"Quello che vi accingete a leggere è un libro che può essere apprezzato da genitori, educatori e studiosi, ricco com'è di riflessioni ed esemplificazioni esposte in un linguaggio semplice e scorrevole."
(dalla Prefazione di Fulvio Scaparro)
Può un padre esprimere la propria vulnerabilità affettiva e la ricchezza delle sue tensioni emotive senza perdere la sua identità o rinunciare alla possibilità di proporre percorsi di vita per il figlio?
E' il problema di fondo che emerge nelle nuove generazioni di padri, che sta portando con forza alla luce la questione "paternità", spesso oscurata dalla pratica e dalla retorica del ruolo paterno distinto, anzi opposto a quello materno. Un numero sempre maggiore di padri si è trovato a lottare per essere riconosciuto come genitore presente fin dal concepimento nella vita dei figli e in grado di assolvere anche ai compiti, doveri e responsabilità a torto creduti non tradizionali.
Il maschio normativo sta scoprendo di avere caratteristiche affettive che erano, e purtroppo lo sono ancora, considerate un'esclusività femminile: dolcezza, rispetto, amore.
E' lungo, molto lungo, il cammino che uomini e donne dovranno compiere per accettare le loro diversità e finalmente riconoscersi uguali almeno in questo: tutti noi vogliamo vivere come essere umani, cioè come cercatori e produttori di senso, come individui fertili. Ma non basta proclamarlo; occorre praticarlo in casa, a scuola, nel lavoro, ovunque. Una grande responsabilità educativa perchè i figli osservano e imparano dai rapporti tra padri e madri, tra uomini e donne.
Le pagine indispensabili per incontrare e approfondire il don Tonino più vero e intimo.
Chiamatemi don Tonino…
Libro e CD audio dello spettacolo di lettura teatrale, ideato e prodotto da Quelli che con la voce, scritto da Francesco Cardinali e interpretato da Luca Violini. Una storia coinvolgente, la cronaca viva di una scoperta inaspettata, per provare lo stupore di una parola che vibra bellezza e poesia ma che graffia, provoca, scuote sulla necessità di capire e condividere con gli altri la nostra umanità.
Insomma il necessario per scoprire una straordinaria, attuale, persino provocatoria testimonianza di amore per la pace e gli ultimi. O, più semplicemente, per la vita.
Si può dire che Sobrino sia uno degli ultimi solidi pilastri della teologia della liberazione. Unico scampato all’eccidio dei sei gesuiti dell’Università del Centro America (UCA – San Salvador) avvenuto su mandato di gruppi politici e paramilitari, su di lui continua a concentrarsi l’attenzione della Congregazione per la Dottrina della Fede. Queste pagine, con inusitato coraggio, riportano il testo integrale della “Notificatio” e una riflessione puntuale e condivisa che un gruppo di autorevoli teologi gesuiti spagnoli ha svolto su tale testo. L’intento è duplice. Da una parte evidenziare il carattere freddo e distaccato, ma anche approssimato, di una cristologia astratta che privilegia più gli spazi della filosofia che della vita. Dall’altra alimentare il crescente interesse per la figura, la persona e il messaggio di Cristo che da alcuni anni a questa parte esce dal dominio dei teologi di professione per ritornare a essere oggetto di dibattito e motivo di speranza per credenti e non credenti. La lettura dei due testi si rivela illuminante perché, attraverso l’approfondimento delle argomentazioni contestate, si può scorgere la scomparsa di un dibattito teologico vero e vitale capace di tradurre la parola di Dio agli uomini di oggi.
"Se io fossi un contemporaneo di Gesù, se fossi uno degli undici ai quali Gesù, nel giorno dell’ascensione, ha detto “lo Spirito Santo verrà su di voi e riceverete da lui la forza per essermi miei testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, la Samaria e fino all’estremità della terra” (At 1,8), dopo essere andato a salutare la madre, Maria, nell’atto di congedarmi dai fratelli, sapete cosa avrei preso con me? Innanzitutto il bastone del pellegrino e poi la bisaccia del cercatore e nella bisaccia metterei queste cinque cose: un ciottolo del lago; un ciuffo d’erba del monte; un frusto di pane, magari di quello avanzato nelle dodici sporte nel giorno del miracolo; una scheggia della croce; un calcinaccio del sepolcro vuoto. E me ne andrei così per le strade del mondo, col carico di questi simboli intesi, non tanto come souvenir della mia esperienza con Cristo, quanto come segnalatori di un rapporto nuovo da instaurare con tutti gli abitanti, non solo della Giudea e della Samaria, non solo dell’Europa, ma di tutto il mondo: fino agli estremi confini della terra."
