Il "martirio laico" di Vittorio Bachelet non è certamente stato vano. Il seme buono porta sempre frutto, passando per i tempi della storia. Egli è stato testimone di una fede che è tutt'uno con la vita. Una fedeltà al Vangelo vissuta nell'accoglienza del mistero insondabile del vivere. Una fede che si fa anche esercizio operoso di responsabilità. Dobbiamo non solo fare memoria dell'eredità intellettuale e morale di Bachelet, ma anche provare a leggere la sua straordinaria lezione umana e spirituale per trarne ancora una volta buone indicazioni per il nostro tempo e per questa difficile fase della vita del Paese.
Lo sforzo di affrontare le sfide emergenti con il linguaggio del logos, ci chiama a un impegno sempre più operoso sia sul versante della mediazione culturale, sia sul versante della partecipazione pubblica alla vita del territorio e del mondo.
Abitare da cristiani questo nostro mondo, infatti, significa impegnarsi per una realtà in cui si inverano i diritti inalienabili della persona e in cui Bene di tutti è la buona vita dei popoli.
Su questo sfondo problematico, i contributi di questo volume risultano un utile e prezioso strumento di approfondimento per non smettere di interrogarsi sul futuro dell'uomo, e sull'intreccio tra vicende personali e prospettive dell'intera umanità.
Il volume pubblica alcune delle relazioni del 27° Convegno dell'Istituto "V. Bachelet" che, riconosciuto di rilevante interesse culturale, è stato realizzato con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Le riflessioni raccolte approfondiscono condizioni e percorsi per una effettiva educazione al bene comune nella realtà contemporanea, tenendo presente anche la testimonianza e l'esempio di uomini forti e coerenti, aperti costantemente al dialogo e alla fatica della mediazione, come Vittorio Bachelet. I brevi spunti suggeriti (politica, scuola, famiglia, multiculturalità) possono aiutare a ricostituire il senso di quella elementare "grammatica della partecipazione", grazie alla quale ogni comunità umana può vivere veramente all'altezza di se stessa, dando forma concreta ad un autentico dialogo intergenerazionale.
La complessa vicenda dei rapporti fra Chiesa e comunità politica si svolge da ventuno secoli e non è certamente destinata ad esaurirsi prima della consumazione della storia. Ma in tempi nei quali termini come "laico" e "laicità", soprattutto se qualificativi dello Stato e del suo diritto, sono tornati di particolare attualità, sembra opportuno riprendere il discorso. Le considerazioni racchiuse in queste pagine tornano utili per un chiarimento non solo sui principi chiamati a presidiare la distinzione tra spirituale e temporale, tra religione e politica, ma anche sulla necessaria opera di discernimento delle concrete declinazioni della distinzione stessa, in questo tempo e in questa nostra società frammentata e pluralista, così diversi, l'uno e l'altra, dalle esperienze del passato.
Nella memoria degli Italiani la figura di Vittorio Bachelet (?), uomo di così alte virtù morali, di così splendente bontà, di così grande fede civile e religiosa, è rimasta scolpita come un'immagine luminosa.CARLO AZEGLIO CIAMPIIl volume, fortemente voluto sia dall'Associazione "V. Bachelet" del Consiglio Superiore della Magistratura che dall'omonimo Istituto di studi dell'Azione Cattolica Italiana, propone i messaggi, le relazioni e gli interventi principali pronunziati al Convegno su L'insegnamento di Vittorio Bachelet vent'anni dopo: giustizia e garanzie nei rapporti con le istituzioni, tenutosi a Roma nel febbraio 2000, nel ventesimo anniversario della scomparsa di Vittorio Bachelet.La fede nella democrazia professata da Bachelet e il suo impegno civile, resi autorevoli da una coerenza cristallina di vita, sono a distanza di un ventennio esempio per molti, lezione per tutti.
Un sussidio per aiutare le realtà associative locali nella riflessione su problematiche sociali e politiche, per considerare il tema della cittadinanza in una pluralità di aspetti, a partire dall'esperienza della persona e dalla vita quotidiana, laddove il raccordo tra valori ed agire conosce un punto di incrocio fondamentale ed essenziale.