Tutto il contenuto tende a suscitare la "gioia del Vangelo" e per farla gustare nella sua essenziale e semplificata proposta. L'autore tiene fede alle parole di Papa Francesco il quale dice che la pastorale biblica deve concentrarsi «sull'essenziale, su ciò che è più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario. La proposta si semplifica, senza perdere per questo profondità e verità, e così diventa più convincente e radiosa» (Evangelii gaudium, n. 35).
Il presente saggio esamina il rapporto tra «dottrina» e «pastorale» nel ministero di Gesù nel Vangelo secondo Matteo. Con l'uso del metodo narrativo si analizzano il punto di vista e la cristologia dell'Evangelista, la trama del suo Vangelo, la caratterizzazione del personaggio principale (Gesù), il ruolo dei personaggi, per chiarire che il titolo di «Maestro» riferito al Nazareno non è separato dalla sua azione di promozione di «percorsi di discepolato». Matteo propone Gesù come «Maestro» di sequela perché guarisce, libera, predica, dialoga, disputa, chiama alla conversione e invita i suoi interlocutori ad aderire al suo progetto di salvezza e a decidersi per il Regno. Questa sua scelta pastorale rivela un insegnamento su Dio e delinea un «volto» di Dio, che senza staccarsi dalla tradizione, mette in crisi gli antagonisti.
Il progetto della nuova evangelizzazione, riproposto da Benedetto XVI, va confrontato con le urgenze del mondo contemporaneo e declinato in un nuovo e più compiuto progetto educativo. L'autore di questo scritto risponde a questi interrogativi: quali valori della post-modernità e della secolarizzazione vanno incorporati nel nuovo millennio, e che significato dare all'aggettivo nuova? "Nuova" perché riannunciata all'occidente, che sembra aver ristretto la religione nella sfera privata o averla esclusa del tutto, o "nuova" perché si ha la consapevolezza che il mondo è radicalmente mutato e che urge adeguare l'annuncio ai cambiamenti storici?