Cinque grandi discorsi di Joseph Ratzinger che, con l'usuale pregnanza argomentativa, combatte quella che lui stesso ha definito 'la dittatura del relativismo': il convincente tentativo del Papa teologo di radicare nel presente la tradizione della Chiesa, così da renderla viva e operante.
Perché ci muoviamo
Perché si muovono loro
Perché arrivano in questo modo
Perché proprio qui? E per fare cosa?
Perché la diversità ci fa paura. E ci attrae
Una cosa da fare (da cui discendono tutte le altre)
La democrazia diretta invocata dai populisti rischia di sfociare nella dittatura della maggioranza. Il peggiore nemico del populismo sono i corpi intermedi della cosiddetta società civile: associazioni, partiti, sindacati, autorità indipendenti, amministrazioni pubbliche. La lucida analisi di una questione essenziale per il futuro del nostro mondo, e una proposta concreta sul tema dell'immigrazione.
Il libro perfetto è sullo scaffale in alto, nell'angolo, a portata della tua mano. L'ignoto ignoto, ciò che non sapevi di non sapere, è lì che ti aspetta in fondo alla libreria.
Pietro Bembo fu un attore e un testimone privilegiato del Rinascimento italiano. Scrittore celebrato dai contemporanei, antiquario, amante della bellezza (anche femminile) ottenne la duplice consacrazione dell'alloro poetico e della porpora cardinalizia. Nato a Venezia, risiedette presso le maggiori corti italiane, dalla Firenze di Lorenzo il Magnifico a Ferrara, Urbino e Roma. Fu intimo dei Medici e dei Borgia, segretario di papa Leone X e, forse, amante di Lucrezia Borgia, con la quale scambiò lettere d'amore. Bembo fu però anche colui che fissò le norme della lingua letteraria italiana, oltre che il curatore di fondamentali edizioni di Dante e Petrarca. La sua poesia, fondata su una stretta imitazione del poeta di Arezzo, fu decisiva nella diffusione europea del cosiddetto petrarchismo. Amico e mecenate di alcuni dei piú influenti artisti del Rinascimento, da Raffaello a Cellini, non fu estraneo alla cultura scientifica del suo tempo, fin dagli anni giovanili, allorché fissò in un dialogo latino il racconto della sua ascesa all'Etna. Analogamente, seppe intuire le potenzialità dell'industria tipografica, stabilendo una fondamentale collaborazione con Aldo Manuzio.
Archivi, biblioteche e musei ecclesiastici sono parte integrante, viva e propositiva dell'impegno della Chiesa che è in Italia. Costituiscono un punto di riferimento e di orientamento pastorale che chiede di essere sempre più conosciuto e considerato adeguatamente. Sono luoghi che conservano e diffondono la conoscenza - altrimenti destinata a rimanere patrimonio di pochi - e, quindi, a superare distanze, avvertite o reali che siano. Sono luoghi privilegiati d'incontro tra persone, talvolta tra culture e orientamenti religiosi diversi. Veri e propri presidi della cultura e della fede, sono certamente anche luogo di aggregazione sociale. Forte di queste convinzioni, sono particolarmente contento di introdurre con queste righe il volume Del Culto e della Cultura. Archivi biblioteche e musei ecclesiastici in Italia, curato dall'Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici. A un primo livello di lettura può presentarsi come una sorta di manuale, che restituisce informazioni utili alle ricerche di chi vuole scoprire presenze e contatti di archivi, biblioteche e musei ecclesiastici. In realtà, dietro a tale lavoro non si stenta a intuire un investimento significativo soprattutto in termini di relazioni: è la loro preziosità alla base del presente risultato; sono esse, infatti, ad aver permesso la raccolta di informazioni aggiornate su un numero così consistente di istituti culturali.
