimamente Ratzinger, che tutta una serie di domande restano, anche se nessuno sembra volersele porre. Tra queste: «Come può divenire storicamente presente ciò che è accaduto? Come può avere significato universale ciò che è unico ed irripetibile?». Forse si dovrebbe avere il coraggio di riconoscere che, nella prospettiva escatologica, troppi livelli si sono confusi e tale confusione ha nociuto, in primis, alla visione cristiana. Questa è stata strumentalizzata, via via, da troppe prospettive politiche ed è finita per essere ridotta a una visione meramente sociale togliendo al Cristianesimo la sua prospettiva ultraterrena, riducendolo così a uno dei tanti criteri d'analisi della realtà presente. Ci si dimentica che simili tentativi accompagnarono da sempre il Cristianesimo. L'Apocalisse si presentò subito come un itinerario di salvezza, ma incontrò immediatamente avversari, si pensi agli gnostici, che ipotizzarono altre vie per raggiungere la salvezza. Questo lavoro vuole evidenziare il filo conduttore, sempre presente nella bimillenaria tradizione della Chiesa, che è quello di proporre una visione escatologica ultraterrena e non legata a ideologie, visioni politiche sorrette da, sia pur nobili, posizioni sociologiche e/o filosofiche.
La rivista è uno strumento di ricerca per la filosofia proposta nei contesti dove la filosofia non è ancora arrivata, dalla Scuola Primaria agli Istituti tecnici. Svolge la sua ricerca nella scuola stessa e nell'Università. Si propone sempre di essere la voce di molti maestri che ragionano con i bambini in maniera complessa, sperimentando la strada della filosofia attraverso la domanda, senza per questo stabilirne dei canoni specialistici. La rivista pubblica esperienze di maestri che già attuano la filosofia nelle loro classi e raccolgono i pensieri e le domande dei bambini. Inoltre cerca di essere uno strumento critico in questo settore, dando consigli bibliografici nelle sezioni "Recensioni e Ferri del Mestiere". Un'ampia sezione è dedicata alla filosofia civile, che indaga il pensiero nei luoghi più difficili dell'esistenza: carceri, ospedali... Amica Sofia, lungo la strada delle pratiche filosofiche, mantiene sempre il confronto con la ricerca che in questo settore viene svolta all'estero in una sezione ad essa dedicata.
Il secondo volume della Storia dell'Italia contemporanea ripercorre l'itinerario politico che nell'Ottocento definì il carattere del liberalismo italiano nel modificarsi degli scenari europei. Andrea Ciampani esplora il progressivo riconoscimento della patria nazionale, tra pressioni extraparlamentari e ricerca di rappresentanze politiche adeguate al Paese. Roma capitale, stabilità istituzionale e pareggio del bilancio furono le priorità che accompagnarono il dibattito sulla trasformazione dei partiti risorgimentali. Nei governi Depretis prese forma la sfida liberale di una nazionalizzazione inclusiva, con allargamento del suffragio elettorale, tentativi di riconciliazione col mondo cattolico, sviluppo economico e progetti di legislazione sociale, nel quadro della pace europea della Triplice Alleanza. Sandro Rogari affronta l'alternativo progetto di Crispi che condusse il liberalismo italiano in una competizione identitaria. Le rilevanti riforme attuate e le tensioni tra crescita industriale e partito agrario furono gestite per dar vita a uno Stato forte, sostenuto da nazionalismo e colonialismo, mentre si politicizzava la rappresentanza sorta per dar voce alla questione sociale. Il travaglio dell'Italia umbertina, modificando gli equilibri tra sovrano, governo, Parlamento, coalizioni d'interessi e masse popolari, alimentò le contrapposte idee d'Italia che segnarono l'alba del Novecento.
Che cos'è la giustizia sociale? Per Friedrich von Hayek era un miraggio, un cliché senza senso, ideologico, incoerente e vacuo. Credeva che il termine dovesse essere evitato, abbandonato e lasciato morire di morte naturale. Per i suoi sostenitori, giustizia sociale è un termine generico che può essere usato per giustificare qualsiasi programma governativo di stampo progressista. In questo volume Michael Novak e Paul Adams cercano di chiarire il vero significato della giustizia sociale e di salvarla dai tanti che se ne vogliono appropriare in termini ideologici. Esaminando figure che vanno da Antonio Rosmini, Abraham Lincoln e von Hayek, ai papi Leone XII, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, gli autori rivelano che la giustizia sociale non è un sinonimo di "governo progressista", come siamo soliti credere. È piuttosto una virtù radicata nell'insegnamento sociale cattolico e sviluppata come alternativa al potere incontrollato dello Stato. Quasi tutti gli operatori sociali si considerano progressisti, eppure molte delle loro "buone pratiche" mirano a dare potere alle famiglie e alle comunità locali. Non pongono l'accento sull'individuo o sullo Stato, ma sul vasto spazio civile che li separa. In questa sorprendente riconsiderazione del suo intento originario, la giustizia sociale rappresenta una virtù immensamente potente per coltivare la responsabilità personale e costruire le comunità umane che possono contrastare la diffusa resa a uno Stato in continua crescita. Prefazione di Flavio Felice.
