Cosa è diventato per noi il lavoro? Abbiamo ancora dei progetti di vita? Cosa ci porta via il tempo che passa e come governiamo lo spazio in cui dobbiamo muoverci? L'amore può ancora tingere di rosa la nostra vita? Sociologi e antropologi hanno iniziato a chiedersi, già dagli anni dell'avvento della globalizzazione e del neoliberismo, che cosa stesse cambiando sul piano culturale nelle società contemporanee. Oggi che la crisi di sistema si è dispiegata in tutto il suo potenziale distruttivo, vale la pena di esplorare puntualmente come si sono modificate quelle conoscenze e quei valori che più di altri governano il nostro agire quotidiano. In questo lavoro ci si è proposti di indagare le fratture grandi e piccole intervenute nell'esperienza concreta delle persone. Studenti e precari, taxisti e cameriere, commercianti e professori, edicolanti e impiegati sperimentano nuovi comportamenti, vivono modifiche sostanziali di vecchie gerarchie e stratificazioni sociali, cercano nuovi saperi e nuovi valori. Talvolta a caro prezzo. Talvolta forse anche con qualche speranza di successo.
Il testo, rivolto agli studenti di Scienze sociali e Scienze umane, si propone di guidare all'acquisizione del punto di vista antropologico e del metodo dell'antropologia. A partire da una definizione dell'antropologia che la considera dedicata allo studio delle diversità e somiglianze della specie umana, si approfondisce lo statuto socioculturale delle diversità e la loro elaborazione ideologica nelle forme dell'etnocentrismo e del relativismo. Dopo aver ricostruito per punti salienti la storia della costruzione della mappa delle diversità umane, si propone un primo repertorio di diversità, sistematizzate e interpretate con gli strumenti dell'antropologia. L'esposizione, che non ambisce a essere esaustiva, punta sui maggiori nodi problematici della storia della ricerca antropologica e li approfondisce con riferimento a esempi "classici", ma anche a esempi tratti dal mondo contemporaneo, globalizzato e postmoderno. Il testo si conclude con una guida alla ricerca antropologica, con l'obiettivo di mettere definitivamente a fuoco e consolidare quel punto di vista e quel metodo caratteristici della disciplina. Ogni capitolo è corredato di un apparato di strumenti didattici, che facilitano l'apprendimento e stimolano un approccio critico alla materia. La nuova edizione si differenzia dalla precedente per l'inserimento di due capitoli: un capitolo sulle antropologie specialistiche e due capitoli che ripercorrono le tappe fondamentali dello sviluppo storico della disciplina.
L'incontro etnografico si realizza secondo modalità nuove all'interno di uno dei fenomeni più rilevanti del nostro tempo: i movimenti migratori. Complessa, contraddittoria, altamente differenziata se analizzata alla microscala, e invece sorprendentemente omogenea se presa in considerazione come fenomeno complessivo, l'esperienza dei lavoratori e delle lavoratrici migranti offre all'antropologia un terreno fecondo per la ricerca più avvertita e per la riflessione su alcuni dei più rilevanti problemi teorici attuali. Questa è la tesi che Amalia Signorelli propone. La situazione italiana consente all'antropologa di stabilire un confronto ravvicinato tra migrazioni degli italiani e immigrazione straniera in Italia.