Questa opera prima di Vittoriano Satta illustra con spirito laico e ironico ma nel rispetto della verità storica le vicende del Papato, da San Pietro a Papa Francesco, e dei suoi protagonisti: pontefici, imperatori, re, principi, santi, eretici. La rima romanesca sdrammatizza le situazioni "critiche" trasformando sgomento e indignazione in sorriso.
Frutto delle lezioni tenute da Peter F. Tschudin presso l'Istituto per la fabbricazione della carta dell'università politecnica di Darmstadt, il volume si presenta come un'opera multidisciplinare e complessa che intende offrire una sintesi metodologica nello studio della storia della carta raccogliendo in un unico testo gli esiti della ricerca internazionale. La materia carta, la sua storia, produzione, applicazione e diffusione vengono indagati dall'autore nei molteplici aspetti dello sviluppo storico-tecnico e socio-economico dai tempi della sua invenzione all'era industriale, senza trascurare i temi scientifici e conservativi. Ricchi apparati ci offrono una selezione di denominazioni storiche di varietà, misura e quantità, una bibliografia scelta sulla storia della carta, un catalogo illustrato di filigrane, la proposta di norma per la raccolta dati, con relative raccomandazioni, messa a punto dall'International Association of Paper Historians (IPH). Dedicato non solo a ricercatori e specialisti il libro si rivela essere un utile strumento di studio e ricerca per studenti e appassionati dell'affascinante modo della carta e della sua storia.
"Uno dei tanti meriti che vanno riconosciuti a Michele Viterbo, storico appassionato e operoso meridionalista, è la tenacia con cui ha cercato di spiegare nelle sue feconde ricerche storiografiche, e fuori da ogni retorico preconcetto, quanto fosse abusata, contorta e contraddittoria l'idea di un Sud arretrato e sottosviluppato, un Sud piagnone, col cappello in mano, sempre dedito all'antico esercizio della questua. Per decenni, complice una rappresentazione mediatica interessata e fuorviante, la storia del Mezzogiorno d'Italia ha coinciso con la "questione meridionale", con il perdurante divario Nord-Sud, la sua endemica diversità e arretratezza. Per molto tempo, il Sud è stato raccontato non come un territorio ricco di articolazioni e differenze interne, non come una storia lunga e larga di genti e di borghi che con stenti e fatica seppero vestire la vita nuda di dignità e di virtù, non come un Mezzogiorno caleidoscopico e vitale; bensì come l'immutabile Sud legato al palo delle proprie malefatte, metafora rinsecchita e livida del degrado e del regresso, un male oscuro, la patria lussuriosa e indolente del Gattopardo. Se c'è, quindi, un filo rosso che lega tutta l'attività di ricerca e di studio di Michele Viterbo è proprio da rintracciare nella sua continua consapevolezza che la storia del Sud non è "una storia a sé", ma appartiene in tutto e per tutto all'esperienza storica del nostro paese, dell'Europa e dell'Occidente." (dalla postfazione di Nichi Vendola)
La globalizzazione sta imponendo un cambiamento di passo. Questo libro delinea un percorso - quello dell'associazionismo- che, soggetto terzo tra Stato e mercato, rappresenta la forza propulsiva originale dello sviluppo. In quest'ottica viene posto in evidenza, in particolare, il ruolo svolto dalla cooperazione bancaria nel corso degli ultimi quattro anni; anni difficili durante i quali è però rimasta sempre al fianco di tutte quelle realtà economiche locali e di territorio che concorrono a formare una delle componenti più rilevanti del tessuto produttivo.