La figura di San Francesco di Paola è una figura unica e allo stesso tempo complessa che attira a sé, oltre alla fede dei devoti, l'attenzione di studiosi e scienziati che cercano, come in questo caso, di interpretare le intuizioni del Santo, attraverso evidenze scientifiche che dimostrino la loro veridicità e attendibilità. Il testo si presenta in forma di raccolta di schede, che riunisce le piante citate nei processi per la causa di canonizzazione. L'impostazione scientifica riguarda l'identificazione delle specie con criteri propri della sistematica vegetale, compresa la compatibilità con l'habitat vegetativo, in modo da offrire una classificazione definitiva delle piante riportate nelle trascrizioni processuali, ma anche aspetti etnobotanici e fitochimici che ne giustificano l'uso.
Il libro si pone essenzialmente tre domande. Quanto è cambiata la componente più importante della partecipazione religiosa in Italia tra il 1993 ed il 2019? (Si dirà anche qualcosa sugli anni della sindemia da Covid e del lockdown, e si vedrà che non hanno prodotto inversioni di tendenza.) Come è cambiata l'influenza di altri fattori sociali su questa forma di partecipazione religiosa? Come è cambiata l'influenza di questa forma di partecipazione su altri aspetti della vita sociale? Non si tratta solo di documentare un calo, ma di provare a guardare cosa avviene dentro una porzione più piccola, ma pur sempre molto importante, della società italiana. Quanto e come pesa il sesso, la generazione di appartenenza, l'età e quanto ha pesato essere nati o essere cresciuti in certi periodi storici invece che in altri? Tra i tanti segni "meno" si vede però emergere anche un segno "più": quello della influenza di questa forma di partecipazione religiosa sulla disponibilità a gesti di solidarietà, accoglienza ed aiuto nei confronti di altre persone. I "praticanti" sono oggi un gruppo sociale molto diverso da quello che erano un quarto di secolo fa. E si avviano a diventare presto qualcosa di ancora diverso da ciò che sono oggi: alcune dinamiche di quella trasformazione vengono qui evidenziate e discusse.
La rivista è uno strumento di ricerca per la filosofia proposta nei contesti dove la filosofia non è ancora arrivata, dalla Scuola Primaria agli Istituti tecnici. Svolge la sua ricerca nella scuola stessa e nell'Università. Si propone sempre di essere la voce di molti maestri che ragionano con i bambini in maniera complessa, sperimentando la strada della filosofia attraverso la domanda, senza per questo stabilirne dei canoni specialistici. La rivista pubblica esperienze di maestri che già attuano la filosofia nelle loro classi e raccolgono i pensieri e le domande dei bambini. Inoltre cerca di essere uno strumento critico in questo settore, dando consigli bibliografici nelle sezioni "Recensioni e Ferri del Mestiere". Un'ampia sezione è dedicata alla filosofia civile, che indaga il pensiero nei luoghi più difficili dell'esistenza: carceri, ospedali... Amica Sofia, lungo la strada delle pratiche filosofiche, mantiene sempre il confronto con la ricerca che in questo settore viene svolta all'estero in una sezione ad essa dedicata.
Roma, da piccolo villaggio di pastori e di agricoltori, divenne un grande Impero grazie alla portata fortemente innovativa della sua civiltà; fin dalle sue origini mostrò una grande capacità di integrare a sé le popolazioni conquistate e lo straniero, concedendo loro la cittadinanza romana. In tal modo Roma assunse, per un'intera epoca, il primato di centro politico e culturale, tollerando e facendo convivere nei propri confini popoli di diverse lingue e religioni, usi e costumi. In questa chiave Roma può rappresentare ancor oggi un modello di riferimento per l'Italia e l'Europa, per aver saputo gestire la complessità di una globalizzazione ante litteram e averla trasformata in un punto di forza.