Valerio Petrarca ha una lunga consuetudine con l'Africa. A partire dal 1994 si è recato più volte nel continente e ha vissuto esperienze sul campo in Costa d'Avorio. Questo libro nasce soprattutto dopo l'ultimo viaggio, del 2005, quando ha attraversato il Paese lacerato dalla guerra. Il viaggio era destinato a documentare l'opera di Grégoire Ahongbonon, un immigrato dal Bénin che ha svelato, tentando di porvi qualche rimedio, la crudeltà del trattamento dei malati mentali, legati agli alberi o gettati nelle discariche, tanto nei villaggi quanto nelle città (Grégoire ha ricevuto nel 1998 il premio "Franco Basaglia"). Una volta sul terreno, l'autore si è reso conto che i "pazzi" di Grégoire, almeno alcuni di essi, non dalla malattia erano stati segnati, ma dalle lacerazioni tra i mondi contigui e concorrenti in cui erano nati e cresciuti: tra autoctoni e immigrati, villaggio e città, religioni tradizionali e religioni missionarie, stregoneria e scienza, tradizione e modernità. "I pazzi di Grégoire" dà voce a bambini e a giovani che hanno conosciuto direttamente e indirettamente gli effetti della guerra, e ricuce, in una trama possibile, i loro discorsi. Si raccontano poche storie di vita, ma diffusamente, per fare emergere, in immagini di sintesi, la "fame di senso", il disagio culturale, prima che materiale, sofferto dai giovani, su cui la guerra è arrivata come un'onda distruttrice di simboli e di cose.
L'incontro etnografico si realizza secondo modalità nuove all'interno di uno dei fenomeni più rilevanti del nostro tempo: i movimenti migratori. Complessa, contraddittoria, altamente differenziata se analizzata alla microscala, e invece sorprendentemente omogenea se presa in considerazione come fenomeno complessivo, l'esperienza dei lavoratori e delle lavoratrici migranti offre all'antropologia un terreno fecondo per la ricerca più avvertita e per la riflessione su alcuni dei più rilevanti problemi teorici attuali. Questa è la tesi che Amalia Signorelli propone. La situazione italiana consente all'antropologa di stabilire un confronto ravvicinato tra migrazioni degli italiani e immigrazione straniera in Italia.