I pensatori del laicismo e i loro differenti universi culturali. Le diverse laicità dei pensatori classici e del Novecento italiano. La laicità dello stato come fondamento del diritto di diffondere le proprie fedi al riparo da dispotismo e intolleranza.
Nella prospettiva di una moderna didattica laica si rivela essenziale istituire due nuove materie curriculari obbligatorie, Educazione alla cittadinanza ed Educazione sessuale, nonché una nuova materia facoltativa, Storia delle religioni e del libero pensiero, che dovrebbe poi sostituire l'insegnamento facoltativo concordatario della religione cattolica, divenendo obbligatoria. Uno Stato laico non può infatti abdicare né demandare ad altri la formazione di buoni cittadini, educati al rispetto dei diritti costituzionali di tutti, in primis le minoranze, nonché di esseri umani che conoscano le diverse e possibili visioni del mondo fondate sulle varie religioni o concezioni etiche e capaci di vivere una sessualità serena fondata sul rispetto dei partner.
Non vi è dubbio che l'Islam non sia facilmente conciliabile con il relativismo dei valori che sta alla base dello stato democratico, liberale e laico come lo conosciamo storicamente in quanto non contempla la separazione tra Stato e religione, dalla quale, anzi, il primo nasce e a cui è sottoposto. Tuttavia oggi - soprattutto in Occidente - non esiste un unico Islam, così come da secoli non c'è più un solo cristianesimo. Oltre a un Islam fondamentalista e integralista, esiste infatti un Islam liberale, o potenzialmente liberale, secondo cui il Corano va liberato da incrostazioni e derive veicolate dalla tradizione: un'operazione culturale non semplice né breve che tuttavia porta alla luce ordini di pensiero destinati a scompaginare molte categorie.
Contratto sociale, diritti, libertà, uguaglianza
Hobbes, Locke, Rousseau, Condorcet, Wollstonecraft, Mills, Constant, Tocqueville
Marx, Arendt, Berlin, Bobbio, Rawls, Habermas, Walzer, Sen
Libertà ed eguaglianza rappresentano i due valori indisgiungibili della democrazia.
Secondo la concezione tocquevilliana, esiste "un punto estremo in cui eguaglianza e libertà si toccano e si confondono", come quando tutti i cittadini hanno l'eguale libertà di concorrere al governo della cosa pubblica e vi partecipano in maniera effettiva.
L'accostamento diretto tra libertà ed eguaglianza sub specie libertatis - ovvero la giusta o l'eguale libertà - tipico della tradizione liberale, ha retroagito normativamente sulla tradizione democratica, ponendo la libertà come limite e insieme come complemento necessario dell'eguaglianza.
La libertà è così valore fondativo da estendere a tutti. Come scrive Vittorio Foa: "Il mio diritto non è un credito, è un rapporto da misurare col diritto e le aspettative degli altri ed è misurabile con lo spazio di libertà, di autodeterminazione che dà non solo a me ma anche a quelli cui riesco a pensare".
Se la democrazia comporta la parità di trattamento giuridico tra i soggetti, la sua realizzazione nell'Italia di oggi - in cui continuano a vigere privilegi e prerogative di varia natura - resta incompiuta. Per essere davvero democratico, per garantire piena e uguale libertà, uno Stato dev'essere infatti compiutamente laico: è nella laicità il fondamento della democrazia. Ripercorrendo analiticamente - sia pure con inevitabile sinteticità - le origini storiche e le matrici culturali dei concetti di democrazia, diritti umani e libertà religiosa tipici della modernità, il volume intende approfondirne il rapporto - anche odierno - con il pensiero laico, del cattolicesimo e di altre confessioni religiose e filosofie quali, in primo luogo, protestantesimo e buddhismo.
Nel 150° anniversario dell'Unità d'Italia uno straordinario percorso delle tappe più significative della legislazione liberale sulla laicità e sulla separazione fra Stato e chiesa, e un appassionante approfondimento delle concezioni della laicità nel pensiero dei padri della patria (da Camillo Benso di Cavour a Giuseppe Garibaldi, da Giuseppe Mazzini a Carlo Cattaneo e a Goffredo Mameli).
Le cinque lezioni sulla laicità proposte in questo numero di "Quaderni Laici" sono state tenute, dal 2007 a oggi, in occasione della consegna del Premio Laico dell'Anno "Adriano Vitelli" - promosso dalla Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni - da Carlo Augusto Viano, Gian Enrico Rusconi, Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà e Giulio Giorello.