Una fallace immagine di una Sicilia selvaggia ed incivile, stereotipo di una letteratura straniera inclina ad ottenere facili ed efficaci effetti divulgativi, ha relegato l'estremo lembo del Mezzogiorno d'Italia a semplice appendice europea dell'Africa. La grande difficoltà di accesso, attraverso le impervie Calabrie, all'isola mediterranea ha precluso, nel corso del Settecento, artisti, uomini di lettere, antiquari e giovani rampolli dell'aristocrazia del vecchio continente dal prolungare, lungo la penisola, il proprio itinerario di erudizione, concludendolo a Roma e, per i più impavidi, a Napoli. A lato di una società senza dubbio arretrata, conforme nel vecchio continente a numerosi altri esempi, spicca, all'interno di una vuota aristocrazia d'impronta feudale, una nuova generazione, intelligente e colta, pronta ad aprirsi all'emergenti idee del "secolo dei lumi". Attraverso gli scambi commerciali, i soggiorni all'estero, la lettura di gazzette e di libri, la corrispondenza epistolare, le relazioni con diplomatici, militari, mercanti e viaggiatori stranieri, anche i siciliani s'aprono, superando le circostanti acque del Mediterraneo, ad una Europa in pieno rinnovamento. Tra i protagonisti del "passaggio" non è estranea l'opera della massoneria speculativa. Un contesto che vede, anche in Sicilia, le locali logge contribuire, attraverso i propri membri, al generale processo di modernizzazione.
Il volume documenta scientificamente (con 160 illustrazioni) una lunga ricerca, iniziata per caso a Giornico sulla via francisca del S. Gottardo per approdare a Auxerre e a Parigi (abbazia di St-Denis) e giungere lungo la Via Francigena a Viterbo, a Roma, a Troia (Puglia) fino a Caltabellotta (Agrigento). Un grande mosaico "San Pellegrino", dove ogni tassello (16 luoghi in Europa descritti da autori vari) è costituito da una scheda che evidenzia caratteristiche comuni: epoca di fondazione, ubicazioni su vie longobarde, vie francigene o vie di transumanze o passi, vie di transito da una regione all'altra; similitudine e diversità di dedicazione a santi-eremiti di ipotetica provenienza francese, greca, siriaca, scozzese, ma tutti accomunati dallo stesso appellativo "pellegrino". Il volume contiene l'introduzione di Franco Cardini e i saggi di Anna Benvenuti, André Vauchez, Michel Sot, Paolo Chiesa. Il libro ha in appendice una biografia sintetica di san Pellegrino martire romano del II sec. e l'iconografia di sette diversi santi Pellegrino.
Giuseppe Galasso evoca, nel quadro della grande storia europea e mediterranea, un'epoca cruciale per il Mezzogiorno, dalla divisione dell'Italia in aree longobarde e in aree bizantine alle pressioni e interferenze arabe, pontificie e germaniche fino alla grande storia della monarchia normanna e sveva. In un ampio affresco, la perenne dialettica tra logiche interne e chiusure o aperture, mediazioni o adattamenti all'esterno, iniziative e passività, successi e fallimenti mette in luce la cifra, la specificità e il ruolo storico del Mezzogiorno in quei secoli, e oltre.
Il CD-ROM contiene tutte le opere di Platone in traduzione italiana e nel testo greco curato da John Burnet. L’edizione è accompagnata dalla versione ipertestuale del vasto apparato di indici elaborati da Gabriele Giannantoni e da strumenti di navigazione e ricerca relativi sia al testo italiano sia a quello greco.
I testi utilizzati nella versione italiana sono quelli editi per i nostri tipi secondo le seguenti traduzioni: Eutifrone, Apologia, Critone, Fedone, Teeteto (Manara Valgimigli); Cratilo (Francesco Aronadio); Sofista, Leggi, Filebo (Attilio Zadro); Politico (Paolo Accattino); Parmenide (Giuseppe Cambiano); Simposio (Guido Calogero); Fedro, Alcibiade I, Alcibiade II, Ipparco, Amanti, Carmide, Lachete, Teage, Liside (Piero Pucci); Eutidemo, Protagora, Gorgia, Menone, Ippia maggiore, Ippia minore, Ione, Menesseno, Epinomide (Francesco Adorno); Clitofonte, La Repubblica (Franco Sartori); Timeo, Crizia, Minosse (Cesare Giarratano); Lettere (Antonio Maddalena); Definizioni, Sul giusto, Sulla virtù, Demodoco, Sisifo, Erissia, Assioco (Giovanna Sillitti).
