Cosa si intende per “sobrietà felice”? La risposta è chiara: avere meno del sovrabbondante; avere e fare ciò che serve davvero e nulla di più; disporre dello spazio tra le cose, della virgola tra le parole, della pausa tra due respiri.
In una parola, stare meglio.
Certo, è uno stare meglio che aiuterebbe anche il resto del mondo a stare meglio.
Certo, consumare meno o in maniera più oculata permetterebbe di ridurre gli sprechi, risparmiare risorse, inquinare meno, ridistribuire almeno in parte le ricchezze e sanare alcuni macroscopici disequilibri.
Eppure qui ci interessa solo la felicità.
Qui vogliamo solo far sperimentare a bambini e ragazzi una verità semplice e quasi banale: spesso le cose ingombrano e impediscono di stare bene e divertirsi.
Ovvero: togliendo cose può aumentare il divertimento. Togliendo cose si può stare meglio, essere più felici. Soprattutto: togliendo le cose si lascia spazio ad altro e questo “altro” può rendere molto più felici delle cose.
Questo libro nasce dalla nostra esperienza.
Tutto quello che troverete in queste pagine, non solo da leggere ma anche da usare, o meglio da giocare, è stato sperimentato più volte, con tanti gruppi di bambini, di ragazzi, di adulti.
Sarebbe bello che si potesse replicare ovunque per restituire alla scuola un ruolo educativo centrale nel territorio in cui vive.
Proprio come un percorso, si parte dall’idea di limite, poi si passa al desiderio e ai desideri, infine – tirando le fila del ragionamento – si arriva alla sobrietà felice.
Siete pronti?
La metafora della rana che non avverte l’istinto di saltare fuori dal contenitore, nonostante la temperatura dell’acqua aumenti in maniera lenta ma graduale, fotografa con precisione il modo in cui ci stiamo comportando di fronte ai cambiamenti del clima.
Come la rana, anche noi rimaniamo indifferenti mentre il pianeta si riscalda.
Grazie all’educazione sostenibile si sta scoprendo che l’attuale stile di vita fondato su spreco e abbondanza, in un pianeta dalle risorse limitate, condurrà inevitabilmente alla catastrofe: cambiamenti climatici, perdita di biodiversità, fine dell’energia a basso costo, predazione delle risorse naturali, degrado ambientale, disuguaglianza sociale, obesità, diabete, asma, ecc.
L’educazione sostenibile è l’unica strategia di lungo termine da promuovere nella scuola.
Questo libro, come un kit integrato di pensiero e azione, raccoglie giochi e metafore per aiutare gli educatori a riflettere e far riflettere sulle relazioni esistenti tra i singoli individui, le comunità in cui essi vivono o interagiscono e le conseguenti pressioni che queste relazioni hanno sull’ambiente naturale. Attraverso esperienze concrete di gioco rivolte ai bambini, si può guidare al superamento dell’idea che sia possibile vivere svincolati dalla natura.
Ciò significa trasformare la scuola in comunità sostenibili.
La scuola che promuove l’educazione sostenibile, insomma, non fa solo laboratorio sul sistema natura ma si trasforma in una creativa, divertente comunità di discorso, dove si attivano processi di comunicazione orientati allo studio delle relazioni della rete della vita.
Cos’è un “gioco filosofico? È innanzitutto un gioco delle parti, dove pensare col pensiero di Talete, Anassimandro, Platone, ecc., e vedere il mondo con i loro occhi, con le loro categorie, si trasforma in partecipazione alla loro filosofia.
Perchè un conto è sapere che un certo giorno Talete disse qualcosa intorno alla natura del mondo e, magari, saper spiegare con intelligenza perchè Talete pensò in quel modo. Un altro conto è provare a mettersi nei panni di Talete e chiedersi "com'è fatto il mondo"? Giocare a pensare con la propria testa, questa è una rivoluzione. Piccola o grande, lo stabilirà il lettore dopo aver percorso questo itinerario filosofico sorprendente, concepito come supporto creativo ma concreto, per sperimentare in classe una didattica ludico-creativa.
