Luigi Gedda (1902-2000) costituisce una pietra miliare nella storia dello "sport cattolico". A lui si deve il merito della rifondazione dell'associazionismo sportivo, dopo il secondo conflitto mondiale, non come un mondo isolato e impermeabile ma come azione per contagiare l'intero mondo dello sport con i valori cristiani, al cui centro è persona umana. Queste pagine rappresentano un primo prezioso ed essenziale sforzo di ricostruzione del lungo intreccio con cui la storia dello sport di ispirazione cattolica e la vicenda nazionale si sono intersecati ma anche reciprocamente influenzati. Dall'unità d'Italia al trauma delle due guerre mondiali, ma soprattutto dalla lunga cesura del ventennio fascista e del suo modello sportivo totalitario, emerge un filo di lettura che, attraverso i molteplici contributi di ricostruzione storiografica, conduce fino alla lettura del fenomeno sportivo dei giorni d'oggi. Oggi, sul solco delle intuizioni di Gedda, il Centro Sportivo Italiano considera lo sport un fattore di educazione e promozione umana, strumento di crescita civile, aperto a tutti i cittadini senza confini di censo, in massima parte rivolto ai bambini e ai giovani come supporto alla loro crescita personale. È sport sociale, il cui fine principale non è primariamente il conseguimento di record o prestazioni, ma la promozione della persona umana.
Questo testo approfondisce alcune problematiche disciplinari in un'ottica educativa. La missione del mondo sportivo è di dimostrare continuamente che le differenze della famiglia umana possano liberamente misurarsi, gareggiare senza distruggersi e che, quindi, la pace è possibile.
Questo volume va contro corrente e si rivolge agli insegnanti, istruttori, allenatori che vogliano rigiocare la carta dello sport per educare i giovani. Orientando il lavoro alla logica del "risultato possibile" si può rifondare un'inedita "cultura dell'allenamento".