Perché non siamo capaci di affrontare questo evento umano senza paure e senza difese? Quali sono i bisogni e i diritti di chi muore? Possono trovare in queste pagine un prezioso materiale per il loro lavoro medici, infermieri, operatori sociali, e anche chi voglia avvicinarsi alla morte per scoprirvi la vita.
Elisabeth Kübler-Ross non ha bisogno di essere presentata. Le sue esperienze accanto ai malati vicini a morire sono note in tutto il mondo. Il lettore non si lasci spaventare dal titolo: la morte è per molti ancora argomento tabù. Eppure è un evento umano che fa parte della vita e ci riguarda tutti da vicino. Allora perché non siamo capaci di affrontarlo senza paure e senza difese? Che tipo di comunicazione ci arriva da interviste a malati all’ultimo stadio della vita? Quali sono i bisogni e i diritti di chi muore? Il modo di affrontare la morte è legato a come si sono risolti i problemi della vita?
Chi avrà il coraggio di leggere queste pagine, scritte con tanto calore da chi si è seduto accanto a molti malati per condividerne le ansie e i desideri, ne uscirà profondamente arricchito. Avrà imparato a conoscersi meglio.Non solo medici, infermieri, operatori sociali possono trovare in queste esperienze un prezioso materiale per il loro lavoro, ma chiunque voglia avvicinarsi alla morte per scoprirvi la vita.
ll tema della violenza di genere è di bruciante attualità e dolorosa realtà per troppe donne che, prima di essere vittime di violenza, sono vittime del silenzio, dell'invisibilità e della cultura dominante, fondata sulla negazione delle donne come soggetti, sul dominio dell'Altro e sul "consumo" dei corpi femminili e degli esseri umani in generale.
ll nostro impegno come professionisti della psicologia e della psicoterapia, oltre che nel campo clinico, nelle case di accoglienza per le vittime di violenza e nei centri di ascolto, si colloca anche nel produrre stimoli culturali e nuove chiavi di lettura del rapporto tra i generi, per lavorare alla radice del fenomeno della violenza sulle donne.
Perché alcuni crollano di fronte ai colpi della vita mentre altri riescono a resistere, ad affrontare positivamente le difficoltà e a crescere? La risposta sta nella resilienza, una forza che rende le persone capaci di non crollare, di trovare un proprio benessere e di progettare un soddisfacente futuro. Questo vale per le persone singole, ma anche per le famiglie e per le comunità: c'è una resilienza individuale, una resilienza familiare e una resilienza comunitaria.
Uno sguardo dentro la stanza di terapia, per cogliere nel loro svolgersi le azioni del prendersi cura. Accogliere, sospendere il giudizio, ascoltare empiricamente, offrire sostegno alla persona nella esplorazione di nuove possibilità, co-creare: questo e molto altro è il nucleo del prendersi cura, fatto non solo di pensieri e parole, ma anche di sguardo, voce, emozioni, immaginario, corporeità.
Vulnerabilità è una nozione generale, utilizzata in molte circostanze, spesso senza curarsi troppo del significato che assume. Oltre ad offrire un focus sulle diverse interpretazioni della vulnerabilità, questo volume la esplora come "condizione" che ha ispirato e fatto riflettere non solo il mondo della filosofia e delle scienze umane ma anche quello della letteratura, della poesia e della scienza medica, in tempi e luoghi diversi. Di qui la ricchezza esperienziale e di significati che da essa scaturisce e che chiede di essere presa sul serio.
Sembra così naturale ridere e mi domando perché non lo si faccia più spesso. I bambini ridono e gli adulti sono seri. Il senso dell'humour aiuta a uscire da una esistenza intrisa di paure e sofferenze psichiche. Il riso è libertà, e la libertà produce riso. Il riso è uno sfogo che ci rende più comprensivi verso gli altri, verso noi stessi, verso la vita. Il riso genera benevolenza, creando una atmosfera di intimità e vicinanza. Il riso, come il sorriso, ci permette di star vicino a lei/lui, a ragionar d'amore.
Il presente lavoro analizza "fatti" accaduti nell'ultimo decennio del ventesimo secolo e nel primo decennio del ventunesimo. Eventi e comportamenti rilevanti riportati dai quotidiani che hanno coinvolto, e anche sconvolto, l'opinione pubblica ponendo drammatici interrogativi sul piano concreto dell'educazione e della prevenzione. Partendo da questi fatti il libro offre criteri interpretativi e indicazioni operative con particolare attenzione ai problemi dell'affettività, ai rapporti interpersonali e alle relazioni familiari.