Una sola avvertenza: questo testo va usato insieme, e non in alternativa, agli strumenti tradizionali (lezione frontale, interrogazione, studio del manuale, lettura di classici, ecc.), per creare percorsi curricolari di filosofia.
Infatti, giochi, ampiamente sperimentati, sono presentati come dinamiche a squadre, pensate per vivere in maniera divertente (ma anche rigorosa) il dialogo con i pensatori del passato, con le loro proposte e letture della vita, con i loro scritti: finestre aperte sulla realtà, squarci di mondo, visioni del possibile. Nella consapevolezza che ogni filosofia ha qualcosa da insegnarci e che nessuna può avere la pretesa di esaurire la visione del tutto.
Il gioco è il gioco. L'apprendimento è l'apprendimento. Bisogna tenere ben distinti i due ambiti e possibilmente separati. Al massimo qualche intersezione è consentita solo quando il gioco può essere funzionale all'apprendimento. Al limite al gioco è riconosciuto lo status di strumento. Ma che il gioco sia apprendimento è proprio un'eresia che non ha cittadinanza nella cultura prima ancora che nella didattica. Bene. Questo libro è dedicato agli eretici convinti che i contesti complessi possano essere appresi solo attraverso l'esperienza ludica. Anche nella scuola. La storia e le culture della geografia, la matematica e la fisica possono trasformarsi in una intelligente, regolata pratica ludica. Basta sfogliare queste pagine per trovare stimoli imprevedibili e proposte praticabili. Certo non è facile nella scuola. Perché la scuola ha molti trucchi che falsificano il valore della sua efficacia. Ad esempio non si può dire "adesso gioca che poi ti valuto". Ma imparare può anche essere appassionante e il gioco è sempre coinvolgente; dunque il suo contrario non è il lavoro ma l'infelicità. Gioco e apprendimento non si escludono ma possono vicendevolmente arricchirsi e vivificarsi. Poiché, come afferma George Bernard Shaw, "noi non smettiamo di giocare perché diventiamo grandi; noi diventiamo grandi perché smettiamo di giocare".
Categoria terapeutica
Attività ad alto contenuto di cittadinanza e partecipazione attiva.
Indicazioni terapeutiche
Stati inerti di cittadinanza, poca condivisione delle regole, mancanza di conoscenza della Costituzione Italiana, scarsità di stimoli alla partecipazione attiva.
Controindicazioni
Non sono state riscontrate controindicazioni nella somministrazione continua delle attività.
Precauzioni
È importante lavorare sulla formazione del gruppo prima ancora di somministrare le attività.
In alternativa si possono scegliere alcuni dei giochi proposti per sviluppare un elevato livello di socializzazione.
Questa precauzione è importante in tutti i casi di azione educativa, ma ancora di più quando si decide d’intraprendere un percorso alternativo e innovativo di educazione alla cittadinanza.
Dose, modo e tempo di somministrazione
Le pillole di cittadinanza non hanno un tempo definito di somministrazione, è molto riduttivo racchiudere un percorso di cittadinanza e Costituzione in un orario definito e limitato.
Allo stesso tempo non è utile affidare ad un solo docente, nel caso della scuola, lo sviluppo di queste attività.
Effetti indesiderati
Attenzione, il giusto modo di somministrazione può favorire la crescita di persone equilibrate e dotate di spirito critico e di rispetto per lo Stato.
