A lungo introvabile, quest'affascinante raccolta ottocentesca di preghiere intreccia magia e religione, riprendendo antiche credenze fortemente radicate nelle tradizioni popolari. A San Pantaleone - e agli altri santi - ci si rivolgeva con tridui e novene per trovare l'anima gemella o per sapere cosa pensasse, per farla tornare o addirittura per punirla; ma anche per cose molto più prosaiche, come farsi il corredo vincendo un terno al lotto. L'Aldilà si invocava, insomma, per qualunque grazia: dai figli tanto desiderati alla protezione dei pericolosi viaggi per mare, o per far cessare tuoni e saette. Ai santi si chiedeva intercessione per gli infelici, difesa dal malocchio e dai nemici. Di scongiurare terremoti ed epidemie, e ovviamente il fuoco del Vesuvio. Per chi crede che il mondo abbia un senso e un ordinamento che vada oltre le mere apparenze delle forme esteriori, Il Libro Magico di San Pantaleone resta certamente un prezioso vademecum di preghiere per cercare di ottenere «la grazia di sapere con segni e parole ciò che si desidera, e l'aiuto degli angeli e dei santi in tutte le necessità della vita».
Dietro la tradizione del presepe c'è un mondo che esiste e resiste da secoli. C'è il lavoro di generazioni di artigiani, eredi di un'arte raffinata e spettacolare che seppe conquistare l'Europa, come dimostrano le pagine ammirate dei viaggiatori stranieri. Questo volume ripercorre agilmente storia e tradizione del presepe a Napoli, i grandi artisti del "secolo d'oro", le scene e la simbologia di luoghi e personaggi, riprendendo gli studi e le testimonianze più autorevoli, accompagnate da rare immagini di fine Ottocento. Le tradizioni del Natale a Napoli rivivono nel racconto affabile di Francesco Mastrani e nell'amabile ironia di Carlo del Balzo; nella Cantata dei Pastori vista da Luigi Natoli e nello sgangherato presepe semovente (che "se fricceca") di Edoardo Boutet.Il viaggio nella storia dell'arte presepiale non è una cronaca polverosa e "antiquaria", ma è il racconto di tradizioni che rivivono ancora oggi in stupendi allestimenti, capaci ancora di incuriosire e di meravigliare. In fin dei conti, con la sua folla di colorati personaggi, il Presepe napoletano ha forse proprio questo scopo: di non lasciarci indifferenti, di non farci sentire soli.