Strano destino quello della noia: che ci sia, nessuno lo mette in dubbio, che valga la pena di rifletterci, molti dubitano. Eppure, sulla noia si sono espressi letterati e filosofi, pittori e musicisti, con esiti notevoli. Questa pubblicazione esamina la noia dal punto di vista dell'innovativa psicoanalisi di Luis Chiozza, che interpreta le espressioni dell'organismo umano nella struttura somatica e nel significato psichico. Il lettore è condotto a mettere in relazione le oscillazioni del processo digestivo con l'altalenarsi dei disturbi connessi ai desideri di assimilazione e agli impulsi di rifiuto, disturbi che nel linguaggio della vita chiamiamo invidia e gelosia. E mentre nell'interiorità epatica si confrontano gli slanci evolutivi dell'Io con le difese di tipo letargico o, peggio, con gli stati dissociati di personalità, la noia, sentimento frainteso e sottovalutato, evita il compromesso che esige il rischio della responsabilità.
La voce della coscienza, ma anche la voce del corpo. L'incarnazione della cura per l'altro, ma anche della cura per quella identità cangiante che siamo. La responsabilità rappresenta il tu con cui dialoghiamo, senza mai dimenticare le emozioni e alternando volentieri registri espressivi, toni, accenti? Ma responsabilità è anche fare i conti con l'alterità, imparare a costruirla senza imposizioni, percepirla a partire dalla sua autonomia (che poi è anche la nostra) e in virtù di una libertà che è condivisione. Anzi, la responsabilità nasce proprio come "libertà per" e, lungi dal ridursi a recinto del solo vissuto personale, si sviluppa ed evolve come progetto comune per farsi storia del noi.
La diffidenza elude l'incertezza con il sospetto e la distanza; la fiducia persegue la sicurezza attraverso la coesione e la vicinanza.
Il desiderio aleggia tra le immagini dei media, spinge a cercare fuori qualcosa che pulsa da dentro, illuminando il cielo e la terra con la sua forza prorompente. Questo libro propone un viaggio in cui antichi miti orientali s'intrecciano con le tipiche storie del mondo occidentale. Come in un gioco, attraverso riflessioni, forme ed emozioni, invita a decifrare i segni depositati sulla sabbia sottile della memoria, nello spazio dove abitano i sogni. Lo stesso desiderare è un atto sacro, fonte di salute e di benessere. Come percorso che onora i segni del tempo, il desiderio valorizza l'emozione dell'attesa, riconosce il limite e ravviva l'energia necessaria alla realizzazione del progetto futuro.
La nostra società sovrabbonda di discussioni e dibattiti sul tema del perdono. Ma cosa significa veramente perdonare? Perché accordare questo gesto? Non è una forma di debolezza o una maniera di giustificare il male? E soprattutto: col perdono cambia davvero qualcosa? Sono queste le domande a cui il libro cerca di rispondere da un punto di vista psicologico. La tesi di fondo è che il perdono, se inteso correttamente, è una delle protezioni più potenti per fronteggiare il male e le sue conseguenze, come raccontano le vicende di chi, sorprendendo anzitutto se stesso, è riuscito a compiere questo difficile passo.
Il sogno del bambino di diventare "grande" rimane incompleto se egli, da adulto, non decide di diventare bambino. In questo libro vengono analizzati casi concreti di persone in cammino verso questi traguardi e vengono descritti itinerari possibili per raggiungere la meta più impegnativa: "Diventare piccoli per essere grandi".
Nostalgia: uno stato d'animo e un'esperienza che tutte/i incontriamo nella nostra vicenda esistenziale, sia che riguardi il rimpianto per uno spazio lontano, sia che rievochi un tempo trascorso. Per trovare nella nostalgia uno strumento utile alla conoscenza di sé occorre però evitare il rischio di una narrazione univoca, incapace di dar conto della configurazione di quell'arcipelago di emozioni dentro cui si presenta l'emozione nostalgica, mettendo in figura la "compagna di viaggio" che meglio la caratterizza di volta in volta, sia essa la sofferenza o la speranza, la malinconia o la dolcezza, la consolazione o la paura? Nell'epoca in cui il mondo appare a disposizione di ogni viaggio e il ritorno nient'altro che un proseguimento di questo, la nostalgia si colora delle tinte del bisogno esistenziale verso un altrove indefinito, che spesso torna a coincidere col proprio centro svincolato da situazioni e relazioni che sentiamo insufficienti e, a volte, soffocanti. E in questo senso tanto più vere risuonano le parole di Borges: "Chi lascia la casa ha già fatto ritorno", in cui possiamo sentire quanto la nostalgia si configuri come un'emozione aperta, che affianca e stimola il viaggio di sola andata dell'esistere.