Il libro è organizzato in cinque dialoghi, come circoli di conversazione indipendenti, ma allo stesso tempo complementari. Seguono il metodo consacrato in America Latina del 'vedere, valutare e agire'". [...] Gli autori ci offrono elementi per la riflessione e ci invitano a proseguire il dialogo con noi stessi, con gli altri e con la bontà divina presente nell'universo e dentro di noi. In ogni modo, questo libro propone diverse conclusioni. Una di queste è che l'essere solidali è il modo normale della persona per essere libera in questo mondo.
Don Tonino ha tratto dall'intima confidenza con Dio lo slancio per sprigionare la parola e l'azione. È il silenzio della preghiera a fargli preferire le vette non la normalità, gli acuti non i toni piani, i paradossi evangelici non il ribasso degli sconti. Uomo di profonda fede ma radicalmente incarnato dentro la storia, accorto interprete della Bibbia ma attento lettore del giornale, contemplativo e mistico ma anche lungimirante e concreto. "Vescovo secondo il Concilio" è la prospettiva lungo la quale si può cogliere meglio la testimonianza di don Tonino. Le appassionate riflessioni contenute in queste pagine, maturate nell'ambito del convegno tenutosi a Molfetta dal 24 al 26 aprile 2003, a dieci anni dalla sua scomparsa, rilanciano con vitalità la sfida di una chiesa che, con il grembiule ai fianchi, si curva ai piedi del mondo per servirlo e non per giudicarlo. Interventi di Bettazzi, Bregantini, Caselli, Cassano, Ciotti, Pansini, Ragaini, Scoppola, Zanotelli, Zizola.
Di fronte alla sofferenza dei divorziati risposati, che vivono sulla loro pelle l'esclusione dell'eucarestia, non bastano parole di conforto. Spesso si tratta di persone che hanno alle spalle una forte esperienza di fede, una convinta pratica religiosa, una consapevole testimonianza cristiana nella vita sociale. Avvertono il bisogno di vivere pienamente la celebrazione eucaristica insieme con i fratelli di fede. Ma non possono. Devono rimanere sul fondo della chiesa. Si sentono giudicati, anche dai figli. Siamo ancora lontani da un approccio fraterno, che non generi un discriminazione di fatto. Si fa finta di nulla. Si lascia che ciascuno si arrangi per proprio conto, scaricando le scelte sulla coscienza della persona oppure costringendo a soluzioni di contrabbando (come andare a ricevere l'eucarestia in un luogo dove non si è conosciuti). Le testimonianze riportate nelle pagine di questo libro ne sono la prova. L'esclusione dei divorziati risposati dall'eucarestia si fonda su una interpretazione contrattualistica del matrimonio, poco attenta alla dimensione dell'amore come rapporto interpersonale. Ma l'amore di Cristo non è rivolto proprio alle persone, chiamate a realizzarsi in un rapporto di mutua donazione? È questo l'interrogativo al quale i contributi di questo volume provano a dare risposta, integrando, in modo agile ma qualificato, le acquisizione della ricerca teologica, le esperienze pastorali più innovative, la sperimentazione in ambito ecumenico.
C'è un don Tonino inedito, autentico, in queste pagine. Il lettore lo avverte immediatamente perchè imbrigliato e coinvolto dal gioco audace e coraggioso che l'autore sceglie di fare: mettersi a nudo per primo. Senza finzione. Togliere una ad una le foglie di fico che coprono non la vergogna del nostro orgoglio ma il clichè ipocrita dei professionisti della fede: vescovo, preti, fedeli. Con la confidenza del padre che ai suoi figli racconta il suo più grande amore non nascondendo la fatica di conservare autentica e sempre nuova una relazione profonda e con la dolcezza dello sposo che aspetta il crepuscolo per accarezzare la sua sposa, don Tonino ci parla di una comunione che altro non è se non il nostro bisogno nascosto e più vero di non vivere da soli la nostra fragile umanità. Nostra di uomini e donne, ma anche sua di vescovo.
Molti omosessuali credenti da anni ormai animano un dibattito su come conciliare la loro realtà personale con la fede. Questo libro, in cui si incrociano riflessioni e testimonianze di credenti omosessuali ed esponenti delle chiese cristiane, si propone di allargare il dibattito su queste tematiche coinvolgendo tutti i credenti e i non credenti con l'obiettivo di rimettere la relazione e l'irripetibile unicità della persona al centro dell'indagine morale.
Fino a quando nelle nostre città la costruzione del regno non sarà organizzata dagli amici del cambio, dagli appassionati della rivolta, dai poveri che si ribellano, dai condannati alle piccole croci quotidiane, da chi vi rimane schiacciato sotto, da chi è ingiustamente spogliato di tutto come Cristo, da chi viene abbeverato con l'aceto e il fiele di una vita insostenibile, avremo sempre aurore senza mattino. E i macigni continueranno a ostruire i nostri sepolcri, lasciandoci privi di una memoria spiritualmente eversiva. Queste pagine sono dedicate a loro, pietre scartate dai costruttori che fanno le sorti della Storia. Il loro anelito di vita muta in serbatoio di speranze questa allucinante vallata di tombe che è la terra.