L’apprendimento della matematica è difficile, lo sappiamo. Troppe volte provoca, negli allievi, un rigetto riassunto nell’affermazione, pronunciata quasi con orgoglio nel nostro paese: “di matematica non capisco nulla”. Eppure, nella storia dell’uomo numeri e forme hanno dato la possibilità di registrare il tempo e organizzare lo spazio molto prima dell’invenzione della lettura e della scrittura. Tra adulti, allora, più ancora che con i ragazzi, è necessario costruire contesti di apprendimento in cui pensare e scoprire che l’osservazione della bellezza del cosmo ha sempre avuto a che vedere con il pensiero matematico. Per bambini e ragazzi è bello scoprire come la comprensione dei movimenti celesti, che regolano la durata dei giorni e l’alternarsi delle stagioni, siano all’origine della matematica, e che l’angolo giro non sarebbe di 360 gradi se l’anno non fosse di poco più di 365 giorni. Questo volume raccoglie, come una sintesi ideale del suo lavoro, nove lezioni tenute nella Casa-laboratorio di Cenci da Emma Castelnuovo, singolare ricercatrice della didattica matematica italiana. La sua proposta didattica, che ha profondamente segnato la storia della cultura italiana, conserva una straordinaria attualità. Rivoluzionando concezioni e pratiche tradizionali dominanti fino a oggi, suggerisce un metodo sorprendente per la sua semplicità ma avvincente per la sua efficacia, in cui la conoscenza viene costruita passo passo, a partire da osservazioni, domande aperte, uso di materiali da manipolare e un confronto continuo con l'arte e con la storia.
La matematica, allora, diventa un gioco concreto, che parte e continuamente ritorna alla realtà, in cui i sensi si divertono con il pensiero a seguire il rigoroso filo della logica nella scoperta del mondo.
Tutti hanno in mente che la poesia è una cosa da studiare, che è impossibile o inutile leggere. E invece, bisogna ricordare, anche e soprattutto a scuola, che le poesie sono state scritte per essere lette, non studiate. Leggere poesia è uno strumento per "educare il cuore", per far emergere l'intelligenza emotiva che nei giovani, in particolare negli adolescenti, deve riordinare un mondo interiore agitato da confusione, disorientamento, incertezza, anarchia pulsionale, trasgressione. Attraverso la poesia le emozioni possono essere riconosciute come una fonte straordinaria di energia. La poesia è uno strumento potentemente comunicativo, trasformativo e... fortemente creativo. Queste pagine offrono uno strumento utile a chi crede nell'arte come una forma di terapia, a chi crede nell'immenso valore e potere della parola in versi. Pronti? Bene. Si parte dalle potenzialità "pratiche" che la poesia (in particolare quella contemporanea) offre ai suoi fruitori, per passare poi alla comprensione del suo significato antico e attuale, fino ad arrivare a veri e propri laboratori sperimentali a supporto dell'attività didattica. Ad un certo punto del percorso, c'è sempre un attimo, uno solo, in cui si sente che vale il verso di Walt Whitman: Che tu sei qui - che esistono la vita e l'individuo, che il potente spettacolo continua, e che tu puoi contribuirvi con un tuo verso.
L'idea di questo catalogo ricco ed eterogeneo è che il piacere ludico debba essere al centro anche dell'esperienza educativa, e in primo luogo della scuola. Questo non è un libro da leggere ma da usare. Si possono sfogliare queste pagine seguendone l'ordine oppure collegando ambientazioni simili. Creando un percorso alimentare fra giochi con materiali commestibili, oppure uno sull'investigazione, sfidando la logica con percorsi su magia e inganno, o ancora lavorando solo con gli animali o le città. Così il libro diventa una preziosa cassetta nella quale, a seconda delle circostanze, si può sempre trovare un attrezzo utile per rinforzare i legami affettivi e, quindi, rendere più efficace l'azione educativa.
Questo libro, un autentico classico per la prima volta tradotto in italiano, non è sui giochi in senso ampio e neppure sui giochi in senso proprio. Riguarda quella particolare categoria di attività ludiche, utilizzate a scopi educativi o di formazione, che l'autore chiama gaming o, talvolta, gaming simulation.
Gli esercizi contenuti in questo volume sfatano un mito: chi ha stabilito infatti che non si possa recuperare fiducia verso la matematica mettendo insieme abilità manuali, rompicapi, giochi d'ingegno e... un po' di magia? Sì, di magia. Lo sappiamo: la matematica non attrae. Ragionare non piace. È più comodo imparare a memoria o inventare. E poi c'è sempre la calcolatrice a risolvere anche le quattro operazioni: giusto l'essenziale. Ma avete mai provato a fare la matematica con gli occhi, le mani, la voce? Questo libro è nato da una semplicissima constatazione: si può apprendere la matematica anche divertendosi.