Nonostante le dimensioni condivise, quali quella giuridica ed economica, il bene comune differisce dal bene pubblico, ossia quello il cui consumo non è esclusivo, come le strade, i monumenti e i giardini pubblici nonché la difesa e la giustizia. In sostanza, infatti, il concetto di bene comune è un criterio di valutazione: "si persegue, o si ottiene, il bene comune quando si persegue, o si ottiene, una "buona" situazione per la società nel suo complesso. Conta quindi il benessere economico, ma anche la sua distribuzione sufficientemente egualitaria, e contano elementi quali la sicurezza personale, un ambiente sano, le libertà politiche, la diffusione della cultura, la solidarietà sociale e tanti altri elementi che contribuiscono a una vita gradevole".
I privilegi concessi alla chiesa dal Concordato
La Democrazia Cristiana come partito dichiaratamente confessionale
L'elettorato cattolico, trasversale all'interno dello schieramento politico italiano
Saggio di Piero Bellini
Dibattito: Stefano Sicardi, Vittorio Villa
Caduto il regime temporale, in Italia la Chiesa cattolica romana ha convertito il condizionamento geopolitico - l'opposizione all'unione tra il Nord e il Sud, che ne avrebbe accerchiati i possedimenti - in condizionamento elettoralistico.
Ciò che sconcerta è però soprattutto il modo in cui il mondo politico - per come in concreto è congegnato e per come interpreta in concreto il proprio ufficio - è solito rispondere alle sollecitazioni prelatizie.
Ovvero sconcerta - e inquieta - l'incondizionata e quasi aprioristica adesione dei politici ai pronunciamenti della gerarchia sacerdotale su tematiche di generale interesse, di cui per dovere costituzionale dovrebbero invece farsi interpreti e curatori...
Non esisterebbe il progresso dell'umanità, se essa adattasse la sua morale, individuale e collettiva, alla logica della natura: il nostro senso morale e la nostra cultura si sono sviluppati, a volte in consonanza, ma più spesso in dissonanza con i principi "naturali".
Nella visione laica, l'individuo è l'unico e indiscusso sovrano e padrone della propria vita, della quale, non creando danni a terzi, deve poter disporre liberamente in qualsiasi momento, fino al confine estremo della rinuncia consapevole ad essa.
Il personalismo cattolico si ritiene differente e, di fatto, totalmente opposto all'individualismo secolare, laico e liberale: il personalismo trasforma la verità, e non l’individuo, in norma di moralità, ritenendo che un'etica completamente soggettiva distrugga la comunità umana.
Chi dev'essere considerato il proprietario di un corpo inanimato, quando si spegne la coscienza dell'individuo che lo abita? Dio, lo Stato, la famiglia, la classe medica, la chiesa?
Oppure, estrema beffa laica del morente, la proprietà e il destino del proprio corpo esanime possono essere ancora rivendicati ed esercitati dall'individuo, in nome della sua libertà e autonomia decisionale?
Il volume intende mettere in luce come la laicità costituisca una componente imprescindibile della concezione moderna della democrazia, del costituzionalismo e dei diritti civili e religiosi in una società politicamente, culturalmente e socialmente pluralista.
Interventi di
Piero Bellini, Alfonso Di Giovine, Tullio Monti, Stefano Rodotà, Massimo L. Salvadori, Franco Sbarberi, Carlo Augusto Viano, Gustavo Zagrebelsky
Dalla quarta di copertina:
In tutto il mondo si assiste a un ritorno del "sacro" e della dimensione religiosa nella vita di tutti giorni fatto che sembra in apparenza andare contro quello che pareva costituire l'inarrestabile e progressivo fenomeno di secolarizzazione e/o laicizzazione delle società occidentali.
Nella società contemporanea, sempre più multietnica, multiculturale e multireligiosa, la laicità delle Istituzioni costituisce il più sicuro punto di riferimento per evitare l'inasprimento di fenomeni di fondamentalismo e integralismo religioso, di ogni matrice, pericolosamente disgregativi del patto di civile convivenza fra tutti i cittadini, uguali e portatori degli stessi diritti e doveri di fronte alle Istituzioni.
In tale scenario, la cultura laica è chiamata con forza a ridestarsi dal torpore, troppo a lungo assaporato, in cui l'aveva fatta cadere l’illusione che certe conquiste fossero state acquisite una volta per tutte, almeno nell'Occidente liberale.
"Dobbiamo o no fare una Costituzione democratica, che abbia alla sua base i diritti di libertà? Tra questi c'è il diritto di eguaglianza di tutti i cittadini, la libertà di religione, la libertà di coscienza".
Piero Calamandrei (1947)