Tra i gesti che esprimono il rapporto tra due persone, l'abbraccio è quello che sicuramente rappresenta al meglio il legame costruito giorno per giorno tra loro. Gesù lo ha prima affermato e successivamente mostrato salendo sulla croce per la nostra salvezza. è sulla croce che ci ha abbracciati ed è sulla croce che ci ha indicato, con le Sue braccia aperte per ciascuno di noi, che nessuno è un escluso e che tutti possono costruire un mondo migliore.
Da sconfinare a partorire. E' tra questi due verbi, all'apparenza diversi tra loro, che si snoda il cammino di Maria. Confinata a vivere in un villaggio non identificabile nelle carte geografiche, Maria, piccola fanciulla di Nazaret, è invitata dall'arcangelo Gabriele a collaborare al progetto d'amore di Dio e subito ad intonare il canto dei poveri e degli esclusi.
Se diciamo semplicemente passo dopo passo, il nostro pensiero corre subito a chi cammina lentamente o speditamente. Se parliamo, invece, di passi in salita, il nostro pensiero va a chi con gli scarponi procede sui sentieri di montagna e con fatica raggiunge la meta. La salita di Gesù al Calvario non è assimilabile né al cammino in pianura, né a quello dello scalatore, esperto o amatoriale che sia. La salita di Gesù è un impegno di cui Lui si è caricato per ciascuno di noi. Un protagonista umiliato e nello stesso tempo impegnato a salvare tutti costruendo una comunità di pace e un mondo di fratelli e sorelle che in prima persona, sebbene con i loro limiti, sono invitati a realizzare qualcosa di "indispensabile" per l'umanità: la PACE. Vogliamo anche noi percorrere con il Cristo la via del Calvario con l'aiuto di veri testimoni della pace. Uomini e donne che hanno creduto che la guerra non solo è un'avventura senza ritorno, ma soprattutto è una tragedia che provoca solo fame e distruzione. Vogliamo credere che questa via crucis non sia un percorso devozionale, ma una vera pro-vocazione. Gesù non è salito invano oltre duemila anni fa. È salito per costruire un mondo di pace che oggi chiede a ciascuno di noi di concretizzare diventando costruttori di una società di fratelli e sorelle che si amano piuttosto che continuare a distruggersi. Buon cammino
"Le nascite hanno sempre contraddistinto la storia della salvezza. La proposta di riflessione e di catechesi contenuta nell'itinerario della Novena di Natale ci stimola a cogliere che ogni vita ha un senso. Le culle dei nostri giorni stridono con l'anelito alla vita che emerge nella storia che da Abramo raggiunge anche Gesù. Visitare, sperare, annunciare sono solo tre dei verbi di chi si predispone ad accogliere la vita. Facciamo anche noi questo viaggio per dare un senso al nostro Natale. Possa il Cristo nascere ancora attraverso di noi."
La "Chiesa del Calvario" così efficacemente descritta nelle pagine seguenti è la Chiesa del Risorto, primizia di quella novità di cui Benedetto XVI dice: "La nostra vocazione e il nostro compito di cristiani consistono nel cooperare perché giunga a compimento effettivo, nella realtà quotidiana della nostra vita, ciò che lo Spirito Santo ha intrapreso in noi col Battesimo: siamo chiamati infatti a divenire donne e uomini nuovi. (...) portatori della gioia e della speranza cristiana nel mondo".
Alla Chiesa, dunque, è affidato il compito di proclamare e di testimoniare in Cristo Gesù l'uomo nuovo, l'uomo perfetto, il modello a cui sono chiamati a ispirarsi ogni visione antropologica e ogni progetto personale e collettivo.
Con la scelta del tema educativo come perno attorno a cui ruota l'impegno pastorale del decennio in corso, la Chiesa in Italia ha dato ampia prova di avere compreso e di essersi fatta carico di questa responsabilità. La stessa "carità della memoria" di cui parlano gli autori nel presente volume è una dimensione fondamentale dell'azione educativa