Tutto il contenuto tende a suscitare la "gioia del Vangelo" e per farla gustare nella sua essenziale e semplificata proposta. L'autore tiene fede alle parole di Papa Francesco il quale dice che la pastorale biblica deve concentrarsi «sull'essenziale, su ciò che è più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario. La proposta si semplifica, senza perdere per questo profondità e verità, e così diventa più convincente e radiosa» (Evangelii gaudium, n. 35).
Il presente saggio tenta di fornire elementi utili per districarsi tra le affermazioni evangeliche in tema di ricchezza e di povertà, giungendo a riconoscere l'esistenza di almeno quattro prospettive, adeguatamente distinte. Ciascuna di tali prospettive ha una sua consistenza ed una sua plausibilità e cisto che a nessuna di esse mancano sufficienti fondamenti scritturistici e dato che ognuna di esse è legittimata da chiari riferimenti evangelici, si deve concludere, sotto il peculiare profilo esegetico, che ciascuna ha una sua liceità e nessuna di esse può inglobare o esaurire le altre.
L'Autrice fa l'esegesi dello scritto di Paolo per rispondere agli interrogativi che esso pone e offrirli ai lettori con maestria e semplicità.