I Bronzi di Riace e il Satiro danzante di Mazara del Vallo, la nave romana rinvenuta intatta nelle acque antistanti l'antica città di Aquileia e le statue bronzee nel mare di Brindisi, le navi romane a Pisa, la città sommersa di Baia, la nave cinquecentesca e i cannoni francesi di Sciacca, in Sicilia. Nel corso dei secoli il mare ha inghiottito, e poi lungamente celato, tesori inimmaginabili. Con il progredire della tecnica subacquea e il diffondersi di moderne e sofisticate attrezzature per la ricerca sottomarina, l'esplorazione dei fondali ha consentito il recupero di un patrimonio sommerso di inestimabile valore. Queste pagine perlustrano le coste italiane seguendo il filo tracciato dai più recenti ritrovamenti di relitti e di manufatti. La storia avvincente di scoperte spesso sensazionali - che hanno permesso di ricostruire inaspettate geografie e hanno accresciuto la conoscenza delle rotte commerciali dei secoli passati - si allaccia strettamente a una rigorosa analisi dei metodi e delle tecniche dell'esplorazione archeologica subacquea in Italia. Una storia che va dalla scoperta, nel 1950, della nave romana di Albenga, alla nascita dello STAS, Servizio Tecnico per l'Archeologia Subacquea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Il volume è il tentativo di diffondere attraverso "dialoghi possibili" scritti da studiosi e affidati al teatro, alla radio, a queste pagine, ad altre forme di comunicazione, la conoscenza oggi circoscritta, sfocata o distorta, di cinque figure-chiave della storia italiana: Francesco Crispi, Francesco Saverio Nitti, Donato Menichella, Luigi Sturzo e Giuseppe Di Vittorio. Il progetto nasce dalla constatazione che è oggi debole, debolissima, la consapevolezza del contributo di idee e di azione degli uomini e delle donne che hanno concretamente lavorato a disegnare il paese. Non vi è un orgoglio diffuso nell'avere questi e altri "padri fondatori". La conoscenza, lo studio, anche di primissimo livello, rimangono prerogativa degli "specialisti", non concorrono alla formazione di una cultura politica nazionale. L'opera racconta il percorso di costruzione del progetto, raccoglie i dialoghi costruiti dagli studiosi, le schede di presentazione dei personaggi e le scene degli incontri. I dialoghi anticipano la fase drammaturgica, mentre ai testi degli studiosi segue un esempio di traduzione teatrale.
"Una rilettura del testo di Modugno su Förster e la crisi dell'anima contemporanea appare opportuna e indicativa alla luce delle diverse sollecitazioni e affinità che nell'attuale situazione socio-culturale e pedagogica si vanno proponendo. Credo sia importante far emergere il rapporto stretto e fecondo che ha legato Modugno al prussiano-tedesco Förster, soprattutto cogliendo una certa affinità all'interno delle diverse esperienze di vita che hanno attraversato e che li conduce verso lo stesso approdo: la scoperta del Cristianesimo come soluzione del problema della vita e risposta alla crisi dell'anima contemporanea."(dall'introduzione di Giuseppe Elia)
Ardite architetture della luce, templi della religione laica dei commerci, torri da cui l'uomo ha imparato a dominare e a temere il mare. Le pagine di questo volume raccontano e illustrano la vita passata e presente dei fari italiani lungo le coste di tutta la penisola, porto dopo porto, isola dopo isola, dalla prima lanterna della Liguria, circumnavigando la Sardegna e la Sicilia e risalendo l'adriatico fino a Trieste. Un itinerario da cui emergono vicende, tradizioni, personaggi e luoghi molto diversi tra loro, che testimoniano l'intramontabile persistenza delle civiltà e il confronto dell'uomo con la natura.