In un’epoca che sembra avere smarrito il senso dell’orientamento e il significato della vita stessa, occorre riscoprire l’umiltà come atteggiamento improntato alla consapevolezza dei propri limiti e come sentimento fondamentale per la conoscenza di sé. Connotata negativamente come sinonimo di disprezzo e autosvalutazione, l’umiltà è invece una vera e propria qualità dell’essere, una risorsa di salute mentale, capace di rilanciare le potenzialità dell’esistenza umana e bilanciare le derive narcisistiche a livello individuale e sociale.
Informazioni sull'autore
Francesco Delicati, musicoterapeuta diplomato al Corso quadriennale di Assisi e Professional Counselor, è tra i pionieri della musicoterapia con anziani e malati Alzheimer in Italia. Docente nelle scuole di musicoterapia del Cesfor di Bolzano e “MusicaPrima” di Milano, si occupa di formazione e supervisione per operatori che assistono anziani con deterioramento mentale.
La gelosia mentre parla con te dice tante cose di me.
Questo volume si propone di rappresentare le relazioni affettive nel contesto familiare per avvicinare alla comprensione di questo dominio complesso e generativo di esperienza emotiva e sociale, con il contributo del linguaggio narrativo, di storie, di reti simboliche. Con specifico riferimento alla ricerca e agli studi di Ferdinando Montuschi sullo sviluppo della competenza affettiva vengono proposti i diversi luoghi e modi di interazione, di comunicazione, di sviluppo di benessere, di creatività generativa, di intimità. L'intento delle autrici è dialogare con i genitori e gli educatori sull'intreccio di sentimenti per individuare altre variabili di riflessione sui desideri, gli affetti, i conflitti, le risorse che il vivere insieme genera, sollecita, possiede.
Siamo tutti responsabili di tutto. Ed io non meno degli altri.
Quale coraggio conosciamo? Quello dell'eroe che sconfigge il nemico o quello che si apre all'imprevisto e fa spazio al cambiamento? E' fatto di slancio, cuore e muscoli, oppure è forza interiore che sostiene il cammino della vita? Ogni forma di questa disposizione dell'animo vive nell'equilibrio dinamico tra vita e morte, azione e passione, esplorazione e sicurezza. Forza dell'istante e sviluppo di solide basi, si impara nel contatto vivo col mondo e si affina nell'assumere la responsabilità di se stessi davanti a ciò che vogliamo trasformare.
A partire da alcune parole-chiave (vicinanza, bellezza, gratuità, ecc.) l'Autrice percorre i tanti sentieri che attraversano la felicità: "una pienezza da cui si è posseduti".
In Occidente la luce della meraviglia si è affievolita con "l'epoca dei lumi" e con il bisogno di controllare la paura del nuovo, categorizzando i dati percettivi, chiudendo le "forme" (Gestalten) percepite, fino a congelare le emozioni o a lasciarle esplodere. La meraviglia è un ponte tra le due sponde. Cominceremo con il meravigliarci, varcando la soglia di tradizioni mitologiche, filosofiche e psicologiche, dalle origini antichissime e quasi sconosciute in Occidente. Proseguiremo, capitolo per capitolo, attraverso un racconto, una parte teorica e un'attività esperienziale, per re-imparare a meravigliarci.
Il piacere: un'emozione desiderabile ma che guarda alla profondità della vita.
Forse, tra tutte le emozioni, quella che più vorremmo evitare è proprio il dolore. Eppure questa attivazione dell'animo ci accompagna in varie forme lungo tutto l'arco dell'esistenza. Ogni esperienza di dolore contiene un potente messaggio, un invito a riflettere, a produrre cambiamento. Crescere, separarsi, accettare la perdita, costruire una identità consapevole del limite: gli insegnamenti del dolore danno impulso alle trasformazioni della nostra vita. Tensione verso la metamorfosi e seme di una possibile rinascita, la zona oscura del percorso apre nuovi scenari di vita, se solo ci rendiamo disponibili ad attraversarla. DALL'INDICE - Il dolore: emozione misteriosa. - Nella rete del dolore. - Il linguaggio del dolore. - Frammenti del Cuore: il dolore nell'amore. - Le Ferite dell'Anima: dolore e depressione. - Il dolore e la morte. - Dall'alba al tramonto: i dolori nella vita. - Il dolore attraverso la mappa dei Campi del Sé. - Per concludere... Strategie e tecniche per avvicinarsi al dolore. BARBARA MONTANINI è psicologa specializzata in Psicoterapia della Gestalt, Psicodiagnostica, Psicologia giuridica, Psicologia del lavoro e delle organizzazioni. In campo clinico lavora con adulti e adolescenti, in ambito giuridico lavora come consulente tecnico d'ufficio e di parte. Si interessa di gestione delle risorse umane, con attività di selezione, valutazione e coaching. Collabora con istituzioni pubbliche in progetti di integrazione sociale per le persone con disagio psichico.
Silenzi e parole sono momenti topici dell' esperienza umana: anziché escludersi si integrano e gli uni non possono fare a meno delle altre. Chi si appresta a far uso efficace della parola ha bisogno di esplorare silenzi e parole nella relazione interpersonale, nel comportamento affettivo e sociale della persona, nella relazione di aiuto per analizzare il linguaggio comunemente utilizzato così spesso ricco di messaggi ambigui e insidiosi. Imparare a parlare, ma anche imparare a tacere è un invito che ci proviene dall'antica saggezza. La concreta modalità di attuazione di questo adagio chiede però di essere esplorata, analizzata e resa consapevole. DALL'INDICE Il silenzio nella comunicazione La conquista del silenzio Parole per se stessi: il dialogo interno I momenti difficili per trovare le parole FERDINANDO MONTUSCHI, già professore ordinario di Pedagogia speciale nella Università di Roma Tre. Psicologo e psicoterapeuta, si è occupato dei problemi dell'apprendimento, di dinamica di gruppo e del rapporto fra intelligenza e affettività.
Emozione scomoda è la rabbia: spesso vorremmo evitare di incontrarla dentro e fuori di noi. Emozione vitale è la rabbia. Al suo apparire, specialmente in alcune fasi della nostra vita, ci indica qualcosa, magari che un confine psichico o relazionale - è stato attraversato senza permesso, oppure è giunto il momento per un cambiamento. Temibile impeto distruttore, ma anche preziosa compagna di viaggio capace di sostenere le nostre scelte, è la rabbia.
Chi ha paura della paura? Guardare dentro la paura fino in fondo, per scoprirci più umani, far pace con le nostre vulnerabilità.
Perché non siamo capaci di affrontare questo evento umano senza paure e senza difese? Quali sono i bisogni e i diritti di chi muore? Possono trovare in queste pagine un prezioso materiale per il loro lavoro medici, infermieri, operatori sociali, e anche chi voglia avvicinarsi alla morte per scoprirvi la vita.
Dall'Indice: - Stress e lavoro. - Aggressività e conflitti sul luogo di lavoro. - La vessazione morale o mobbing. - Aspetti clinici del burnout. - La vittima sul luogo di lavoro. - La gestione della crisi. - Le risorse umane e la medicina del lavoro. - L'operatore interno e il suo ruolo. - Il ruolo della prevenzione. Nicolas Combalbert è professore incaricato e membro del laboratorio IPSé dell'Università di Parigi X. È impegnato nella ricerca in criminologia, vittimologia e psicopatologia del lavoro. Catherine Riquelme-Sénégou da anni lavora in qualità di consulente presso imprese del settore pubblico e privato.
Dare aiuto e un gesto antico di cui nessuno puo fare a meno, ma l'aiuto che ci si appresta a dare e a volte pieno di insidie e di inganni ed e solo apparentemente facile. Il presente lavoro si propone di svelare gli inganni, di indicare i possibili rischi, di scoprire strade alternative per realizzare un aiuto vero, autentico, liberante. Non basta infatti aumentare solo l'impegno o elevare il livello di solidarieta per evitare gli inganni; per loro natura essi sono nascosti, sotterranei, imprevedibili e vanno dunque smascherati osservando segni oggettivi e facendo ricorso ad un costante allenamento per interpretare i propri sentimenti, per capire le proprie motivazioni, per agire correttamente i propri comportamenti, per vivere in modo trasparente le proprie relazioni. Il libro analizza i momenti piu tipici, le situazioni nelle quali il pericolo e maggiore: il rapporto con se stessi, la relazione interpersonale, il dialogo con gli alunni nella vita di classe, le sfide adolescienziali, il mondo spesso dimenticato degli adulti, anch'essi bisognosi di aiuto e di sostegno.
Il tema della tenerezza h svolto in modo originale, con imprevedibili sviluppi sociali e politici, oltre che educativi. Questo libro ci parla della proibizione tacita che impedisce al soggetto maschile di aprirsi al linguaggio della sensibilita', in particolare nel campo della sessualita', facendo riferimento ai simboli culturali che stabiliscono le regole comportamentali e impongono all'individuo di ingaggiare una vera e propria lotta invece di una convivenza affettiva. Ci parla inoltre dell'analfabetismo sentimentale, dei tabu' che circondano i gesti di stringere e accarezzare, della violenza senza sangue", di quella che puo' essere un'estetica dell'intimita', del linguaggio che il corpo riesce a stabilire tra gli individui. Fra i temi inquietanti che il libro affronta, c'è quello del discorso accademico, dal quale la tenerezza e' stata bandita a favore del rigore scientifico. "